Nel 1984 Stephen King pubblica il romanzo epic fantasy Gli Occhi del Drago. Parte dei fan dello scrittore però non lo accolse bene, per loro King era colpevole di non aver scritto un horror. L’ennesimo horror. Ma non tutto il male vien per nuocere e lo scrittore tramuta la delusione in ispirazione per un libro che tratti proprio del “complicato” rapporto tra fan e autore. Così Stephen King da vita a Misery, romanzo pubblicato nel 1987, da cui è stato tratto un film diretto da Rob Reiner. Il film valse a Kathy Bates l’Oscar come migliore attrice per la parte di Annie Wilkes.
Ma per quanto Kathy Bates sia stata brava e inquietante… la Annie del romanzo fa molta più paura!
La trama di Misery in brevissimo
Paul Sheldon è uno scrittore di successo con un rapporto conflittuale con la sua creatura più famosa, Misery. Paul vuole assolutamente svoltare la sua carriera troncando definitivamente con Misery per dedicarsi a romanzi “seri”. Purtroppo per lui si imbatte in una bufera di neve e ha un terribile incidente. Ferito gravemente viene salvato da morte sicura da Annie Wilkes, la sua fan numero uno.
Tutto a posto, no? Se non fosse per un piccolo dettaglio. Annie è psicopatica e Paul ha commesso un grosso errore: ha ucciso Misery! Con entrambe le gambe fratturate e imbottito di droghe per alleviare il dolore, per Paul é l’inizio di un incubo. Prigioniero di Annie è costretto a scrivere del ritorno di Misery e a fare i conti con la sua creatura e se stesso.
La recensione
Misery non è il miglior King che io abbia letto ma sicuramente è un ottimo libro. Qualsiasi lettore 9 volte su 10 vi dirà che i libri sono meglio dei loro adattamenti cinematografici. Nel caso di Misery si parla di un film cult con un interpretazione da Oscar che per il 90% si svolge in una sola stanza e si concentra sui due protagonisti. Cosa potrà mai dire di più il libro? E invece, potrà sembrarvi un luogo comune, il romanzo di Misery è decisamente meglio del film. Soprattutto è diverso, non nel suo intreccio, perché il senso dell’opera nel processo di adattamento inevitabilmente risulta meno sentito. Ma su questo ci torniamo tra un attimo.
Misery è un romanzo claustrofobico condito da momenti di altissima tensione. Essenzialmente si svolge tutto in un unica stanza, salvo qualche flashback e poche sequenze nel resto della casa di Annie. E la tensione, l’ansia, non sono nemmeno derivati da momenti di violenza, che non mancano, ma semplicemente dall’attesa. Immaginate di essere inermi, impossibilitati a fare qualunque cosa, e di essere tenuti prigionieri da una pazza squilibrata affetta da enormi sbalzi di umore.
Mi concedo un piccolo spoiler, scusatemi. La prima volta che Paul riesce ad uscire dalla sua stanza approfittando dell’assenza di Annie è una delle cose più ansiogene che io abbia mai letto.
E come dicevo poco fa non mancano momenti di vera violenza. Se il film Misery è un thriller psicologico il romanzo sfocia nell’horror puro, solo una sequenza di IT mi aveva procurato lo stesso malessere durante la lettura.
Ed è ironico pensare che King per esorcizzare la delusione avuta dalle reazioni dei lettori per gli Occhi del Drago abbia scritto proprio un horror.
Si perché Misery essenzialmente racconta di Stephen King stesso. Misery è metanarrativa allo stato puro.
È un grosso metaforone del rapporto complicato che l’autore del Maine aveva con il suo pubblico e con la critica stessa che lo etichettavano come un autore horror. Il suo pubblico si aspettava semplicemente che facesse quello, in realtà aveva già pubblicato romanzi di altro genere usando lo pseudonimo di Richard Bachman, altro sintomo del suo sentirsi ingabbiato. Tra l’altro Misery doveva uscire proprio a nome di Richard Bachman ma il giochino era già stato svelato. D’altra parte la critica lo etichettava un autore horror quasi a svilirne le qualità, come se facesse un genere di serie B, esattamente come lo sono i romanzi di Misery per Paul. Un discorso vecchio in cui vi sarete sicuramente imbattuti più di una volta se siete amanti di romanzi, fumetti o cinema di genere. Per fortuna col tempo King ha ricevuto il giusto riconoscimento.
