Il nostro lento rewatch del Marvel Cinematic Universe prosegue con Captain America: il primo Vendicatore, film del 2011 diretto da Joe Johnston.
A differenza di Iron Man e Thor il personaggio di Captain America era già stato protagonista di un paio di film per la tv e di un film a basso budget realizzato nel 1991 sulla scia del successo del Batman di Tim Burton un paio di anni prima. Ovviamente si trattava di opere disastrose.
Qualche anno più tardi i Marvel Studios intendono realizzare un nuovo adattamento cinematografico, questa volta facendo le cose per bene. Tuttavia lo sviluppo del film venne interrotto per via della causa sorta tra la Marvel Comics e Joe Simon, creatore del personaggio. La causa venne risolta nel 2003. Quando la Marvel era pronta a concedere la licenza per i diritti del film alla Warner il produttore David Maisel suggerì loro di produrre il film autonomamente.
Inizialmente Captain America sarebbe stato un film a sé stante e Avi Arad sperava di avere una data di uscita per l’estate 2008. Inizialmente fu Jon Favreau a candidarsi per dirigere il film ma alla fine sappiamo che ha preferito un altro eroe Marvel. In seguito si fecero avanti anche Joe Johnston e Louis Leterrier, regista de L’Incredibile Hulk. Ma ancora una volta il film venne sospeso per via dello sciopero della Writers Guild of America del 2007-08.
La Marvel però non voleva perdere tempo e riuscì ad ottenere un accordo provvisorio con la WGA per riportare gli scrittori a lavoro. Johnston firmò per la regia nel Novembre 2008 e la data di uscita per il film venne fissata definitivamente per il 2011.
Joe Johnston non è esattamente un nome noto al grande pubblico, diciamo che i suoi film sono più famosi di lui ed è impossibile non averne mai mai visto almeno uno. Ha lavorato agli effetti speciali della trilogia originale di Star Wars e Indiana Jones, ha diretto film cult come Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi e Jumanji. Anche lavori decisamente meno riusciti come Jurassic Park III.
Ma soprattutto è il regista di un altro cinecomic molto meno noto ma che ha tanto in comune con questo primo film di Captain America: The Rocketeer.
Insomma con The Rocketeer e Indiana Jones nel curriculum Joe Johnston era la scelta ovvia per dirigere questo film.
Non deve essere stata un impresa facile realizzare un film su Captain America. Trovare le idee giuste intendo. Captain America è un personaggio tanto semplice quanto percepito nel modo più sbagliato dal pubblico.
Il personaggio nasce nel 1940, in piena Seconda Guerra Mondiale e con un non poco velato scopo propagandistico. Il simbolo dell’America libera contro l’oppressione della Germania nazista. La copertina di Captain America Comics 1 dove Cap prende a pugni Hitler è iconica, e non a caso è citata anche nel film, ma ci torniamo tra un attimo.
In qualche modo questo aspetto nazionalista e patriottico del personaggio hanno sempre attirato l’antipatia di parte del pubblico. Pubblico che in realtà non conosce affatto il personaggio.
Negli anni ’60 Stan Lee ebbe l’intuizione di riproporre il personaggio tra gli Avengers spogliandolo degli elementi nazionalistici e dandogli una nuova sensibilità e umanità poi esplorata ed espansa dagli autori negli anni che lo hanno trasformato nel simbolo di libertà e giustizia che rappresenta oggi.
La lotta per i diritti civili degli afroamericani, le proteste studentesche, il movimento femminista, sono solo alcune delle tematiche che tenevano banco sulle avventure di Captain America. Ben prima che divenissero di “moda”, passatemi il termine.
Ed è a questa versione che il film di Joe Johnston guarda e si ispira. E con molta probabilità è anche il segreto del successo del personaggio e che fa di questo film il mio secondo film preferito della prima fase del MCU.
Steve Rogers lotta per tutti, lotta contro tutti i prepotenti, contro tutte le forme di ingiustizie. Non è mosso da una becera propaganda come molti in realtà pensano. Nemmeno da un qualche senso di vendetta o di colpa come molti suoi colleghi eroi. Lo fa semplicemente perché è buono. E qua sta anche il problema verso una seconda fetta di pubblico che non ama i personaggi che sono buoni perché sì.
