Devilman Crybaby – Recensione

Devilman Crybaby

Ad un mese dalla sua uscita e dalla visione mi trovo qua a parlare di Devilman Crybaby, l’ultimo anime basato sul manga capolavoro Devilman di Go Nagai pubblicato in Giappone tra il 1972 e il 1973.

Devilman Crybaby è una serie realizzata dallo studio Science Saru e distribuita interamente online sulla piattaforma Netflix il 5 Gennaio 2018, composta da 10 episodi della durata classica di circa 25 minuti, trasposizione in chiave moderna del manga originale, da non considerarsi come un remake della serie omonima anni ’70, che di fatto era una versione tremendamente edulcorata dello stesso. In passato si cercò di adattare il manga originale con una serie di OAV ma la cosa non andò oltre il secondo capitolo, facendo di Devilman Crybaby è il primo vero adattamento anime completo del manga così come concepito dal suo creatore, almeno nel suo significato dato che si prende più di una libertà. Per questo motivo l’annuncio di una serie animata ha destato tantissimo interesse nel pubblico e una volta uscita e vista… il pubblico si è diviso! Ma per i motivi più sbagliati! Ma prima facciamo un piccolo riassunto della trama per chi non conosce l’opera originale. Chi non la conosce è una cattiva persona ma fa sempre in tempo a rimediare.

Akira Fudo è un giovane dall’animo buono che vive come ospite dalla famiglia Makimura, in special modo è molto amico della figlia Miki. Un giorno viene rintracciato da un suo amico d’infanzia, Ryo Asuka, che gli svela l’esistenza dei demoni e che bisogna combatterli a tutti i costi, l’unico modo per farlo è ottenere il loro potere fondendosi con uno di essi ma per non essere sopraffatti dal demone è necessario un cuore puro, come quello di Akira. Dopo essere stato portato ad un sabba ed aver assistito ad una vera e propria carneficina Akira viene posseduto da Amon, il più forte dei demoni, e si trasforma in Devilman.

In particolare l’attenzione di chi non ha apprezzato l’opera, ma anche di chi in realtà lo ha apprezzato, si concentra sui disegni. Disegni orrendi fatti da bambini, tra le tante critiche. Personalmente non sono d’accordo, pur ammettendo che anche io avrei preferito uno stile diverso, i disegni sono ottimi, è una scelta stilistica, minimal e sicuramente lontana dai canoni medi degli anime, indubbiamente diversa dallo stile di Go Nagai, che già di suo ha uno stile discutibile, grezzo e che sicuramente non rientra nei classici canoni di bellezza (sia chiaro: non sto dicendo che i disegni di Go Nagai sono brutti, tutt’altro). Che si tengano i loro anime disegnati con lo stampino così almeno sono contenti. Non si sta parlando di Hajime Isayama (L’attacco dei giganti) o ONE (Mob Psycho 100, One-Punch Man), loro disegnano davvero male e magari questa stessa gente che critica Crybaby poi si legge proprio le loro opere. Non sto dicendo che i disegni di Devilman Crybaby debbano piacere per forza, semplicemente si sta parlando di due cose diverse, stile e gusto personale sono due cose diverse, basta esserne consapevoli e riuscire a riconoscerlo, invece spesso la cosa viene confusa. Non nego però che in qualche caso ci sono dei cali della qualità così come nelle animazioni, altra nota dolente del pubblico, animato con flash... più che delle animazioni io mi lamenterei del riciclo di alcuni frame e seqenze ma proseguiamo oltre perché i difetti, se proprio ne vogliamo trovare son ben altri.

Devilman Crybaby Ryo Asuka

La trama per i primi cinque episodi, a causa delle modifiche apportate e alle sue aggiunte, fatica ad ingranare, zoppica e fa storcere il naso più volte e non per via dell’aggiornamento della trama dagli anni ’70 ai giorni nostri. Non è un problema vedere i teppisti alle prese con il rap (anche se forse un po’ insistente), i cellulari o internet, uno svecchiamento dell’opera era necessario per avvicinarsi al pubblico odierno. Il problema nasce nel momento in cui si decide di spendere tanto tempo, troppo tempo, a mostrare scene di sesso piuttosto esplicito e può suonare strano quando si parla di Go Nagai, colui che ha sdoganato l’erotismo nei manga e che non si fa problemi a mostrare corpi nudi sfiorando la pornografia in più di un occasione, il fatto è che si tratta di un tipo di erotismo diverso, da una parte abbiamo l’arte, dall’altra è solo fanservice per attirare l’attenzione del pubblico più giovane. Minutaggio sprecato a mostrare tette e altro che poteva essere speso per rafforzare ed approfondire il rapporto tra Akira e Miki, cosa solo accennata e trattata già con ingenuità nel manga, specialmente se poi viene ribadito all’esasperazione il legame tra Akira e Ryo.

