Il villaggio dei dannati – la serie TV – Recensione

Il villaggio dei dannati – la serie TV – Recensione

Lo scorso Ottobre abbiamo visto la serie televisiva Il villaggio dei dannati, sì, come quello di Carpenter. Dal momento che la serie merita, o almeno a noi è piaciuta molto, ho ritenuto giusto dedicarci un articolo.

Serie tv brittannica prodotta da Sky e quindi praticamente passata inosservata se non per gli abbonati al servizio pay TV che per quanto vasto non avrà mai la copertura dei più economici servizi streaming, sempre che tu non ti chiami Game of Thrones.
Ma non per questo manca la qualità.

La serie TV de Il villaggio dei dannati è il terzo adattamento del romanzo The Midwich Cuckoos di John Wyndham pubblicato nel 1957. Prima ci sono stati il film di Wolf Rilla del 1960 con George Sanders (il primo Mr. Freeze nella serie tv Batman del ’66) e il remake di John Carpenter di metà anni ’90. In Italia è arrivato con il titolo I figli dell’invasione. Wyndham è autore anche di un altro romanzo da cui fu tratto un altro classico del cinema sci-fi anni ’60, Il giorno dei trifidi.

Questo non solo è il primo adattamento seriale del romanzo ma è anche il primo a mantenerne il titolo originale anziché Village of the damned. In Italia invece hanno preferito riutilizzare ancora una volta il titolo dei film, probabilmente per continuità o per facilitare le cose al pubblico generalista.

La storia dovreste conoscerla un po’ tutti. Se avete un po’ di cultura cinematografica avrete bene in mente i bambini protagonisti dei film, con quelle acconciature a caschetto biondo platino tutte uguali e gli occhi luminosi. Beh scordateveli ma ci arriviamo dopo.
Gli eventi della storia sono stati spostati come consuetudine ai giorni nostri.
Un giorno la cittadina di Midwich viene colpita da un misterioso evento per cui tutti i cittadini cadono addormentati. L’evento allerta l’esercito e la polizia locale. Chiunque entri entro un determinato raggio cade vittima del sonno, questo sonno dura 24 ore. Dopo qualche tempo tutte le donne e ragazze in età fertile scoprono di essere incinta e daranno alla luce dei bambini dotati di poteri paranormali.

The Midwich Cuckoos fa parte di quel filone della sci-fi a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 in cui il tema dell’identità, l’individualità e dell’omologazione era morto forte e ricorrente. Una sorta di metafora del comunismo, all’epoca visto come una minaccia, anche se l’opera in questione è di origine britannica. E personalmente non ho idea di come venisse percepito lì il comunismo ma essendo tra i paesi NATO è facile che fossero vicini alle ideologie USA.

Il primo episodio bisogna ammettere che è piuttosto soporifero e potrebbe indurre lo spettatore a cadere vittima del sonno come gli abitanti di Midwich. Forse a causa dell’eccessiva lunghezza e lentezza, oltre un ora di episodio solo per mostrare i cittadini cadere vittima dell’inspiegabile evento, ma non prima di averci mostrato un brevissimo prologo con dei genitori terrorizzati dalla loro bambina. Per sapere come andrà a finire quella scena bisogna aspettare tipo l’ultimo episodio.

Dopo la nascita dei bambini e tutto il sistema messo su dal governo per monitorare la situazione è tutto in discesa. Passano gli anni, sale il terrore dei genitori di fronte a episodi di violenza apparentemente ingiustificata o dettata da una mancanza di morale da parte dei bambini. In una sorta di escalation di terrore e in qualche caso paranoia. C’è chi vede subito la minaccia e vive male questo pseudo isolamento, non è semplice andare via da Midwich. Chi invece fa finta di non vedere o non ammette che qualcosa non va. Finché gli episodi di violenza non arrivano ad un punto di non ritorno.

La serie TV nonostante sia l’unico adattamento a portare il nome del romanzo per certi versi se ne distanzia. Non solo per gli ovvi cambiamenti narrativi ma anche dalla scelta deliberata di non rispettare l’aspetto che caratterizza i bambini. In questa nuova versione i bambini hanno ereditato caratteristiche della madre umana. Sarà perché il cast è multietnico e un bambino di colore o indiano con i capelli platino e gli occhi dorati era forse un tantino bizzarro. Ma va a perdersi un po’ il senso del titolo originale, che tradotto è i cuculi di Midwich, riferimento al parassitismo del cuculo (cuckoos). Il cuculo depone le uova all’interno di nidi di altri uccelli così da farli nutrire da loro. In entrambi i film questa loro evidente diversità era stata rispettata mentre qua sembrano dei normali bambini.

Altra differenza è nella protagonista. In originale a seguire i bambini era il professor Gordon Zellaby, interpretato proprio da George Sanders nel film del 1960. Per l’occasione diventa la Dottoressa Susannah Zellaby, interpretata da Keely Hawes. Ma soprattutto la trama ad un certo punto prende una piega tutta sua, prendendo spunto e modificando alcuni elementi appena accennati nella storia originale. Idea piuttosto interessante che però ad un certo punto diventa anche un po’ scontato.

Nel complesso rimane una buona serie. Ha una sua chiusura seppure senza un vero epilogo ma pare che vogliano realizzare anche una seconda stagione.

Il rischio di buttare tutto in caciara è molto alto.

Classificazione: 3.5 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

3 Risposte a “Il villaggio dei dannati – la serie TV – Recensione”

  1. Ero curioso di iniziarla questa serie, visto che mi piacciono tutte le incarnazioni di questa storia, dal romanzo a Carpenter passando per Rilla, temevo la fregatura, quindi grazie per l’avanscoperta 😉 Cheers

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