Gantz – Recensione

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Parliamo di Gantz, manga seinen fantascientifico scritto e disegnato da Hiroya Oku tra il 2000 e il 2013, che ha goduto di ben due edizioni italiane edite entrambe da Planet Manga/Panini Comics. 

La storia di Gantz inizia con la morte di due ragazzi, Kei Kurono e Masaru Kato, due liceali giapponesi, amici d’infanzia ritrovatisi per caso dopo anni di separazione mentre aspettano il treno della metropolitana, i due muoiono travolti dal treno nel tentativo di salvare un barbone ubriaco caduto sui binari. Un attimo dopo però si ritrovano in un appartamento di Tokyo da cui è impossibile uscire assieme ad altre persone, tutte appena morte, nella stanza è presente una sfera nera, Gantz. La sfera si attiva, dona loro delle strane tute nere (che donano loro forza, resistenza e velocità sovrumane) e delle armi futuristiche.

Le vostre vecchie vite sono finite. Ora spetta a me decidere cosa fare delle vostre nuove vite. Questo è quanto.

Kei, Kato e tutti gli altri sono così costretti a partecipare loro malgrado ad una sorta di gioco il cui obiettivo è trovare ed eliminare degli alieni. Al completamento di ogni missione vengono assegnati loro dei punti, raggiunti i 100 i giocatori possono decidere se tornare alle loro vite normali, riportare in vita un giocatore o ricominciare con nuove armi più potenti. Peccato che il tasso di mortalità sia davvero alto.

Gantz mi venne venduto come un capolavoro da un amico, anzi, come il più bel manga che avesse mai letto. In rete invece i commenti erano spesso contrastanti, soprattutto riguardo al finale molto criticato, ma ho il forte sospetto che quel mio amico lo leggesse più per le protagoniste formose e spesso nude che non per altro. Ora che ho avuto la possibilità di leggerlo grazie alla seconda edizione italiana posso dire che finisce peggio di come inizia ma meglio di quanto mi aspettassi.

Senza troppi giri di parole Gantz capolavoro non lo è, è un termine un po’ troppo forte per questa serie ma mentirei se vi dicessi che non è stata una delle serie che ho letto con più piacere e attesa in questi tre anni di pubblicazione. Sarà che dopo essermi un po’ stancato della pseudo serietà (ma sarebbe meglio parlare di seriosità) di alcuni noti battle shonen diventati fin troppo prolissi, e spacciati come la nuova bibbia dei manga, ci voleva proprio una lettura leggera come questa, leggera per quanto può esserlo una serie dall’alto livello di violenza e splatter, perché in fondo non ci vogliono più di 10 minuti a leggere un volume di questa serie, così la lettura ritorna di nuovo un piacere col quale staccare e non più una sorta di secondo lavoro in cui doversi impegnare per poi non andare a parare da nessun’altra parte se non la solita fuffa di botte. Ma sto divagando.

Per molti numeri si gioca un po’ al massacro, la storia non procede granché e si prosegue forse per lo più per una morbosa curiosità di scoprire chi e come ci lascerà le penne, neanche tanto chi sopravviverà, tanto è chiaro che a parte i protagonisti il resto è carne da macello, anche se poi… ma non proseguo per evitare spoiler. Quando poi Oku inizia a rispondere ai quesiti dei protagonisti, e di conseguenza nostri, questi non sono sempre soddisfacenti, anzi, per scoprire tutta la verità occorre aspettare l’ultimissimo arco narrativo, il che, dal momento che la serie si compone di ben 36 volumi, pone il lettore di fronte ad un bivio costretto a scegliere in base alla pazienza del singolo: mollare lì e mandare al diavolo Oku e i suoi segreti o continuare per capire dove voglia arrivare. A complicare un po’ le cose c’è il fatto che una sottotrama poi non trova una soluzione o comunque non vada a parare da nessuna parte, non serve a nulla se non ad allungare il brodo, mi riferisco all’arco narrativo dei [SPOILER] vampiri [SPOILER]. E, mi dispiace ammetterlo, mi trovo d’accordo con chi si lamenta del finale, indubbiamente l’ultimo arco narrativo, Katastrophe, è il più debole di tutti, nonostante sia l’unico con un vero intreccio atto ad arrivare ad un punto, a differenza dei precedenti che seguivano sempre lo stesso schema ma alzando di volta in volta il livello di difficoltà. E soprattutto Oku si sarebbe dovuto sprecare per un ulteriore capitolo per dare un vero epilogo al tutto, invece come tanti altri manga purtroppo la battaglia è finita, tutti a casa e tanti saluti in due paginette. Però vi ho anche detto che finisce meglio di quanto mi aspettassi e il merito va all’ultimissima battaglia di Kei con il boss finale che ha riportato in vita il mio coinvolgimento nei confronti di questa serie.

