Go Nagai è un grande e questo lo sappiamo già, anni di successi e una carriera da far invidia a qualsiasi autore di fumetti, adora i robot ed è anche famoso per aggiungere alla trama quel tocco di erotismo in più che nella cultura nipponica non guasta mai, tutte le sue storie hanno portato grandi cambiamenti nella storia dei manga ma fra i suoi capolavori vogliamo ricordarne uno in particolare, forse quello dove il cuore riesce ad andare oltre l’azione, l’epicità e la violenza, e credetemi in questo manga di violenza ce n’è tanta, eppure alla fine di quella ricorderete poco o nulla, sentirete ancora pulsare il cuore del suo protagonista nella vostra testa, stiamo parlando di Devilman, manga pubblicato sulla rivista Weekly Shōnen Magazine di Kodansha dall’11 Giugno 1972 al 24 Giugno 1973, nonostante le date attempate questa storia non può essere più attuale.
Questo è il manga perfetto, tradizionalmente parlando ha tutti gli elementi che lo rendono unico fra i classici e unico anche nella tradizione del genere più “fantasy”, mescola perfettamente una base di cultura occidentale, basta pensare che s’ispira alla storia più vecchia di tutti i tempi, Dio e il suo figlio, angelo rinnegato Satana,e al contempo riesce a creare apparentemente una classica atmosfera da shonen, dove il ragazzo protagonista fra scuola e cotte adolescenziali viene catapultato in un avventura dove sembra quasi l’onnipotenza fatta a persona, la violenza, l’aspetto dei demoni, la spettacolarizzazione dell’azione, le sinuose figure femminili e messaggi erotici subliminali neanche poi tanto così subliminali, fanno parte di una delle rappresentazioni più schiette della cultura orientale senza mai sfociare nel fastidioso o nell’inutile, non c’è fanservice gratuito in Devilman, ogni nudità, ogni spruzzo di sangue ha un suo chiaro codice e messaggio morale, potremmo definirlo geniale già solo per questi elementi ma tuttavia piano piano ci accorgiamo che quello che all’inizio ci sembra uno shonen, diventa qualcosa di più oscuro, di più maturo e irraggiungibile (infatti ricordiamo che Devilman è considerato un seinen).
[ATTENZIONE POTREBBERO SEGUIRE SPOILERS]
La storia di Akira Fudo, protagonista del manga è profondamente legata a quella di Ryo Asuka, migliore amico del ragazzo e protagonista secondario, un personaggio ambiguo agli occhi del lettore già dalle sue prime apparizioni, il giovane ha una storia drammatica alle spalle, un padre impazzito per la scoperta di un antico reperto che proviene dai ghiacci, il resto di un demone probabilmente, la scoperta dell’esistenza dei demoni e di quello che possono fare alle persone fa reagire Ryo in un modo alquanto strano, dopo il presunto suicidio del padre, Ryo diventa un vendicatore, vuole portare quel suo amico timido e impacciato, Akira, a diventare qualcosa di più, una macchina da guerra contro i demoni, ma perchè proprio lui? In una scena memorabile, in una discoteca già manifesta di umani consumati dai demoni, Akira assorbe Amon, demone molto vicino a Satana, dentro di se, nasce così Devilman, un mezzo umano/demone che nonostante l’aspetto e la voglia di sangue mantiene intatta la sua volontà e il suo cuore umano. Ryo non subisce curiosamente alcuna trasformazione al contatto con i demoni, sembra semplicemente un errore di calcolo e perciò diventa una specie di alleato e mentore per Akira che adesso trova al ridosso di se responsabilità e poteri non da poco, stranamente Ryo ha una spiegazione sempre ad ogni cosa, e mentre la sua vicinanza ci sembra fin troppo invadente, Akira si sente un eroe, opera per il bene dell’umanità scontrandosi con veri e propri mostri, eppure questi non sono scontri fini a se stessi per menare le mani, negli incontri con la bellissima arpia Silen e l’inquentante demone Jinmen Akira impara qualcosa, vede qualcosa di più dei mostri nei suoi nemici pur essendo demoni al 100%, qualcosa che non li rende così dissimili all’uomo. La svolta della storia arriva quando gli umani comprendono l’avvento dei demoni,la notizia si diffonde e improvvisamente capiamo che Ryo non è mai stato dalla parte del “bene”. Akira diventa il capo di quella che è un armata di Devilmen, dopotutto non poteva essere certo l’unico a mantenere la sua anima intatta, ma questo non basta alle persone, gli umani sono una razza stupida nella genericità degli eventi, i demoni diventano un ignobile scusa per rendere il mondo agli sgoccioli dell’Apocalisse.
