Ame e Yuki Bambini Lupo film d’animazione giapponese del 2012 diretto da Mamoru Hosoda e distribuito da Dynit in Italia è anche disponibile su Netflix. La trama in breve:
Una studentessa universitaria ha due figli con un lupo mannaro che muore giovane, lasciandola sola con le difficoltà di crescere l’insolita prole tra civiltà e natura.
Nel momento in cui il mondo premia non so se giustamente o meno The Shape of Water il film di Guillermo Del Toro (che non ho visto ancora) con ben quattro Oscar vi voglio consigliare un’altra bella storia sentimentale che supera la barriera della razza e anche di più secondo me, inoltre da super amante della love story tra Luca Wolf e Biancaneve di Fables non potevo certo esimermi dal vedere questo lungometraggio nonostante stia su tutt’altra sponda, eppure questa è veramente una favola citando proprio l’apertura del film ed è una di quelle che riescono a farti bene al cuore.
Nella prima e breve parte viviamo questa storia d’amore tra Hana la protagonista e l’uomo lupo, un suo compagno di università, in modo molto tenero e poetico, fatto di quelle che sono le attese e gli avvicinamenti semplici della vita di tutti i giorni, da quando non si sa ancora bene cosa si è fino a quando poi si diventa una coppia a tutti gli effetti con tanto di pargoli, un momento lungo fatto di poche parole e tante immagini accompagnate dalla colonna sonora che potrebbe annoiare i meno romantici, ma non per questo dovrebbero abbandonarne la visione però, anche perché di li a poco c’è il primo pugno nello stomaco (già spoilerato nella sinossi) con la morte del compagno di Hana nonché papà rispettivamente di Yuki e Ame, una bimba e un bimbo, il giovane muore per fatalità, il momento è carico di tristezza e riesce a colpire proprio per la sua semplicità poiché e una scena a cui in molti avranno sicuramente assistito ma in circostanze molto diverse chiaramente e da quel momento parte sul serio questa favola. Hana deve farsi forza e crescere i bambini in un mondo che non sa e non deve sapere di uomini lupo e le prime difficoltà sia con i bambini sia con l’ambiente di città che li circonda non tarderanno ad arrivare, non voglio parlare più di tanto della trama perché vorrei lasciare una visione pulita dei successivi eventi.
Molte cose di questo film mano mano che procedeva me le aspettavo, eppure ha saputo nel suo piccolo stupirmi in positivo, quando pensavo che il tema potesse essere quanto gli umani siano stronzi mi ha sorpreso e quando poteva sembrare citofonata la scelta dei bambini di Hana che prima o poi avrebbero dovuto scegliere da che parte del mondo alzarsi la mattina se da lupi o persone anche lì non è stato così scontato ed è stato affrontato in una maniera coerente dove risiede il vero messaggio del film forse più rivolto agli adulti che non ai bambini/adolescenti. L’aspetto migliore però a mio avviso che può convincere anche i più scettici o chi pensa di aver visto già tutto è il modo di narrare e vivere questa storia, così accurato e convincente trattando di problematiche che tuttavia irreali e fantastiche, eppure le difficoltà di Hana sono quelle che qualsiasi genitore ha con i propri figli, sopratutto quando li si deve crescere da soli e non si ci risparmia nulla, non ci sono filtri nonostante siano i sentimenti a vincere in questa storia non è permeata dalla censura del minutaggio o di quel voler la spettacolarità a tutti i costi ricercando subito il momento di tensione o gioia, no tutto scorre in modo coerente e questa alla fine si rivela una vera e commovente storia d’amore, non quello classico ma quello immenso ed enorme che solo un genitore può avere per i propri figli, che se è sano è il vero amore più grande al mondo.
A chi lo sconsiglio? Beh a quelli che proprio non riescono a digerire il genere romantico, ma neanche i cinque minuti proprio, perché con un piccolo sforzo ce la si fa benissimo ad andare avanti; e poi a chi per vedersi coinvolto in una storia ha bisogno di azione a tutti i costi, in questi casi no, non è il vostro film.
Ha qualcosa di Miyazakesco, dalla recensione… non l’ho visto, ma spero che i pargoli decidano di vivere in entrambi i mondi: non capisco perché le vite ibride debbano essere viste come due metà inconciliabili anziché un intero – tipo le serie di maghette, che alla fine della storia perdevano i poteri, a cominciare dalla maghetta a progetto Creamy (il sottotesto che per crescere devi rinunciare alla fantasia e ai giochi, che nervi!) e comunque, sto divagando.
Spero di poterlo vedere, un giorno 🙂
Si concordo che quello della” scelta” è un tema talvolta ripetitivo e stancante sopratutto il modo in cui viene presentato, qua c’è sicuramente questo tema però viene trattato in un modo differente, più credibile per quanto assurda come situazione, e in un certo senso accontenta entrambi i modi di pensare.
In realtà potrebbe anche piacermi. Lo vedevo spesso pubblicizzato nei siti di informazione a tema anime/manga, e ammeto che l’immagine mi aveva anche colpito, solo che il bambino mi faceva pensare a Inuyasha XD
Moz-
Visto e pubblicizzato sul blog diverso tempo fa, anche a noi è piaciuto molto, recupero vivamente consigliato.
Non l’ho ancora visto, ma era da tempo nella mia lista della spesa. Come detto dal Conte, anche io ho ricevuto la sensazione del tema “ambientalistico” presente in tante produzioni di Studio Ghibli. Mi hai incuriosito ancora di più visto il tema dei genitori/figli. Ho due gemelli di 7 anni e gli sottopongo periodicamente degli anime.
Mi fa piacere :), peso che da genitore uno lo possa apprezzare ancora di più si 🙂
Ne avevo visto metà un paio d’anni fa, poi ho dovuto spegnere XD
Non so se per la storia o i personaggi, ma questo film proprio non mi piace!
Giustamente ognuno ha i suoi gusti 🙂
E’ uno dei miei film d’animazione preferiti. Non è banale come può sembrare, è molto maturo e intelligente. Un film sulla crescità, sulle difficoltà di crescere dei bambini raccontati in un modo molto interessante. Un film pieno di amore e dolcezza.
condivido tutto assolutamente 🙂 !
Purtroppo me lo sono guastato come si deve, perché me l’avevano presentato in maniera esagerata. Come un capolavoro assoluto.
L’ho trovato un buon film, ma che gli manca qualcosa da farmi dire: “cult”
Si capisco, le aspettative a volte possono rovinare i film in entrambi i modi ahimè !