Carnival Row – Recensione

Carnival Row – Recensione

E così nell’indifferenza più totale lo scorso 17 Marzo è uscita su Amazon Prime Video la seconda e ultima stagione di Carnival Row.

La prima stagione di Carnival Row esce su Prime Video nell’Agosto del 2019. Letteralmente una vita fa. La serie nasce da una sceneggiatura per un film scritto da Travis Beacham intitolato A Killing on Carnival Row. Il film non venne mai prodotto e si arriva alla serie tv, creata dallo stesso Beachman e René Echevarria. Si dice che inizialmente era previsto il coinvolgimento di Guillermo Del Toro, con il quale Beachman aveva già lavorato a Pacific Rim, ma niente da fare. Forse un suo coinvolgimento avrebbe decretato un destino migliore per questa serie.

A Killing on Carnival Row

Carnival Row racconta di questo mondo alternativo, ambientato in una sorta di epoca vittoriana steampunk, in cui gli umani convivono con svariate razze di esseri fatati. Fate, fauni, licantropi e tanti altri. Bello, eh? Se solo non si odiassero tutti.

Gli esseri fatati e tutto il mondo creato da Beachman altro non sono che una grossa metafora del mondo reale, delle discriminazioni, delle guerre, della violenza insensata di cui si rende artefice l’uomo. Non è un caso se il personaggio di Agreus sia interpretato da un attore di colore, nel mondo di Carnival Row questo non ha la benché minima importanza, importa solo se tu sia un umano o un fatato e Agreus è un fauno, è normale convivere con altre etnie ma non con i fatati. Tra l’altro il personaggio è protagonista di una delle storyline più belle della prima stagione, da fauno arricchito ma malvisto dall’alta società ad amante proprio di una ricca razzista viziata che rivedrà totalmente il suo punto di vista sulla questione. Ma non sono loro i protagonisti principali di Carnival Row.

In questo contesto assistiamo alle indagini dell’ispettore di polizia Rycroft Philostrate (Orlando Bloom) su una serie di brutali omicidi. Philo, a differenza dei suoi colleghi umani, non ha mai nascosto le sue simpatie per i fatati. Anzi, è innamorato di una fata, Vignette (Cara Delevigne) e la loro tormentata storia viene messa a dura prova da tutto ciò che li circonda. Il tutto mischiando sapientemente crime, fantasy e horror. Per una analisi più approfondita di questo mondo vi rimando ad un articolo scritto da Kasabake sul suo blog.

Nata sotto una cattiva stella

Purtroppo Carnival Row è stata una serie a dir poco sfortunata. La serie venne subito rinnovata per una seconda stagione e proprio mentre questa veniva girata scoppiò l’epidemia di Covid-19, e sappiamo tutti come è andata. Molte serie tv e film vennero rimandati ma per Carnival Row la cosa è stata peggio. Mentre tutto il resto delle produzioni trovava una sua data di uscita e ci si adattava alla situazione Carnival Row veniva sempre rimandato. Lo scorso Novembre, dopo tre anni, viene annunciato che la seconda stagione funge da conclusione alla storia, e la serie viene rilasciata finalmente a Marzo 2023.

Un calvario. E sembra che a nessuno sia interessato. Come se tutti coloro che aspettavano di scoprire come proseguivano le avventure di Philo e Vignette se ne fossero piano piano dimenticati o rassegnati all’idea che la seconda stagione di Carnival Row non sarebbe mai uscita.

Personalmente invece ho avuto una reazione diversa, appena iniziata la riproduzione della prima puntata ho quasi perso interesse. Quasi.

Storia di un omicidio assistito

L’idea stessa che la serie si sarebbe conclusa così di botto senza senso mi aveva decisamente scoraggiato, ma d’altra parte rinunciare a vedere dopo tutto questo tempo era un peccato.