Improvvisamente chiunque può essere un demone o può ospitarne uno in casa, le scene che Nagai ci presenta sono di una violenza riflessiva da brividi, in tutto questo tempo Akira voleva fare del mondo un posto migliore per l’umanità, quando capisce che l’umanità non ha mai avuto in realtà una speranza, l’umanità non sembra meritare la salvezza e l’unica ragione diventa la sua amata Miki. Akira e Miki Makimura sono il cuore del manga, Akira è stato adottato da piccolo dai signori Makimura,dopo la dipartita dei genitori in un incidente proprio fra i ghiacci, è cresciuto con Miki ma i due non si amano come fratello e sorella ma come qualcosa di più, eppure il loro rimane un amore platonico, un amore giovane, come quelli biblici, dove il “peccato” del sesso non ha sfiorato i loro corpi e le loro anime e con questo amore puro arriviamo al famoso momento dove capiamo che fino ad ora non abbiamo letto una storia di ragazzi vincenti a tutti i costi e in modi irreali, abbiamo letto una storia fantastica “reale”.
Akira Fudo lascia la sua casa e Miki per andare a salvare i genitori della ragazza presi come ostaggi in un istituto di ricerca, assieme ad una giovane mezza demone; il ragazzo riesce a salvare l’ibrida ma scopriamo con sconcertante orrore la morte dei genitori di Miki, fatti a pezzi e buttati in mezzo ad altra carne umana. Non c’è tempo tuttavia per le lacrime, almeno non ora, i Makimura erano stati presi di mira dai vicini, l’identità di Akira era venuta fuori al mondo “grazie” a Ryo che pubblicamente ne ha diffuso notizia, profondamente geloso della debolezza di Akira verso Miki, profondamente umiliato dalla parte umana di lui. Il lettore assiste al violento assalto della villetta Makimura e alla disperata difesa di Miki che fino all’ultimo non negherà Akira. La scena è fra le più forti che abbia mai letto ancora oggi, poche volte la suspence, la paura e infine l’orrore sono state gestite con così grande maestria.
Quando Akira tonerà a casa,troverà spregevoli esseri umani che festeggiano vittoriosi con i pezzi del corpo martoriato di Miki, la visione della testa della ragazza impalata, farà scattare definitivamente la furia omicida di Akira, anche la sua ultima motivazione e speranza è morta. L’eroe ha perso comunque.
Ormai nelle fattezza di Devilman, Akira custodisce gelosamente come un cimelio la testa di Miki, per ricordarsi nel profondo la sua umanità, in un modo per niente macabro, un modo assolutamente dolce. L’ultima battaglia, lo sa bene, è con Ryo, il suo migliore amico che alla fine si svela per ciò che è sempre stato, Satana, l’angelo re dei demoni.
Il piano di Satana era di riconquistare la terra, che all’epoca era un dono di Dio, suo padre, a lui; la violenza di quelle creature successivamente chiamate “demoni” e la loro deformità tuttvia disturbava la visione del Creatore che rifiutò suo figlio e quelle deformità create da lui, finirono tutti nei ghiacci, dimenticati per millenni. Riconquistare la terra sarebbe stato facile, la bigottaggine, l’assudità e i tabù creati dagli uomini nella storia della loro civilizzazione, avrebbero fatto si che con poco si distruggessero da soli, era così prevedibile la razza umana? La risposta è si, ci crediamo onnipotenti ma non siamo altro che pecore deboli quando siamo messi alle strette; tuttavia c’era un difetto nel piano del grande demone, non aveva immaginato che la sua parte angelica e umana si sarebbe perdutamente innamorata di Akira, il migliore amico del suo alter ego terreno, è a questo punto che tutto si è complicato, Ryo Asuka doveva ricostruire la terra con i demoni ma doveva salvare la vita di Akira e portarlo a far parte del suo massacro apocalittico.
