Pur avendo ormai una certa età sul groppone devo confessare di aver visto l’anime Mobile Suit Gundam solo in tempi recenti. Anzi a dirla tutta il mio approccio con il franchise si limitava solo ai manga ispirati a Gundam Wing, ben più recente rispetto all’anime originale e completamente slegato da esso. Lo so, per un appassionato di anime e manga è una grossa lacuna, soprattutto se pensate che da bambino andavo letteralmente pazzo per i robottoni. Ma ho potuto rimediare grazie al servizio streaming Prime Video e ho finito per appassionarmici pur senza perderci la testa.
O meglio, mi sono appassionato al personaggio di Char Aznable, ma ci torniamo dopo.
Per quei pochi che non conoscono la serie, di che parla Mobile Suit Gundam? Essenzialmente della guerra tra la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon. Nel futuro l’uomo ha iniziato a colonizzare lo spazio. Intorno all’orbita della Luna sono situati dei cilindri contenenti degli habitat artificiali in cui gli uomini possono vivere chiamati Side. Su Side 3 si trova il Principato di Zeone intenzionato ad affrancarsi dalla Federazione Terrestre. Tutta una serie di eventi porta le due parti alla guerra. In questo scenario si svolgono le battaglie di Amuro Rey e del resto dell’equipaggio della Base Bianca della Federazione Terrestre. Zeon è avvantaggiata dall’uso di una nuova arma, i Mobile Suit, robot corazzati antropomorfi pilotati da umani. Amuro un po’ per caso e con riluttanza diventa il pilota di un nuovo modello di Mobile Suit creato apposta per contrastare Zeon: il Gundam.
L’anime realizzto nel 1979 da Yoshiyuki Tomino e Hajime Yatate (pseudonimo dello staff creativo della Sunrise) salta all’occhio per il suo realismo nel trattare la guerra e i robot stessi. Non più robot invincibili ma “semplici” armi da combattimento.
Un tempo c’erano i super robot, i buoni contro i malvagi alieni invasori. In Gundam non c’è un vero e proprio nemico, per quanto questo sia identificabile nella famiglia Zabi, i governanti di Zeon. Gundam pone molta attenzione sul dramma della guerra, entrambe le fazioni hanno le loro ragioni, entrambe le fazioni pensano di essere nel giusto, entrambe le fazioni hanno commesso errori e atrocità.
E in tutto questo c’è l’esperienza diretta di Amuro, un normale ragazzo trascinato suo malgrado nel bel mezzo del conflitto. Amuro non è esattamente il classico protagonista carismatico, anzi è proprio l’opposto, senza dubbi direi che è il prototipo di Shinji Ikari (Evagelion), il ragazzo complessato e lamentoso con cui condivide un brusco rapporto col padre ossessionato dalla propria guerra, anche se a Shinji è andata decisamente peggio.
Tutto il contrario invece di Char Aznable, la Cometa Rossa di Zeon, abilissimo pilota di Mobile Suit mascherato avvolto nel mistero che finisce col diventare il rivale principale di Amuro per tutta la serie. Char però non è esattamente un antagonista e non sta nemmeno dalla parte di Zeon a dirla tutta, Char agisce per se stesso, i motivi non ve li sto a dire per evitarvi spoiler. In quest’ottica diventa un anti eroe a tutti gli effetti e per certi versi è il vero protagonista dell’intera serie.
Tutto questo non rende Gundam una serie esattamente leggera, anzi è molto pesante, una tragedia continua che forse avrebbe funzionato meglio con una decina, anzi facciamo anche una quindicina di episodi in meno, perché nonostante manchi il mostro della settimana tipico dei vari Mazinga e soci finisce un po’ per scadere nella ripetitività nella parte centrale.
Verso la fine invece viene introdotto un concetto molto importante nell’universo di Gundam, il Newtype, che non mi ha convinto del tutto per il semplice fatto che lascia cadere totalmente il realismo sul quale si poggia l’intera serie, sembra quasi che non avessero in mente un finale vero e proprio, finale in cui ancora una volta è più importante Char di Amuro, e sempre verso la fine il principato di Zeon assume totalmente toni negativi diventando una sorta di dittatura di chiara ispirazione nazista, Hitler viene citato apertamente. Rimane comunque una grandissima serie, forse non invecchiata benissimo ma indubbiamente importante per l’animazione giapponese, non solo per i mecha.
[Nota: versione rivista e aggiornata di un articolo pubblicato in precedenza su Omniverso]
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Tu mai visto? Io neanche conoscevo prima di oggi 😀
Comunque interessante, ma non vado proprio pazzo per i robottoni 😉
Se ti è piaciuta la serie di origine ti consiglio di recuperare il manga di mobile suite gundam origin disegnato da mecha designer della serie originale. Il manga è pubblicato da star comics e oltre alle origini di char copre tutta la vecchia serie animata
L’ho già addocchiato ma grazie per la segnalazione 😉
Figurati, gundam merita.
Su Netflix ho messo in lista Gundam Unicorn e Orphan, settimana prossima ho in programma un altro post sul blog e in futuro sicuramente recuperò qualche manga, quasi quasi mi rivedo e rileggo pure Wing.
Ti consiglio di vedere prima unicorn che fa parte dello stesso universo del gundam che hai appena visto, mentre orphan è completamente slegato. Anche Wing è bello ma la serie gundam che preferisco è gundam seed.