E non dimentichiamoci delle dipendenze dell’autore all’epoca personificate proprio nella figura di Annie.
Se ci pensate bene però non è affatto ironico, è l’unica cosa da fare in un caso del genere. Venire a patti con sé stessi e la propria natura, accettare il fatto che quelle opere sono parte di te. Arrivare alla consapevolezza che non è la tua creatura a fagocitarti. Misery è un opera avanguardistica dal momento in cui critica chi recepisce in modo errato le opere, che siano essi i fan o la stampa. King si toglie forse più di un sassolino dalla scarpa punzecchiando quegli stessi lettori che lo avevano criticato per averli traditi e mandando a quel paese la critica.
Paul (o King) non ha realmente bisogno di dimostrare niente a nessuno, una volta compreso che se persino un libraccio come Misery è arrivato a toccare una pazza come Annie, forse tanto male come scrittore non è.
Ed ecco che quindi King ci regala ironicamente l’ennesimo horror, l’ennesimo best seller e da quell’horror ne è nato pure un film premio Oscar. Se siete lettori accaniti, che siate fan o meno, Misery di Stephen King è un libro da leggere assolutamente!
MISERY
- Edizione italiana: Pickwick, 2018
- Edizione originale: Viking Press, 1987
- Autore: Stephen King
- Formato: brossurato
- Prezzo: Euro 10,90
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Assolutamente d’accordo, sono passati all’incirca trent’anni da quando ho letto il romanzo ma ricordo ancora il dolore che mi ha donato, mentre il film è bello e sono tutti bravi ma è solo un buon thriller, non mi ha fatto morire di paura come il libro. E pensa che ho visto prima il film e poi letto il romanzo, quindi già sapendo tutto lo stesso il libro m’ha devastato!
Pura metanarrativa mascherata da “storia horror”, pura confessione di uno scrittore che deve scendere a patti con il mostro peggiore che si possa concepire – il lettore appassionato! – e quindi è un romanzo multi-strato che anch’io consiglio caldamente 😉
Auguri Stephen!
Lo stesso per me, prima film e poi libro. Lo vorrei riguardare per fare un confronto reale a breve distanza dalla lettura.
Mi fa piacere trovarti in piedi su due gambe 😉 “Misery” è il capolavoro di King che non viene citato mai o peggio, dato per scontato. Mette una fifa blu, mi sono totalmente identificato con il combattivo protagonista e per questo la lettura è stata un’ecatombe emotiva, inoltre mettici dentro tutte le riflessioni sulla scrittura, credo che nessuno abbia descritto meglio di così il processo creativo di come nasce una storia. Ottima scelta per il compleanno del Re. Cheers!
L’alternativa era Tommyknockers ma con i miei tempi di lettura tra un fumetto e l’altro non avrei mai fatto in tempo. Forse è meglio che lo inizio subito per l’anno prossimo 😆
Totalmente d’accordo con te, pur adorando lo splendido film di Reiner il romanzo di Misery, che comprai quasi per caso nell’aeroporto di Dublino prima di un volo, mi fulminò! È scritto splendidamente, è tesissimo e riesce davvero a catturare l’attenzione del lettore.
Che poi ci sia un secondo piano di lettura sulle vicende personali di King è valore aggiunto, ma anche senza pensare al metaforone qui siamo di fronte ad un libro imperdibile. Ed è un ottimo modo per festeggiare il Re nel giorno del suo compleanno! :–)
Ciao!
È un libro che dovrebbe far riflettere il lettore sul proprio approccio a ciò che legge e magari a ridimensionarsi un po’.