Mortal Kombat (1992): come tutto ebbe inizio

Mortal Kombat (1992): come tutto ebbe inizio

Le origini di Mortal Kombat e la sua realizzazione

Comincia oggi un ciclo di articoli dedicati alla serie videoludica di Mortal Kombat e a tutti i media dedicati al franchise.
Nel 1991 Street Fighter II stava letteralmente spopolando. Il suo successo ha contribuito alla diffusione del genere picchiaduro ad incontri portando alla nascita di svariati epigoni. Indubbiamente tra questi spiccava per gameplay e grafica innovativi Mortal Kombat, che in breve tempo divenne il principale concorrente di Street Fighter. Almeno nell’epoca dei videogiochi 2D.

Mortal Kombat esce in versione arcade nell’Ottobre del 1992 per poi essere convertito per tutte le principali consolle dell’epoca.
Sviluppato e pubblicato da Midway Games il sanguinario videogioco venne creato dai programmatori e autori Ed Boon e John Tobias. Il primo come programmatore capo con un passato alla Williams Entertainment dove ha lavorato a circa venti flipper prima di passare alla Midway. Il secondo con il ruolo di capo designer e un passato come disegnatore di fumetti, sue le matite di alcuni numeri della serie a fumetti ispirata al cartoon The Real Ghostbusters.

Karate Champ
Illustrazione del mangaka Mitsuru Adachi

Stando a Tobias i due avevano in mente da tempo di realizzare un gioco simile a Karate Champ ma con un uso massiccio di personaggi digitalizzati. Il successo di Street Fighter II contribuì solo a convincere i menager a sviluppare il gioco. La cosa pare confermata anche dall’attore Daniel Pesina. Secondo Pesina i due stavano lavorando ad un gioco di combattimento basato su guerrieri ninja. L’idea però fu scartata dalla Midway perché intenzionata a produrre un videogame basato sul film Universal Soldier con una versione digitalizzata di Jean-Claude Van Damme. La cosa non andò in porto per precedenti accordi dell’attore. Si torna così al progetto original, che inizialmente non comprendeva contenuti ultraviolenti, elementi implementati man mano che lo sviluppo procedeva. Dopo dieci mesi di sviluppo tra il 1991 e il 1992 Mortal Kombat vide la luce.
Essenzialmente, come praticamente tutti i picchiaduro dell’epoca, Mortal Kombat è strutturato in modo identico a Street Fighter II. Ma come si diceva poco fa riesce a spiccare tra i vari epigoni grazie alla grafica realistica, ottenuta digitalizzando attori reali (ci torniamo dopo).

Il gameplay invece era totalmente diverso da quanto fatto in precedenza.

Si usavano cinque tasti, due per i pugni e due per i calci. A differenza di Street Fighter II e altri del genere non erano divisi per intensità di forza (per intenderci in SF abbiamo pugno/calcio debole, medio e forte) ma in pugno/calcio medio e alto, ottenendo un effetto diverso premendo nelle varie direzioni, mentre il quinto era la parata. Il tasto parata era una cosa nuova per i giochi di combattimento ad incontri, prima la parata avveniva stando fermi o indietreggiando portando il giocatore spesso a pararsi in modo del tutto casuale e involontario, mentre questa introduzione costringeva ad una più accurata pianificazione.

L’altra grande intuizione e innovazione del titolo fu la grande violenza che caratterizzava i combattimenti. Enormi quantità di sangue sullo schermo ogni qualvolta un personaggio veniva colpito e la possibilità di uccidere l’avversario con le Fatality. Elementi che unito ad una grafica realistica ovviamente causarono non poche polemiche e controversie. Di conseguenza vennero apportate una serie di censure più o meno pesanti nella conversione per consolle, come modifiche alle sequenze più cruente o all’eliminazione parziale o totale del sangue.

mortal-kombat-pubblicità
Un manifesto pubblicitario così oggi non potrebbero mai farlo nemmeno per Mortal Kombat

Le famose Fatality sono semplicemente una evoluzione dello stordimento presente negli altri giochi del genere, esattamente come succede in Street Fighter, ma qui avviene a fine combattimento e non durante dando al giocatore la possibilità di uccidere l’avversario in modo particolarmente violento e sanguinario.

