Shin Masked Rider (2023) – Recensione del film

Shin Masked Rider (2023) – Recensione del film

Dallo scorso 21 Luglio è approdato su Amazon Prime Video il film Shin Kamen Rider, con il titolo internazionale Shin Masked Rider.

Diretto da Hideaki Anno, il creatore di Evangelion, Shin Kamen Rider è l’ultimo film del Shin Japan Heroes Universe. Il progetto è una collaborazione tra le case produttrici Khara, Toho, Toei Animation e Tsuburaya Productions che nasce con l’intento di rielaborare famosi franchise tokusatsu. Infatti il film è stato preceduto da Shin Godzilla (2016) e Shin Ultraman (2022, ancora inedito in Italia). Sempre del progetto fa parte Rebuild of Evangelion, il cui titolo originale è proprio Shin Evangelion.

Shin Kamen Rider doveva uscire inizialmente nel 2021 per celebrare i 50 anni del personaggio e del franchise. Purtroppo a causa della pandemia il progetto ha subito ritardi ed infine è uscito nei cinema giapponesi a Marzo 2023.

Piccolo riassunto per chi non conoscesse Kamen Rider. Si tratta di un franchise tokusatsu molto famoso in Giappone creato da Shotaro Ishinomori. Ishinomori è lo stesso che qualche anno dopo creò i Super Sentai, quelli che noi conosciamo come Power Rangers.

Nel corso degli anni e delle serie i Kamen Rider sono stati tanti me essenzialmente lo show è caretterizzato da uno o più supereroi il cui aspetto ricorda quello di una cavalletta. Tutti rigorosamente motociclisti.

shin kamen rider 2023

L’originale Kamen Rider era Takeshi Hongo, un giovane rapito e trasformato in cyborg mutante dall’organizzazione chiamata SHOCKER. Liberato prima che gli venisse fatto il lavaggio del cervello Hongo giura di combattere SHOCKER con i suoi nuovi poteri.

Shin Kamen Rider è essenzialmente un remake di questa prima serie. In realtà si tratta del secondo reboot della serie originale. Ci provarono infatti già nel 2005 con Kamen Rider The First e il suo seguito Kamen Rider The Next del 2007.

Il film inizia portandoci nel pieno dell’azione con un inseguimento tra una motocicletta e due camion per poi passare ad una sequenza di lotta tra l’eroe e gli inseguitori. Questa lotta mette in chiaro il mood che ci accompagnerà per due ore. Tra inquadrature e salti tipici del genere tokusatsu e combattimenti conditi da fiotti di sangue ad ogni colpo inflitto dall’eroe con la sua nuova forza sovrumana. In realtà poi il sangue nella seconda metà del film viene un po’ messo da parte.

Non ho modo di fare un confronto reale con la serie originale per tanti motivi, non ultimo il fatto che sia inedita qui da noi. Come tutte le altre del resto. Ma riconosco il tocco di Anno. Il suo Kotaro Hongo è un eroe riluttante, complesso e complessato, quasi disgustato dalle morti che ha provocato con questo nuovo corpo che gli hanno dato. Costretto a combattere una battaglia che non ha mai voluto. Esattamente come Shinji Ikari dopo che il suo Eva è andato in berserk.

Ma questo è solo un esempio della narrativa di Anno, riconoscibile anche in altri passaggi del film.

Anno realizza un film che è omaggio al personaggio di Ishinomori, personaggio che ama profondamente come dimostrato proprio in un episodio di Evangelion in cui i due Eva eseguono un doppio calcio. E lo fa con uno stile volutamente retrò, dalle musiche alle inquadrature sembra davvero di assistere ad una serie tokusatsu dell’epoca ma aggiornata ai giorni nostri.

Certo, narrativamente è un po’ strano. Non ha una narrazione coesa come dovrebbe essere quella di un film ma è palesemente un condensato della prima serie dove l’eroe in due ore di film affronta a turno il mostro della settimana. Ma è anche ciò che ci si aspetterebbe da un film del genere, soprattutto per un film celebrativo che si rivolge per lo più ad un pubblico di affezionati, e ai matti come me.

Effetti speciali e CGI piuttosto scarsini ma non dobbiamo dimenticarci di cosa stiamo parlando. Ancora una volta leggendo commenti qua e là nel web sono finito per trovare critiche più o meno severe nei confronti della CGI usata, in realtà più che discreta rapportata al tipo di prodotto di cui stiamo parlando. E comunque funziona ed è migliore di tante altre produzioni Hollywoodiane recenti (tipo 9 cinecomics su 10). Anno riesce a sfruttare al meglio le risorse di cui dispone, il combattimento tra i due Kamen Rider è decisamente ben riuscito e forse una delle sequenze migliori dell’intero film.

shin kamen rider 2023

Ma fermi un attimo. Due Kamen Rider? Beh si, perché come ogni remake che si rispetti, scusate il gioco di parole, rispetta il materiale originale. Ed ecco allora che ad un certo punto viene introdotto un secondo Kamen Rider, qui inizialmente come antagonista. All’epoca dello show l’attore che interpretava Hongo durante uno stunt si ruppe una gamba e sostituito momentaneamente da un secondo Rider, Hayato Ichimonji, per guarire in tempo per girare gli ultimi episodi della serie con entrambi i personaggi. Anno cita questo evento con un easter egg durante lo scontro tra i due che culmina proprio con la rottura delle gambe di Hongo.

Personalmente ho apprezzato di più l’approccio di Kamen Rider Black Sun rispetto ad un operazione retronostalgica come questa. Ancora più cupo e sanguinolento, con personaggi più approfonditi, forte anche della sua natura seriale e soprattutto per via di un finale decisamente pessimista. Ma non posso negare affatto di essermi divertito molto nel guardare questo film volutamente retrò ma attuale nel modo di porsi.

Ma sopratutto è chiaro come il sole che Hideaki Anno ha messo tutto se stesso in quello che potremmo riassumere essenzialmente come una bella dichiarazione d’amore verso il personaggio.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

Una risposta a “Shin Masked Rider (2023) – Recensione del film”

  1. Concordo si vede che Anno ci teneva proprio, infatti è stato più convenzionale del solito, ma per un profano come me anche meglio, me la sono goduta di più anche se la struttura è la stessa di “Shin Ultraman”, prendo i momenti migliori della serie originale e li rifaccio tutti insieme in un film. Cheers!

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