Retrospettiva per Drag me to Hell per l’Hallowgeek 2022
Per questo Hallogeek 2022 con i soci della Geek League in versione ridotta avevo pensato di parlarvi de La Casa di Sam Raimi, film che ho visto per la prima volta fin troppo tardi, c’è stato un tempo in cui non ero minimamente attratto dal genere horror se non per qualche eccezione che sconfinava in altri generi a me più affini, tipo Alien, ad oggi lo considero come uno dei film più belli che io abbia mai visto, sicuramente è quello che più preferisco della trilogia di Evil Dead. Ma poi ho pensato che era l’occasione giusta per recuperare la visione di un altro titolo della filmografia di Raimi che per fortuna si trova su Prime Video: Drag me to Hell.
Film uscito nel 2009, la leggenda narra che Sam e suo fratello Ivan scrissero la sceneggiatura ben dieci anni prima ma essendo il regista impegnato con la trilogia di Spider-Man dovette accantonare il progetto, inizialmente chiamato The Curse, nel frattempo aveva cercato di farlo dirigere da Edgar Wright che però rifiutò elegantemente perché lo avrebbe sentito come se stesse cantando al karaoke, se capite cosa intende. E così conclusa l’esperienza con Spider-Man è tornato al suo progetto ormai divenuto Drag me to Hell, intenzionato a realizzare un film più semplice e a basso budget, Robert Tapert, storico amico di Raimi, avrebbe finanziato il film con la sua società e infine la Universal si accollò la distribuzione del film.
Insomma Drag me to Hell rappresenta un ritorno alle origini per Sam Raimi. Più o meno.
La storia si focalizza su Christine (Alison Lohman), un impiegata di un grande ufficio di credito che per guadagnarsi una promozione cerca di dimostrare quanto possa essere inflessibile negando una terza proroga di prestito ad una anziana signora. Peccato che quella anziana signora sia una zingara che per vendicarsi dell’umiliazione subita le lancia una maledizione. Da quel momento per Christine iniziano terrificanti e orrende visioni che poi scopre essere da un Lamia che la perseguita ed entro tre giorni la trascinerà all’Inferno, sempre che non riesca a trovare il modo di placare il demone.
La trama riprende alcuni punti dal film britannico del 1957 La notte del demonio (Night of the Demon) a sua volta un adattamento del racconto Casting the Rune di Montague Rhodes James contenuto nell’antologia More Ghost Stories, non conoscevo né il film in questione né l’autore ma ho fatto i compiti. James è uno degli scrittori britannici più influenti, faccio mea culpa per non averlo conosciuto prima, vissuto tra il 1800 e il 1900, i suoi racconti di fantasmi e soprannaturale hanno influenzato scrittori del calibro di Stephen King, se siete curiosi di leggerli li trovate pubblicati dalla Newton Compton nell’antologia Tutti i racconti di fantasmi. La notte del demonio invece effettivamente nel leggere la trama sull’internet più che avere qualche punto in comune quasi azzarderei nel dire che Drag me to Hell possa esserne una sorta di remake ma non lo è, non ufficialmente almeno, rimaniamo più dalle parti dell’omaggio. L’importante è che funzioni e funziona, non siamo ai livelli di altri titoli del regista ma ci siamo.
L’intenzione di Raimi è di porre l’attenzione sulla morale, Christine è una brava persona ma nel momento in cui fa una scelta sbagliata mossa dall’avidità finisce con il pagarne il prezzo, un po’ la capisco però Christine, girerebbero le scatole anche a me nel vedermi la promozione quasi soffiata da un collega leccaculo che non se la merita minimamente mentre i genitori del tuo ragazzo benestante non ti ritengono all’altezza del loro figlio prediletto, sembra che facciano tutti a gara per farla sentire inadeguata a qualsiasi cosa, da qui a vendermi l’anima e la mia dignità ce ne passa però, ed è qui che vuole andare a parare il regista.
