Denjiman – Recensione dell’adattamento manga dei Super Sentai

Recensione di Denjiman, adattamento manga della quarta serie dei Super Sentai.

Hikari Edizioni ha iniziato a tradurre alcuni manga ispirati alle serie televisive tokusatsu dei Super Sentai, il franchise creato da Shotaro Ishinomori (Kamen Rider, Cyborg 009, Ryu delle caverne) poi adattato negli USA nei Power Rangers.
Il primo ad essere pubblicato (dei due annunciati nel momento in cui scrivo) è Denjiman (Denshi Sentai Denjiman), adattamento manga della quarta serie omonima dei Super Sentai. L’unica, insieme a Goggle Five, ad essere stata trasmessa in Italia su qualche rete locale.

La serie TV

La serie tv fu trasmessa in Giappone nel 1980 ed era co-prodotta dalla Marvel Comics, probabilmente una conseguenza della collaborazione nella serie tokusatsu Spider-Man (Supaidaman, 1978/79), Stan Lee aveva fiutato che i Sentai potevano funzionare anche negli USA e aveva cercato di creare un primo adattamento americano della successiva Taiyo Sentai Sun Vulcan, che però venne bocciato. Il successo dei Power Rangers dimostra come il sorridente ci aveva visto giusto, era solo in anticipo di una dozzina di anni, si può criticare per tante cose ma sapeva quel che piaceva al pubblico. Ma questa è un altra storia.

Gli autori

Il manga in questione è uscito originariamente in Giappone nel 2000 e porta le firme di Saburo Hatte (storia) e Yuji Hosoi (disegni). Il primo altri non è che uno pseudonimo dietro cui si cela il team di autori dei Super Sentai. Tra le altre loro creazioni la serie mecha Golion (poi divenuta Voltron) e General Daimos, e i manga ispirati alla serie tokusatsu Space Sheriff Gavan (una delle serie Metal Heroes usate dalla Saban per VR Troopers).
Il secondo ha scritto e illustrato i manga di Daiking (sempre edito da Hikari) e Fatal Fury (pubblicato anni fa dalla Star Comics sulle pagine di Game Over) ispirato all’omonimo videogioco. Insieme avevano già realizzato nel 1985 l’adattamento manga della serie Super Sentai Bioman di prossima pubblicazione.

La sinossi

Tremila anni dalla distruzione del pianeta Denji per mano del clan Vader, la Terra è minacciata dalle forze del male. Per proteggerla, cinque giovani vengono chiamati a raccolta da Denji Land, l’ultimo bastione ancora intatto del pianeta Denji. Comincia così una battaglia senza concessioni, a suon di sfide galattiche!

Un adattamento raffazonato

Per motivi puramente anagrafici non ho avuto modo di vedere la serie tv nei suoi rarissimi passaggi televisivi nostrani, al contrario di Goggle Five che per puro caso qualche volta ho visto. E non posso ovviamente fare un paragone ma basta leggere su Wikipedia un po’ la sinossi per capire che nel manga hanno semplificato notevolmente le cose. In modo quasi imbarazzante azzarderei, e per una serie tokusatsu che fa degli effetti speciali dozzinali il suo cavallo di battaglia vuol dire tanto. Dei cinque personaggi solo il Denji Red viene presentato un minimo, degli altri non sappiamo praticamente nulla. Nella serie tv dove ognuno ha una sua occupazione o un suo hobby. Per il resto il volume si compone di dodici episodi di una ventina di pagine scarse senza uno straccio di trama in cui i Denjiman combattono di volta in volta i mostri inviati da Hedrian e il generale Hedrer.

Conclusioni

C’è veramente poco da dire per un manga che ha di suo già poco da dire. Essendo uscito in patria a vent’anni dalla serie tv originale poteva essere una buona occasione per realizzarne un manga remake più moderno e attualizzandolo. Invece han semplicemente fatto il compitino. Si tratta di un manga che non mi sentirei di consigliare ad un lettore occasionale o in cerca di qualcosa di più impegnativo, in questo caso qualsiasi battle shonen sarebbe meglio. Anche per via del rapporto formato-prezzo che è un po’ eccessivo, Denjiman esce in formato kanzenban ma non supera le 200 pagine totali per un costo di oltre 12 euro.
Tutte cose che fanno di Denjiman un prodotto puramente for fans only.

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