Fullmetal Alchemist – Recensione del film live action

Fullmetal Alchemist live action poster

Lo scorso 19 Febbraio è stato rilasciato su Netflix il film Fullmetal Alchemist, film live action del famoso shonen manga omonimo di Hiromu Arakawa, diretto da Fumihiko Sori e uscito nelle sale cinematografiche giapponesi lo scorso Dicembre.

La trama in breve riprende parzialmente quella del manga: in una versione alternativa di inizio XX secolo, un mondo in cui l’alchimia è realtà, i due piccoli fratelli Edward e Alphonse Elric tentano di riportare in vita la loro madre con una trasmutazione umana, una pratica vietata. La cosa va male, per la legge dello scambio equivalente Ed perde una gamba e Al viene trascinato all’interno della porta della verità. Ed quindi per salvare il fratello sacrifica un braccio e riesce a salvargli l’anima legandolo ad un armatura tramite un sigillo. Anni dopo Ed è divenuto alchimista di stato e viaggia con il fratello alla ricerca della Pietra Filosofale per potergli ridare un corpo ma nel loro cammino faranno la conoscenza degli homunculus, uomini artificiali dotati di particolari poteri.

Facciamo finta di niente sulla recitazione pessima degli attori giapponesi coinvolti nel progetto, di certo non mi aspettavo una recitazione da Oscar, vorrei però far presente quanto sia strano vedere volti giapponesi in un ambientazione di palese ispirazione europea, parte del film è stata girata in Italia, in Toscana e si vede, anzi gli stessi personaggi del manga dovrebbero essere dei simil europei ma non è stata sollevata nessuna polemica sul cambio etnico o di appropriazione culturare (da parte di persone che poi molto probabilmente festeggiano Halloween e nel caso dei mangofili che si atteggiano da finti giapponesi) come accaduto per Death Note o Ghost In The Shell. Sia chiaro, la mia è una provocazione, non è di certo questo il problema di Fullmetal Alchemist, però si dai, fa un po’ strano vederli così biondi e dai tratti asiatici, più strano addirittura dell’intero cast del bellissimo Thermae Romae dove dei giapponesi interpretavano degli antichi romani, però almeno ci ha provato con un attore dai tratti meno accentuati, ma andiamo oltre.

Ci tengo a precisare che non ho mai letto il manga e che ho visto solo il primo anime che riprende gli eventi di questo solo nella prima parte per poi prendere una piega tutta sua, a differenza dell’anime Fullmetal Alchemist: Brotherhood che dovrebbe essere l’adattamento integrale e fedele, però gli eventi del film si basano giustamente sui primi capitoli prendendosi qualche libertà qua e là. A memoria mi vien da dire che questo live action sia piuttosto fedele, forse fin troppo, e non mi riferisco all’uso smodato dei costumi identici a quelli del manga, cosa che ho sempre apprezzato dei giapponesi #fuckrealismo. Dicevo forse fin troppo, si perché più di una volta ho pensato di avere davanti una cosa tanto pensata per essere fedele, per strizzare l’occhio al fan, nel riproporre fedelmente certe scene, da essere totalmente vuota e priva di sentimenti. Un po’ quello che pensai nel vedere Batman V Superman.

Il problema è che questo Fullmetal Alchemist non è stato esattamente pensato come film, non è strutturato come un film e quindi con un inizio, uno svolgimento e una fine. No, sembra quasi di vedere una sorta di serie tv, sembra che abbiano preso alcuni episodi chiave, trasposti in live action e li abbiano messi assieme alla bell’é meglio, condensati in meno di due ore per poi accorgersi che dovevano chiudere in qualche modo, perché diamine è un film questo, ma niente, il danno era fatto. Scelte narrative dannose con tanto di salti logici da una scena all’altra (un evento chiave avviene off screen) per i protagonisti principali che dopo un inizio in cui ci vengono presentati con tanto di spiegone diventano quasi degli spettatori della vicenda, di fatto il confronto finale gli viene totalmente rubato. Dicevo senza emozioni, si perché alla fine ti ritrovi davanti delle scene che ricalcano fedelmente le vignette ma prive del background necessario a creare empatia con lo spettatore, proprio perché han voluto strafare mettendo il più possibile eventi della storia originale ma senza il tempo necessario a raccontarli piuttosto che elaborare una trama coerente con una sua chiusura.

