Matrix Revolutions (2003) – Recensione del film

Matrix Revolutions (2003) – Recensione del film

Non è facile per me scrivere queste righe. Come non è stato facile arrivare a fine visione e soprattutto come trovare una locandina più brutta di quella di Matrix Revolutions.

Se il primo Matrix è stato un titolo importantissimo per la fantascienza e per il cinema in generale non possiamo dire lo stesso del suo sequel. Reloaded soffriva di una buona dose di noia alternata a spettacolari sequenze action infarcite di filosofia spicciola.
Con questo terzo e conclusivo capitolo (almeno fino all’uscita del quarto indesiderato capitolo), le cose purtroppo sono andate peggio, chiudendo in modo deludente la storia.

Premessa necessaria. Matrix Reloaded e Matrix Revolutions in realtà sono un unico film diviso in due parti, semplicemente anticiparono quella che poi è divenuta una moda recente al cinema. Infatti sono usciti entrambi nel 2003 a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro.

Matrix Revolutions Neo vs Smith

Il problema grosso probabilmente arriva in fase di montaggio e a pagarne maggiormente tra i due è stato Revolutions. Con questo enorme sequel Lana e Lili Wachoski hanno infarcito la storia non solo di troppi momenti filosofeggianti e a tratti arzigogolati, che probabilmente non hanno più capito nemmeno loro, ma anche di troppi personaggi di cui poi realmente ci interessa poco. Matrix che ci piaccia o meno, nonostante il suo metaforone sul libero arbitrio di stampo pseudo religioso, è la storia di Neo, Trinity e Morpheus. Dei nuovi personaggi l’unico che davvero meritava spazio era Niobe, e giustamente lo ha avuto ma sto un po’ divagando.

Il montaggio della storia è stato diviso in modo poco equo. La battaglia decisiva tra umani e macchine è stata tutta inserita in questo ultimo film. Probabilmente pensando che una battaglia epica meritava tutto un suo spazio per concludere degnamente la vicenda. Nei fatti la lunga sequenza spezza troppo la narrazione, concentrandosi eccessivamente su tutti quei personaggi di cui accennavo poco fa e di cui non ci interessa niente accantonando Neo e Trinity, persino Morpheus lo si vede davvero troppo poco.

Battaglia che viene tirata per le lunghe in modo fin troppo inverosimile anche per un film di fantascienza. Ma penso che questo non importasse alle Wachoski, che non fosse loro intenzione preferendo concentrarsi sulla pura messinscena cinematografica, nel senso più puro del termine.

Matrix Revolutions

E su questo aspetto non si può alzare alcuna critica nei loro confronti. Rimane un film puramente spettacolare seppur inferiore ai suoi predecessori, da un punto di vista visivo per quanto riguarda scelte artistiche sia per quanto riguarda il lato puramente ludico con i suoi effetti speciali che ancora oggi reggono bene il confronto con titoli ben più recenti.

Lo scontro finale tra Neo e Smith in tutta la sua devastazione anticipa di ben dieci anni la battaglia tra Superman e Zod vista ne L’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder.

Revolutions nonostante le buone idee alla base, nessuna delle quali veramente originale e va detto, delude preferendo mettere in secondo piano i protagonisti in favore degli effetti speciali. La vera rivoluzione l’ha fatta Matrix quattro anni prima.

MATRIX REVOLUTIONS

  • Titolo originale: The Matrix Revolutions
  • Regia: The Wachowskis
  • Sceneggiatura: The Wachowskis
  • Genere: fantascienza, cyberpunk
  • Anno: 2003

Classificazione: 2.5 su 5.

La saga di Matrix:

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

8 Risposte a “Matrix Revolutions (2003) – Recensione del film”

  1. Visti al cinema secondo e terzo e mi sono annoiato enormemente, nonostante il primo mi fosse piaciuto tantissimo.
    Ma è nel terzo film che c’era la scena del ballo interminabile?
    Ricordo che al cinema eravamo tutti perplessi durante quella scena.

  2. Arcangelo, se posso, suggerisco un film uscito in contemporanea a Matrix (1999): existenz. tematiche simili, ma tutto esaurito in un capitolo solo di 90 minuti (con meno implicazioni escatologiche).

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