Steve Rogers è scelto come “cavia” per sperimentare il siero del supersoldato grazie al suo cuore. Come dice il Dottor Herskine (Stanley Tucci) “non un soldato perfetto ma un uomo giusto”. Tutte le scene con il Dottor Erskine, poche in realtà, racchiudono perfettamente l’essenza del personaggio. Ma c’è un altra scena che mi emoziona tutte le volte che rivedo questo film. Sto parlando di quando il Colonnello Phillips (Tommy Lee Jones) mette alla prova i soldati lanciando una granata finta a terra e Steve, piccolo e gracile, ci si lancia sopra per fare scudo ai suoi compagni. Questo è Captain America. Vi sta sulle scatole l’America per via di tante controversie? Non vi biasimo, diciamo che vi capisco ma… ve la state prendendo con il personaggio sbagliato.
In poche ma fondamentali scene sono riusciti a cogliere lo spirito del personaggio.
Ma ancora non basta. Abbiamo il nostro supersoldato ma la formula è andata persa e Rogers è solo uno e non è un soldato vero. Quindi l’esercito cosa fa? Lo manda a fare spettacolini di propaganda con indosso una calzamaglia e uno scudo con i colori della bandiera americana dove prende a pugni Hitler. In quella che chiaramente è una farsa, uno spettacolo. Ma anche un omaggio ai fumetti classici.
Durante il suo tour, venuto casualmente a sapere che la divisione a cui appartiene Bucky, il suo migliore amico, è stata catturata dall’Hydra, Steve contravviene agli ordini per una missione di salvataggio non autorizzata. Aiutato solo da Peggy Carter (Hayley Atwell) e Howard Stark (Dominic Cooper). Perché? Perché ha il potere di farlo ed è la cosa giusta da fare, non gli servono altri motivi.
Questo è Captain America. E questo sarà anche uno dei temi portanti di tutta la trilogia di Captain America. Andare contro le cose che ritiene ingiuste, anche se questo significa andare contro la bandiera che indossa.
Ma tornando al film, Captain America: il primo Vendicatore è un buon cinecomic che, nonostante il periodo storico in cui si svolge, racchiude in se lo spirito del classico film d’avventura. Non è un film perfetto ma fa bene il suo lavoro.
Chris Evans in questo film ancora è poco calato nel personaggio ma ci sta, è uno Steve Rogers ancora inesperto, quasi impacciato. E soprattutto è uno Steve Rogers che ancora non si è scontrato con il marcio del mondo. Perché è facile farlo quando a quel marcio puoi dare un volto come quello di Teschio Rosso, un po’ meno quando quel marcio viene dalle cose in cui credi.
A livello di continuity è la Marvel bella, quella che oggi si è un po’ persa per strada. Teschio Rosso è ossessionato dai miti nordici, il film di Thor era uscito solo pochi mesi prima . Nella scena post credit di Thor c’era Loki in una base Shield e veniva mostrato per la prima volta il Tesseract, oggetto al centro delle vicende di Captain America.
Nella sua semplicità Il primo Vendicatore è diventato semplicemente iconico. Il suo “Ho tutto il giorno libero” è forse la frase più celebre del franchise dopo “Io sono Iron Man”. Sono queste piccolezze ad avere reso grande il Marvel Cinematic Universe, perché al di là della regia e tanti tecnicismi che al grande pubblico interessano relativamente poco, sono queste cose a rendere iconici i film. E Captain America: il primo Vendicatore è riuscito nell’ardua impresa di far conoscere e amare il personaggio al grande pubblico. Anche se poi a farlo esplodere definitivamente ci hanno pensato i fratelli Russo con The Winter Soldier, ma su questo ci torneremo prossimamente.
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è il mio cinecomic mcu delle origini preferito, come dici tu prima di tutto è avventura e il percorso di crescita from 0 to hero di un protagonista
poi vabbeh, la storia se vuoi ricorda molto mulan ma le scene d’addestramento sono molto belline
Mai e poi mai avrei accostato Mulan a Cap, ora me la immagino pompata che esce dalla capsula XD