Pluto di Naoki Urasawa – Recensione

Pluto di Naoki Urasawa – Recensione

Reinventare Astroboy

Il 7 Aprile 2003 è la data di nascita ufficiale di Astroboy (Tetsuwan Atom), il celebre personaggio creato da Osamu Tezuka nel 1952. Per celebrare la data vennero messi in cantiere svariati eventi e un nuovo adattamento anime. Naoki Urasawa avrebbe dovuto realizzare una storia breve per l’occasione ma poi suggerì di ampliare il progetto realizzando un remake lungo e serio de il più grande robot del mondo, uno dei più famosi archi narrativi di Astroboy (che potete trovare nel quinto volume dell’edizione Planet Manga), nonché il suo preferito. In quella storian Atom affronta un robot chiamato Pluto che sta eliminando uno ad uno i robot più forti del mondo.

L’idea venne proposta al figlio di Tezuka, Macoto Tezka, che però inizialmente declinò per via dei tanti progetti in corso, non voleva dare l’impressione che si stesse capitalizzando sull’evento, ma vista l’insistenza del mangaka alla fine accettò, purché Urasawa non imitasse in alcun modo suo padre ma realizzasse un manga con il suo stile e con un design totalmente nuovo.

Il risultato fu Pluto.

Il più grande robot del mondo

Pluto è un manga seinen pubblicato tra il Settembre 2003 e Aprile 2009 e raccolto in otto volumi. Urasawa prende alla lettera il suggerimento di Tezka e prende una storia apparentemente semplice e lo plasma secondo i generi a lui più vicini e congeniali. L’arco narrativo di Pluto diventa un thriller fantascientifico in cui il mistero dei vari omicidi commessi da questa misteriosa figura si fondono a tematiche care ad Isaac Asimov e Philip K. Dick, con un pizzico de Il silenzio degli innocenti, ponendo domande sui robot e cosa significa essere umani, alla discriminazione, all’uguaglianza, e muovendo una critica alla guerra (cosa che in realtà faceva anche Tezuka, per questo le sue storie erano apparentemente semplici), in particolare alla guerra in Iraq, con l’invasione degli Stati Uniti d’America (qui rinominati Stati Uniti di Tracia) con la scusa di possedere armi di distruzione di massa, che in questo caso sono ovviamente robot.

Come Rick Deckard

Protagonista principale della storia è il detective Gesitch, robot tedesco che lavora nell’Europol, reimmaginato da Urasawa come una sorta di Rick Deckard. Ma Pluto in realtà è una storia corale in cui dona molto spazio a personaggi che nella versione originale avevano solo poche pagine a disposizione. Ne approfondisce la caratterizzazione, e soprattutto da vita ad una trama che non è il remake 1:1 di quella originale aggiungendo solo violenza gratuita (che in realtà non c’è) o tematiche superflue e apparentemente mature. Urasawa, aiutato ai testi da Takashi Nagasaki, da vita ad una storia coinvolgente, anche grazie ad uno storytelling efficace, a tratti commovente e per niente scontata, soprattutto se avete letto il manga originale, cambia dove necessario, cita dove vi è bisogno ma sempre rispettando il senso del materiale di origine, che è quello che dovrebbe sempre fare un buon remake.

Classificazione: 4.5 su 5.
Pluto Naoki Urasawa

PLUTO

  • Edizione italiana: Panini Comics, Planet Manga
  • Edizione originale: Shogakukan, 2003-2009
  • Storia: Naoki Urasawa, Takashi Nagasaki (storia originale di Osamu Tezuka)
  • Disegni: Naoki Urasawa
  • Formato: brossurato con sovracoperta
  • Prezzo: Euro 7,90 ciascuno

Classificazione: 4.5 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

2 Risposte a “Pluto di Naoki Urasawa – Recensione”

  1. tra i manga di Urasawa che ho letto (questo, Monsters e 20th Century Boys) Pluto è il mio preferito, perché riesce ad essere efficace nella sua brevità, laddove gli altri (pur essendo comunque splendidi) soffrono di eccessivi dilungamenti.

    1. Ho letto solo questo, 20th Century Boys sto aspettando la conclusione della nuova edizione per finire di leggerlo e Monster è in libreria che mi aspetta, sicuramente avremo tempo per riparlarne.

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