She-Hulk: Attorney At Law (2022) – Recensione della serie Marvel Studios

Sin dall’uscita del primissimo teaser trailer She-Hulk: Attorney At Law è stata accolta con delle grasse risate. E non per il suo essere volutamente comedy ma per una CGI veramente pessima. E ahimè ha continuato a farlo durante il rilascio degli episodi su Disney+ e questa volta non solo per la CGI.

Ma è davvero così pessima questa She-Hulk?

Togliamoci subito la pratica CGI: alla fine è stato l’ultimo dei problemi. In certe sequenze era anche convincente ma in altre era davvero pessima e sembrava uscita da una Playstation 2. Decisamente più riuscita quando si tratta di Hulk o Abominio ma con lei si sono dimostrati davvero in difficoltà a renderla credibile. Pace. Passiamo oltre.

La serie incentrata sulle (dis)avventure di Jennifer Walters, avvocato in carriera nonché cugina del ben più famoso Bruce Banner, contaminata da una trasfusione di sangue del cugino trasformandosi a sua volta in un Hulk, vuole essere una serie comedy prendendo come modello in primis la serie più famosa dedicata al personaggio realizzata da John Byrne, che non farò finta di aver letto (la mia personale serie di riferimento al personaggio è quella firmata Dan Slott, di cui però ricordo ben poco), famosa per il suo stile umoristico e metanarrativo in cui il personaggio sfonda più volte la quarta parete. E strizzando l’occhio ad un altro famoso serial televisivo come Ally McBeal che non a caso aveva come protagonista un avvocato caratterizzato da situazioni surreali.

Insomma, è chiaro ciò la serie vuole essere ma francamente non capisco chi in rete non ha fatto altro che ripetere a pappagallo per circa nove settimane che “il fumetto è così, se criticate la serie è perché non avete mai letto un fumetto, gne, gne, gne”. Perché un conto sono i titoli di riferimento e le buone intenzioni, un altro è fare propri quei punti di riferimento e realizzare un prodotto altrettanto valido. E mi spiace dirlo perché tutto sommato mi sono anche divertito con She-Hulk ma qua proprio non ci siamo!

Non è che ripetere che il fumetto era così basta a far si che le gag create per questa serie funzionino, non è automatico. Se la run di Byrne è la più celebre sul personaggio immagino ci sarà un motivo, mentre She-Hulk: Attorney At Law rimarrà celebre per la sua pessima CGI. Al massimo per aver reintrodotto Daredevil nel Marvel Cinematic Universe dopo il cameo di Charlie Cox in Spider-Man: No Way Home, a mani basse l’episodio migliore della serie per tono ed eventi.

Senza andare a tirare fuori i fumetti di Byrne, che ci tengo a ribadire non ho mai letto e che a sto punto dubito lo abbiano letto sul serio tutti coloro che lo tirano in ballo per ogni critica alla serie tv, vi basta pensare ad un’altra serie comedy il cui protagonista sfonda la quarta parete, Malcolm in the Middle, tra l’latro inserita nel catalogo Disney+ proprio nello stesso periodo in cui è uscita la prima puntata di She-Hulk. Vi accorgerete della distanza abissale che separa i due prodotti, e Malcolm è di vent’anni fa. Ma sono anche consapevole di essere veramente sadico a confrontare She-Hulk con un titolo geniale come quello.

Per quanto mi riguarda She-Hulk è stata una serie totalmente in salita. Parte veramente zoppicando per poi convincere maggiormente verso gli ultimi tre episodi, potevano e anzi dovevano sfruttare maggiormente i casi giudiziari riguardanti i superumani, che inizialmente sono stati molto poco convincenti, per parlare e ironizzare sui supereroi. Non è un caso che i migliori episodi del lotto sotto questo aspetto siano quello con la seduta tra supercriminali di serie B e quello con Daredevil e Leap Frog, in parte anche quello con Mr. Immortal, episodi che ci trasportano finalmente ad un episodio in cui la metanarrativa funziona veramente (forse pure fin troppo tanto è sfacciato nel modo di porsi) dove essenzialmente il nemico si rivela essere il fandom tossico e che sovverte un po’ le regole narrative dei Marvel Studios.

Insomma, se si fosse attestata tutta sul livello di queste ultime puntate She-Hulk: Attorney At Law probabilmente avrebbe convinto maggiormente il pubblico.

Classificazione: 2.5 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

3 Risposte a “She-Hulk: Attorney At Law (2022) – Recensione della serie Marvel Studios”

  1. Completamente d’accordo. Una serie abbastanza divertente che parte pure bene per me, ma poi si perde in episodi inutili. Potevano fare decisamente di meglio

  2. C’è poco da dire, concordo in toto con la tua recensione.
    Personalmente credevo fossimo andati oltre il “nel fumetto è così! Leggiti il fumetto! Bla bla bla!” già da anni ma a quanto pare non è così perché anche io continuavo a leggere commenti di questo tipo come se bastasse a giustificare una mancanza di cura per tutto il tempo della serie (ad esclusione veramente di 2 forse 3 episodi). Se così fosse allora non ci si dovrebbe lamentare nemmeno di “BATMAN FOREVER” o “BATMAN & ROBIN” dato che Batman (nei fumetti anni 50/60) era esattamente così, ridicolo e sopra le righe.
    Ma va bè, ho capito da tempo che in ambito nerd/geek si fanno sempre 2, 3, 10 pesi e 10 misure.
    Per il resto un vero peccato, una comedy ci poteva anche stare ma è stata troppo sgangherata e troppo gestita male (sia il lato commedia che tutta la questione quarta parete). Per quanto mi riguarda sono contento per il ritorno di Daredevil e mi ha fatto piacere rivedere Wong. Per il resto serie piacevole da guardare a tempo perso ma non fosse MCU finirebbe nel dimenticatoio.

    1. Ti dirò, Wong lo adoro ma qua ad un certo punto non lo sopportavo più. Però una sitcom tutta sua con Madisynn la guarderei volentieri, e poi ho iniziato a guardare i Soprano XD

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