Il giocatore può scegliere tra una rosa di soli sette personaggi. Pochi se paragonata ai dodici di Street Figher II: Champion Edition. Seguono una serie di incontri uno contro uno contro gli altri personaggi in ordine casuale che prevedono la vittoria di almeno due round. Il settimo incontro consiste in un mirror match, ovvero la CPU controlla lo stesso personaggio usato dal giocatore. Seguono tre endurance match in cui il giocatore deve affrontare due avversari per volta con una singola barra di vita senza possibilità di recupero tra uno e l’altro. E infine ci sono i due boss, il potentissimo Goro e per ultimo lo stregone Shang Tsung capace di assumere l’aspetto di tutti i personaggi del gioco.

Come in SF II ogni tre incontri è presente un bonus stage in cui il giocatore deve testare la sua forza rompendo con un solo colpo un blocco di un materiale sempre più duro e resistente, iniziando con il legno fino ad arrivare al diamante.

LA TRAMA DI MORTAL KOMBAT

La storia vede lo stregone Shang Tsung organizzare un torneo di arti marziali chiamato Mortal Kombat che si svolge ogni cento anni dove vengono invitati tutti i più grandi guerrieri provenienti da tutto il globo. In realtà il Mortal Kombat è l’unico mezzo con cui il Regno della Terra (Earthrealm), sotto la protezione del dio Raiden, può difendersi dall’invasione di Outworld (talvolta tradotto in Regno Esterno). Per poter invadere la Terra Shang Tsung e i suoi devono vincere dieci tornei consecutivi, ne hanno vinti nove e questo è quello decisivo. Secondo la storia ufficiale è Johnny Cage a sconfiggere il campione in carica Goro mentre Liu Kang riesce a sconfiggere Shang Tsung diventando il nuovo campione del Mortal Kombat ed erede del grande Kung Lao.

CHOOSE YOUR FIGHTER: I PERSONAGGI DI MORTAL KOMBAT

Mortal Kombat

Liu Kang

Monaco Shaolin scelto per combattere nel torneo come rappresentante della Terra, esperto di arti marziali dotato di poteri legati al fuoco, è il protagonista principale di Mortal Kombat. Interpretato da Ho-Sung Pak. Il suo aspetto è palesemente influenzato dalla star di film di arti marziali Bruce Lee, inizialmente doveva essere pelato come usanza dei monaci ma l’attore si rifiutò di tagliare i capelli.

Raiden

Dio del tuono e protettore della Terra, lo interpreta Carlos Pesina. Basato sul dio della mitologia giapponese Raijin, il suo design si ispira alle Tre Bufere viste nel film Grosso Guaio a Chinatown, in particolare a Fulmine in grado di cavalcare i fulmini.

Johnny Cage

Star dei film d’azione intenzionato a partecipare al torneo per dimostrare di essere un vero artista marziale. Interpretato da Daniel Pesina si ispira all’attore Jean-Claude Van Damme, non a caso condividono le due iniziali, in particolare il suo aspetto ricorda quello del protagonista di Bloodsport (senza esclusione di colpi), con tanto di pugno in spaccata all’inguine dell’avversario inclusa tra le mosse presa direttamente dal film. Stando a Pesina altra fonte di ispirazione per il personaggio fu il supereroe marziale Iron Fist della Marvel.

Sonya Blade

Agente delle Special Forces giunta sull’isola di Shang Tsung sulle tracce del criminale Kano. Interpretata da Elizabeth Malecki, si ispirava alla campionessa di karate Cynthia Rothrock. Inizialmente il personaggio non era previsto nel roster che doveva essere di soli sei guerrieri, il settimo venne aggiunto solo quando vennero concesse altre sei settimane di sviluppo. Il personaggio aggiuntivo doveva essere  Jax (originariamente chiamato Stryker) ma poi pensarono di inserire una ragazza combattente. Il nome Sonya deriva dalla sorella di Ed Boon.

Kano

Pericoloso criminale leader del Clan del Drago Nero, dotato di un occhio cibernetico da cui può sparare raggi laser vagamente ispirato al T-800 del film Terminator. Lo interpretava Richard Divizio. Antagonista di Sonya. La sua iconica Fatality strappa cuore prende ispirazione dal film Indiana Jones e il Tempio Maledetto.