Ecco, Kei Kurono è un altro degli aspetti di Gantz che ho apprezzato di più. Lui è il protagonista assoluto di tutta la storia, ma non è il classico eroe, anzi, all’inizio è quasi sgradevole come persona, è egoista, ipocrita, disgusta tutto e tutti (e spesso non ha proprio tutti i torti) tranne le ragazze, perché ossessionato dall’idea di trovarne una. Per qualche motivo però possiede un talento quasi naturale a sopravvivere e ad uccidere questi alieni e ciò lo rende suo malgrado un leader agli occhi degli altri giocatori che finiscono per provare ammirazione per lui. Di conseguenza Kei cambia, matura, diventa una persona migliore. Quindi insomma, Gantz pur restando un seinen col piede schiacciato sull’acceleratore non disdegna della buona introspezione psicologica sul protagonista, che piano piano si riflette sui suoi compagni di sventura, man mano che la storia procede iniziano a comportarsi come una vera squadra e non più come semplice carne da macello.

I disegni di Oku sono davvero pregevoli, l’autore fa un largo uso del computer ma il risultato finale è ottimo, lo storytelling è buono e l’azione coinvolgente. Nello sfogliare il primo volume per riportare con precisione la frase di Gantz si nota con piacere come il tratto dell’autore sia cambiato in meglio nel corso degli oltre dieci anni di pubblicazione della serie, non che ne avesse realmente bisogno.

In conclusione Gantz è una buonissima serie, consigliata a chi ama l’azione e vuole staccare la spina dallo stress quotidiano ma che non disdegna anche qualche buona riflessione, probabilmente un po’ troppo lunga per quella che poi è realmente la trama, forse Oku si sarebbe dovuto concentrare di più su una vera trama che non sulle forme prosperose delle protagoniste, che comunque diventano sempre meno col proseguire della serie ma senza mai abbandonarle del tutto,

La scheda
Titolo: Gantz
Edizione italiana: Gantz vol.1-36, 2015-18, Planet Manga
Edizione originale: Weekly Young Jump, 2000-13, Shueisha
Storia e disegni: Hiroya Oku
Formato: brossurato
Prezzo: € 4,50 cadauno

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

7 Risposte a “Gantz – Recensione”

  1. Dunque..il problema di Gantz è che possiamo paragonarlo a una cena a un buon ristorante.. Ingredienti di qualità, cuoco bravo..ma troppe portate e troppa voglia di strafare da parte del cuoco.
    La sottotrama che citi sotto gli spoiler è il difetto principale, espressione di questo allungamento del brodo: secondo me c’è anche un esagerazione in quanto a nudi e violenza (e lo dice una persona che non è affatto disturbata nella lettura o nella visione da nudi e scene splatter), con il personaggio stile Lara Croft che sembra proprio una cosa meramente fan-service, come direbbe il Moz 😀
    A me il finale piace: la serie ha dato già quello che poteva dare ed è stato giusto dare il lieto fine che sancisse il trionfo dell’eroe (che hai analizzato alla grande. E’ vero, Kurono all’inizio è insopportabile).
    Il pregio principale di Gantz è il senso di inquietudine e malessere che trasmette, specie nelle prime missioni: in quella dell’uomo cipolla e in quella successiva veramente ti sembra di essere lì e ad assistere al massacro.
    La missione nel tempio è un’altra parte molto suggestiva, sai già cosa ti aspetti, ma in quel caso è notevole..la strage.

    1. Che finisca così è giusto ma meritava un epilogo che andasse oltre la paginetta di abbracci, se la meritavano gli altri personaggi di cui non si sa più nulla.

  2. Letto a suo tempo, e non tutto, assurdamente ho riletto il primo volume qualche giorno fa.
    Trovandolo meno “forte” rispetto al passato. Insomma, all’epoca la cosa mi era piaciuta, oggi è invecchiata maluccio come ritmo, un po’ troppo freddino, chissà. Ma resta un manga molto particolare.
    Il finale lo conosco per vie traverse e non mi ci sono manco soffermato a capire se può essere bello o meno in base alle spiegazioni date e non date… A te, in questo senso, ha soddisfatto?

    Moz-

    1. A dirla tutta, a mente fredda, sono spiegazioni un po’ del cavolo e per certi versi il tutto è nonsense. Ma rimane comunque una buona lettura di intrattenimento

  3. Ma 4,50 € era il prezzo anche quando uscivano i primi volumi? Mi pare strano che abbia speso così tanto per i primi 2, gli unici che ho.
    Comunque avrei preferito durasse di più il suo 01, che si conclude con l’epilogo in pratica 😒

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