Non pessimo ma brutto, il live action di Fullmetal Alchemist è un fallimento, un fan difficilmente sarà soddisfatto mentre chi non conosce l’opera originale difficilmente sentirà lo stimolo ad avvicinarcisi, sicuramente non perché stimolato dalla bellezza della storia, al massimo i più curiosi lo faranno ma solo per capire meglio sto casino di trama che han fatto.

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

24 Risposte a “Fullmetal Alchemist – Recensione del film live action”

  1. Peccato (non che avessi alte aspettative dopo aver visto il trailer). Grazie per la recensione onesta. P.S. Se ti capita guardati Brotherhood: merita ;).

  2. Se penso che il live action più fedele di una serie giappo, come personaggi, lo abbiamo fatto noi (Licia), mi viene da ridere. Inutile voler far interpretare a attori giapponesi personaggi occidentali XD
    In ogni caso, non me ne avvicinierò, specie per quel che hai detto su trama e struttura XD

    Moz-

  3. Ero indeciso se iniziarlo o no, poi ho optato per “Mute”, da quanto leggo non sarei cascato tanto meglio, vediamo se riesco a trovare un po’ di tempo magari gli do un’occhiata, grazie per la tua preziosa avanscoperta 😉 Cheers

  4. Non l’ho visto, ma diciamolo: una serie tanto lunga, di base non è adatta a essere condensata in un film.
    Se ne hai l’occasione, spupazzati pure il manga: nonostante piccole cadute, è molto bello 😉

    1. Mah, sono d’accordo parzialmente. Potevano benissimo prendere uno storyarc e adattarlo a film, ma per film intendo con una sua chiusura lasciando comunque alcune cose aperte per andare avanti con la saga, cosa che palesemente è nelle loro intenzioni. Hanno fallito nella modalità.
      Il manga lo provai all’epoca ma poi non se ne fece nulla, mi accontento dell’anime 🙂

  5. Stavo per scrivere più o meno le stesse cose.
    Mi sono ritrovato nella tua descrizione, soprattutto per quanto riguarda la bizzarra sensazione di vedere giapponesi biondi con nomi occidentali in un paesino toscano.
    A parte questo segnalo la scarsa colonna sonora (alcuni brani sembrano abbastanza fuori luogo) ma, come nota positiva, la realizzazione dell’armatura di Alphonse: realistica, senza troppi fronzoli, piuttosto convincente.

    1. Intanto ciao e benvenuto a bordo. Non solo l’armatura di Alphonse è convincente ma è anche il personaggio recitato meglio XD
      Spero di rivederti da queste parti 🙂

  6. Mmm… il manga ricordo che avevo voglia di recuperarlo nei primi anni 2000 ma poi per mancanza di soldi non l’ho più fatto.
    Comunque questo live action non mi attira e la tua recensione non cambia le cose. Anche se è fedele all’opera originale, io non potrei comunque saperlo non avendola mai letta. Forse un giorno lo farò a tempo perso come ho fatto con quella schifezza di Kyashan e come vorrei fare con Yattaman (se lo trovo me lo guardo stasera).

    1. Questo film è fedele ma nel modo sbagliato, senza un vero obiettivo. Kyashan a me tutto sommato piacque ma è anche vero che non conosco bene l’anime originale, Yattaman vai tranquillo che merita davvero.

      1. Ma sai che mi è sorto il dubbio che il manga che volessi seguire era Full Metal Panic e non Alchemist? Però dopo aver visto le immagini non ne sono sicuro perché a me i robot tipo Gundam non sono mai piaciuti molto (Patlabor sì perché c’era più vita da centrale di polizia e investigazione), però non non mi piace neanche la magia…
        La mia su Yattaman arriva domani!

  7. Che peccato! Ho visto l’anime non con assiduità, ma sarei stato curioso di vedere il film per riattivare l’interesse, una sorta di punto di partenza. Non mi sembra una buona idea 😉

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