Alla fine della follia, Ryo sa perfettamente che non è riuscito a plasmare Akira nemmeno togliendogli la persona più cara, ecco l’eroe, non ci sono belle parole, non ci sono cadute con stile, entrate in scena studiate, c’è la costanza, la coerenza, paradossalmente l’esercito di angeli vendicatori dell’umanità, nonostane tutto l’odio ricevuto diventa costituito da mezzi diavoli. Poesia.
La battaglia di Ryo e Akira si conclude dopo una vera e propria strage, i due contendenti sono uno di fianco all’altro alla fine, Ryo è vivo, è solo, parla al giovane come se nulla fosse successo, e quando la scena ci diventa chiara, sappiamo che per Akira è giunta finalmente la pace.
Il mondo è stato cancellato, Ryo è solo, come quando è stato mandato in mezzo ai ghiacci a marcire, la lacrima che cade dal suo viso è l’unica cosa sincera mai uscita dal suo personaggio, adesso sà di essere stato uguale a suo padre che tuttavia a differenza sua non aveva sterminato un intera razza.
L’ultima scena dopo tutta l’adrenalina e la rabbia accumulate nella lettura, è rilassante, è piena di luce, in lontananza orde di angeli arrivano sulla terra per purificarla e per prendere Ryo che probabilmente la pagherà una volta pertutte.
L’ultima storia raccontata sulla terra, è una storia d’amore, una storia di eroismo spassionato, Akira Fudo è un eroe violento e romantico, perde e allo stesso tempo vince, entrando nelle nostre riflessioni e nei nostri cuori, riesce a farci sentire un po’ sporchi a differenza di eroi che ci alleggeriscono la pillola, ci fa rendere conto che non capiamo quasi mai il dono che ci è stato dato, non importa da Dio o chi sia, seguiamo ragioni assurde perchè è nella nostra natura, ma non si rimprovera il fatto di farlo, qui si rimprovera il fatto che non si ci ferma mai a pensare un po’ di più, prima di agire, di parlare, prima di capire a quanti la nostra vita debba costare, e quanti di noi fra culture e intere popolazioni vengono sempre messi in mezzo apparentemente epr scopi più grandi e di base per nulla.
Go Nagai ci insegna che la morte deve essere pace, non deve essere violenza, il fatto che lo faccia biblicamente è straordinario proprio perchè il messaggio riesce ad arrivare a moltissime culture.
Devilman è un must per i lettori di manga, vogliano o no dovrebbero esserne obbligati alla lettura, ed è un must per tutti i perbenisti che pensano ai manga come se siano solo di un certo tipo, aprite gli occhi e imparate ad apprezzare l’arte, perchè quando è arte non importa da che cultura provenga o quale tipo di persone ci ricorda, saremo ipocriti e bigotti, proprio come gli umani di cui parla questa storia, l’arte e l’amore sono anima non materia.
Sconsiglio invece se volete davvero essere puristi di questo capolavoro la visione del famoso anime ispirato dal personaggio, per quanto qualche scelta stilistica sia anche azzeccata è stata molto ammorbidita la storia, e resa supereroistica nel più classico del termine, inoltre l’aspetto che il protagonista presenta non è assolutamente quello originale, infatti non è mai stato approvato dal maestro Nagai.
Per chi è interssato invece ad approfondire il mondo del manga, ricordo che esiste anche il manga Amon: The Dark Side of Devilman e Strange Days: Apocalypse of Devilman di Yu Kitanui recentemente riproposto in una nuova edizione dalla J-Pop, come lo stesso Devilman in un ottima e riuscita edizione.
DEVILMAN
- Edizione italiana:
- Edizione originale:
- Storia:
- Disegni:
- Formato:
- Prezzo: Euro
Ultimi fumetti recensiti:
Leggi anche:
Vi è piaciuto l’articolo? Mi piacciate, commentate e condividete! Ogni forma di supporto è la benvenuta. E se non volete perdervi nessun aggiornamento potete seguire Need For Geek sui seguenti canali social:
[…] mi trovo qua a parlare di Devilman Crybaby, l’ultimo anime basato sul manga capolavoro Devilman di Go Nagai pubblicato in Giappone tra il 1972 e il […]
[…] festeggiare il quarantennale di Devilman, il capolavoro di Go Nagai, il mangaka Rui Takato, assistito dal maestro stesso, ha dato vita ad […]
[…] con influenze che vanno dai classici della fantascienza ai classici dell’animazione come Devilman, di cui il finale è molto debitore, e le opere robotiche di Go Nagai e il già citato Gundam di […]