Ma superata la metà, dal sesto episodio fino all’inevitabile finale è tutto un crescere, si torna in una sorta di confort zone per chi conosce il manga che nonostante le differenze riesce a concludersi fedelmente in tutto il suo splendore, fino a quella scena che in ogni sua incarnazione riesce ad essere di una potenza ineguagliabile, per un finale che dopo quasi cinquant’anni, nonostante l’ingenuità narrativa dell’epoca, continua ad essere tra i migliori di sempre per un opera imprescindibile del fumetto, non solo orientale ma mondiale. Forse si poteva aggiornare la narrazione anche da un punto di vista psicologico che rimane ancorato alla visione un po’ ingenua e banale dei primi anni ’70, solo alcuni passaggi riescono ad essere moderni per via dei mezzi usati (il rap e il web) per renderlo competitivo con altre opere dalle tematiche simili odierne, e i paragoni si sprecano, ma bisogna anche ricordarsi che senza Devilman, e Go Nagai in generale, oggi quelle stesse opere non sarebbero la stessa cosa.

Quindi consiglio vivamente la visione, fate uno sforzo e non fermatevi ai primi episodi (come ahimè hanno fatto molti), sono solo dieci episodi e vanno visti tutti. Devilman Crybaby si porta a casa un bel 7-7 e mezzo, non di più perché non si può esattamente chiudere un occhio per come è stata gestita la prima parte ma indubbiamente merita una visione. Fatevi un favore.

Devilman Crybaby

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

22 Risposte a “Devilman Crybaby – Recensione”

  1. Ho visto ieri sera il primo episodio, dopo aver chiacchierato sul tema con Kiral e dopo uno scambio di commenti sul blog del Moz. A me i disegni non piacciono, anche se non ho molta competenza in merito. E’ anche vero che un disegno più grottesco si coniuga bene con una serie dai toni molto splatter. Nel complesso la rivisitazione non mi è dispiaciuta, anche se capisco quello che dici sul sesso, immagino ti riferissi alla scena del sabba: vero, troppe inquadrature ad hoc. Comunque è meravigliosa quella scena nel momento della nascita di Devilman.

    1. Li ho appena letti i commenti in questione 😉 ripeto non devono piacere per forza, da qui a definirli orrendi c’è un abisso e come dici si coniugano bene, sono disturbanti esattamente come quello di Go Nagai. Sul sesso mi riferisco anche ad altro dopo e ribadisco: nelle opere di Nagai il sesso è ben presente ma è diverso allo stesso tempo.

  2. Secondo me Crybaby è un must sia per chi ha amato il manga che per chi non ne ha mai sentito parlare.
    Chi conosce a menadito l’opera di Go Nagai apprezzerà tutte le citazioni, più o meno sottili, mentre gli altri si godranno un anime coi fiocchi e controfiocchi.

    1. D’accordo sulla prima parte, meno sulla seconda, nel senso che certe parti o citazioni sono un po’ trattate male o in modo superficiale come l’episodio con Jinmen e soprattutto quello con Silen. Ma si, è un anime da vedere.

  3. Ma ‘sto titolo ‘i mmerda? Per richiamare Devil May Cry o solo coincidenza?
    A me degli anime Netflix non interessa e attira nessuno, i colori sono troppo moderni (a neon) per i miei gusti.
    Inoltre sono fan del Devilman robottone, mai amato il manga.
    Però come ho visto gli OAV, dato che lo consigli così tanto (a me stavolta della fedeltà all’opera originale non importanta, anche se il design sembra abbastanza bruttino), in caso rimettessi Netflix, potrei dargli una possibilità. Di certo non lo vado a scaricare.

    1. Penso solo coincidenza, letteralmente è frignone, piagnone e la cosa ha un senso nella storia. Sei un girellaro! Io mai sopportato quello dell’anime. Lo consiglio tanto perché è la prima trasposizione completa della storia originale… va beh grossomodo… di per sé non è un capolavoro e la stesura della trama non aiuta. Certo se sei affezionato a l’altra versione non so quanto possa piacerti.

      1. Girellaro?
        Comunque pensa che non sono neanche un grandissimo fan dei robottoni, li ho abbandonati verso la fine delle elementari, tranne Daltanious, il mio preferito.

        1. Ti prendevo in giro 😛 è il termine che indica i “vecchietti” (quarantenni di oggi più o meno) che seguivano i cartoni all’epoca mangiando la girella. So che ci sono le faide con i giovani, del vero e proprio razzismo, e la cosa è molto divertente XD

        2. Avevo immaginato avesse a che fare con la merendina 😁
          Comunque con gli anime lo sono, puoi dirlo forte! Un ultraquarantenne nel corpo di un ultratrentenne 😆

  4. Sono praticamente d’accordo con te su tutto. Ho semplicemente adorato lo stile di disegno asciutto così lontano da quello di Go Nagai e anch’io ho trovato più volte eccessive le scene esplicite di sesso che non aggiungono nulla alla storia o all’atmosfera.
    Resta comunque un prodotto sopra la media, assolutamente da vedere

  5. Daccordo con te su quasi tutto. Pure io ho adorato lo stile di disegno asciutto così diverso da quallo di Go Nagai e anche io ho trovato a volte eccessive le scene di sesso.
    Resta però un’opera sopra la media, da guardare assolutamente!

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