Chiaramente Amazon non aveva più interesse nel produrre una serie come questa, la location, il set, i costumi, trucco e parrucco richiedevano sicuramente un prezzo troppo alto da giustificare la produzione di una serie che già fu divisiva, per i motivi più sciocchi aggiungerei. Specialmente quando un The Boys, che fece il suo debutto un mese prima della prima stagione di Carnival Row nel 2019, richiede decisamente meno ed è stata sin da subito una hit.
Per non parlare del fatto che l’anno scorso sempre Amazon ha speso un capitale per realizzare la serie Il Signore degli Anelli – Gli anelli del potere, forse la serie più costosa di sempre e una hit praticamente sicura in ogni caso. Perché dovrebbero investire ancora denaro in una serie come Carnival Row quando quel denaro può essere investito per le sue galline dalle uova d’oro?

Salviamo il salvabile

Nel guardare questa seconda stagione è chiaro sin da subito come abbiano tentato di salvare il salvabile cercando di condensare storyline evidentemente studiate per uno sviluppo a lungo termine in soli dieci episodi. E ovviamente la serie ne ha risentito.

Il problema principale a mio avviso è l’aver messo molto da parte il lato puramente crime della prima stagione, quello che era il suo punto di forza, decidendo di concentrarsi maggiormente sull’aspetto politico e sociale, non meno importante ma più sullo sfondo nella prima stagione. Gli intrighi e i complotti politici dietro ai conflitti umani-fatati prendono il sopravvento immediatamente risultando solo più caotici.

Chiaramente erano temi portanti per Carnival Row ma è evidente come abbiano condensato potenziale materiale da sviluppare in un’ ipotetica terza stagione in soli dieci episodi, contro gli otto della prima.

Lo scoglio più grande è rappresentato dai primi due episodi, superati questi bene o male la storia riesce a decollare e conquistare. Ma quella sensazione che tutto si svolga troppo velocemente fatica ad andarsene. Pace, prendiamo quel che viene. Non voglio addentrarmi ulteriormente nella storia per evitare spoiler.

Conclusioni

Quindi vale la pena vedere Carnival Row? Nel complesso direi di si, soprattutto grazie ad una prima stagione decisamente al di sopra della media e nonostante un finale che lascia veramente l’amaro in bocca per un potenziale non pienamente espresso per cause di forza maggiore. E personalmente mi dispiace anche per Orlando Bloom, il suo Philo poteva prendere posto a fianco del suo Legolas e di Will Turner come suo personaggio iconico, e invece rimarrà solo una piccola parentesi in una carriera mai veramente decollata, nonché una grandissima fonte di facce da meme.

Classificazione: 3.5 su 5.

Attenzione spoiler: proseguite solo se non temete spoiler o avete visto il finale di serie

Una cosa vorrei dirla sul finale. Posticcio ed eccessivamente “e vissero felici e contenti”, beh, più o meno.
Che la storia tra Philo e Vignette naufraghi per le scelte dei due ci sta, che lei abbia un lieto finale e lui agrodolce anche no.

Vignette è la Jesse Pinkman della situazione, qualsiasi cosa faccia porta ad un potenziale disastro, mentre Philo si danna per far sì che nessuno, ma proprio nessuno si faccia del male. Cosa che porta ad incomprensioni tra i due e poi alla rottura. Ripeto, ci sta.

Questa rottura porta Vignette a riavvicinarsi a Tourmaline, una fata che si prostituiva nella Row con la quale aveva un rapporto affettivo che andava oltre la semplice amicizia. Ecco, Tourmaline nella seconda stagione ha una notevole evoluzione, da “terzo incomodo” nella prima serie a personaggio essenziale, tanto da arrivare a capire e comprendere le decisioni di Philo, pur rimanendo sempre molto unita a Vignette nonostante prenda decisioni sempre più sbagliate. L’ultima di queste scelte sbagliate causa tantissime vittime tra i fatati, vittime collaterali di una presunta rivoluzione. Assistiamo a scene veramente forti. Certo poi all’ultimo Vignette mette al primo posto il suo amore per lei ma passate molte lune vederle pure sposate senza che nessuno le abbia fatto un minimo cazziatone per le sue azioni mi pare un calcio in faccia all’evoluzione di Tourmaline e al buon senso.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

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