Lo fa a modo suo ovviamente, con scene più disgustose che sanguinarie e un finale alla russa, che per quanto mi riguarda è la cosa più riuscita dell’intero film. A suo dire la scelta di limitare il sangue è dovuta al fatto che voleva differenziarsi dai suoi horror passati e che il film fosse classificato solo PG-13, nei fatti sembra una summa di quanto fatto prima proprio con Evil Dead, tra l’horror puro de La Casa e il divertimento slapstick de L’Armata delle Tenebre, Christine in certe scene ricorda non poco Ash Williams, ma con metà del suo fascino, prendete la scena in cui combatte letteralmente con un fazzoletto indemoniato, e tutta la parte della seduta spiritica urla Evil Dead da tutte le parti, per un attimo ho sperato di sentire pure “unisciti a noi!”.
Forse il vero orrore è come certa gente finisca per gettare la propria persona per cose effimere come una promozione o per compiacere qualcun altro, e ne conosco parecchi, quando si accorgeranno del loro errore potrebbe essere troppo tardi.
Hallowgeek 2022 continua su
La Bara Volante – Pearl
Pietro Saba World – Disney le più belle storie di Halloween
The Reign of Ema – Halloween Party
Altri articoli terrificanti invece li potete leggere su:
Il Zinefilo – Halloween Ends
Vengonofuoridallefottutepareti – Ringu 2
[…] 2, ma trovate altri post spaventosissimi da Lucius de Il Zinefilo, da Cassidy de La bara volante e Arcangelo di Omniverso. Buon […]
Solo amore per questo film, Raimi torna alle origini (che non ha mai dimenticato) e manda a segno un cult, un altro nella sua carriera, lo rivedo periodicamente ed ogni volta mi esalta, buon Halloween! 😉 Cheers
[…] che recensisce Drag me to Hell […]
Grazie per la citazione, ti ho aggiunto al blogroll di oggi 😉
Quando nel 2004 sono andato a vivere in provincia ho dovuto rinunciare al cinema su grande schermo, visto che le sale cinematografiche sono totalmente assenti nella provincia di Roma. (Non un paesino sperduto in montagna, ma la Capitale d’Italia, dove appena metti un piede fuori dal centro storico c’è il nulla radioattivo!)
Poi però il mio amato Sam Raimi è tornato all’horror, dopo avermi deluso con Spider-Man (io ODIO le supertutine ^_^) quindi come potevo resistere? Sfidando gli eventi e masticando decine di chilometri, mi sono ammazzato ma sono riuscito a vedere questo film in sala, uscendone purtroppo profondamente deluso: la fatica fisica di aver attraversato la provincia non valeva proprio la pena, al massimo era un film da vedere con un occhio solo su Italia1.
La colpa è mia, volevo il Raimi delle origini, di Evil Dead 2 e 3, di Darkman, ma sia io che lui eravamo cambiati e non ci capivamo più. Mi è sembrato troppo poco per un nome come Raimi, non ho apprezzato né l’horror né l’umorismo, o magari sono stati i 120 chilometri che mi sono dovuto sorbire, con in più un turno di lavoro sulle spalle, a stabilire che non era valsa minimamente la pena di vederlo in sala. Rivisto anni dopo comodamente a casa, non mi ha detto proprio niente: mi spiace, Sam, ti ho tanto amato ma non siamo più in sintonia.
Il viaggio effettivamente potrebbe aver pesato per un film non esattamente all’altezza delle aspettative.
Visto ma totalmente rimosso! Se non leggevo della zingara, una delle poche scene che ricordo, avrei detto di non averlo visto.
La scena del fazzoletto non la ricordo minimamente. Sarebbe da recuperare solo quella! 😁
Magari qualcuno l’ha caricata sul tubo 😉
Sì, senza essere chissà che funziona. Soprattutto una scena è parecchio efficace.
Concordo, fa il suo lavoro, però effettivamente mi sento in linea con Lucius, non valeva il biglietto del cinema.
Ti ho letto qualche giorno fa ma ti rispondo solo ora! A me Drag Me to Hell piace, si vede che è un Raimi che vuole divertirsi, però pure secondo me non arriva ai livelli dei suoi film migliori. Sarà il digitale, saranno gli effetti speciali poco rustici, non so, ma non mi arriva del tutto, pur considerandolo divertente e pur avendolo visto già almeno tre volte!