Sub-Zero

Ninja del clan Lin Kuei dotato di poteri legati al ghiaccio. Assoldato per assassinare Shang Tsung. Interpretato da Daniel Pesina. Inizialmente era un ninja generico per il gioco mai sviluppato ideato da Boon e soci, venne poi chiamato Tundra per Mortal Kombat ma il nome venne poi cambiato in Sub-Zero grazie al personaggio omonimo presente nel film L’Implacabile (The Running Man).

Scorpion

Ninja non morto dotato di poteri di fuoco tornato in vita per vendicare la sua stessa morte e la sua famiglia uccisa da Sub-Zero. Sempre interpretato da Daniel Pesina. L’idea di base prevedeva un cacciatore e una preda ma ancora prima si trattò di un puro caso di risparmio nello sviluppo potendo utilizzare la stessa memoria per creare due personaggi cambiandone semplicemente i colori, in questo caso il giallo, e le mosse speciali, contrapponendo il fuoco al ghiaccio.

Reptile

Guardia del corpo di Shang Tsung. Personaggio segreto e non selezionabile che si poteva incontrare solo soddisfacendo determinati requisiti, terzo cambio di colore per il ninja interpretato da Daniel Pesina. Privo di una storia e caratteristiche ben definite in questo primo capitolo le sue mosse speciali sono un mix di quelle di Sub-Zero e Scorpion, così come il colore verde dovuto all’unione dei colori primari blu e giallo.

Goro

Campione di Mortal Kombat, principe degli Shokan, un popolo metà umano e metà drago dotato di quattro braccia. Personaggio non giocabile. Il concept iniziale prevedeva un guerriero con due braccia chiamato Rokuro, appartenente ad una razza di guerrieri demoni. Diversamente dagli altri personaggi non si tratta di un attore digitalizzato ma di un pupazzo di plastilina animato in stop motion, ispirato ai mostri visti nel film classici Scontro tra Titani e Giasone e gli Argonauti.

Shang Tsung

Stregone al servizio di Shao Khan in grado di assorbire le anime dei suoi avversari e di assumere l’aspetto di chiunque. Boss finale, non selezionabile. Interpretato da Ho Sung Pak, si ispira all’archetipo dello stregone cinese presente in svariati film di arti marziali, compreso Lo Pan di Grosso Guaio a Chinatown. Il personaggio dispone di pochissimi sprite e si limita a lanciare palle di fuoco e a spostarsi avanti e indietro, qualsiasi altro attacco richiede l’aspetto degli altri personaggi.

Ermac

Errore grafico nel selezionare Scorpion che appare arancione anziché giallo, appariva con il nome Error Macro. Glitch rimosso nelle conversioni per consolle e PC. La leggenda attorno al misterioso quarto ninja colorato ha convinto i creatori a introdurlo per davvero nel roster dei capitoli successivi.

Mortal Kombat

FINISH HIM! FLAWLESS VICTORY

WHO’S NEXT? >> MORTAL KOMBAT II

Leggi anche:

Vi ricordo che per non perdervi nessun aggiornamento vi ricordo che potete seguire la pagina  FacebookInstagram e Telegram.

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

9 Risposte a “Mortal Kombat (1992): come tutto ebbe inizio”

  1. Quante ore davanti allo schermo di un pc per Mortal Kombat! Non sapevo del fatto che Liu Kang dovesse essere pelato e non sapevo che Cage avesse tutti quei punti di ispirazione con Van Damme (pensavo solo il personaggio in sé fosse un omaggio).
    Comunque Goro veramente un “villain” cazzuto

    1. Io ci giocavo in sala giochi e poi me lo prestarono per Sega Mega Drive, ora ce l’ho su PS3 all’intero di MK Arcade Kollection ma è sempre difficile!

  2. Quanti soldi andati alla sala giochi… MK era il gioco in cui riuscivo peggio e fino a oggi non mi è mai riuscita una Fatality (né le varianti).
    Comunque, gioco simpatico e con la sua ferma identità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.