Recensione di The Mandalorian, la serie spin-off di Star Wars in streaming su Disney+
Forse questa era la via che Disney avrebbe dovuto percorrere sin dall’inizio per il nuovo corso di Star Wars. Serie tv e film slegati dalla storia degli Skywalker, nuove saghe e storie ambientate nel mondo di Star Wars, o forse è meglio parlare di universo, così da non doversi portare sul groppone il peso del confronto inevitabile, e talvolta superfluo, con i film originali. Perché The Mandalorian è semplicemente il miglior prodotto di Star Wars made in Disney.
Ed è una serie semplicissima The Mandalorian, otto episodi, di una durata compresa tra la mezzora abbondante e i tre quarti d’ora, episodi in cui si parla poco e si spara tanto, come nel più classico dei western, dichiarata fonte di ispirazione con un po’ di Lone Wolf and Cub, con una trama riassumibile con: il cacciatore di taglie decide di andare contro la sua stessa gilda per salvare la vita di un bambino, bambino che si rivelerà essere speciale, diventando un bersaglio a sua volta per i suoi ex compari. In particolare è il Mandaloriano protagonista (Pedro Pascal) ad essere di poche parole ma non privo di carattere, nonostante non si veda praticamente mai in volto, uno dei pregi di questa serie è che con poche battute e poco tempo è stata in grado di far affezionare i fan ai vari personaggi, e nel caso del droide IG-11 nel modo più crudele (ve lo posso dire che è il mio nuovo personaggio preferito di Star Wars? Giuro, e personalmente avrei puntato maggiormente su quella sua tendenza all’autodistruzione), così come molti di essi sono entrati di diritto nell’immaginario collettivo di Star Wars grazie a poche ma efficaci frasi come “ho parlato” o “questa è la via”, come non si vedeva dai tempi del primo Guerre Stellari con “usa la Forza Luke” o “la Forza sia con te”.
Mi aspettavo un personaggio borderline, dalla scarsa moralità, alla Boba Fett per intenderci, parliamo di cacciatori di taglie dopotutto che non si fanno troppi scrupoli ad uccidere, ed invece ci hanno regalato un personaggio che si, non sarà esattamente un cavaliere senza macchia ma sicuramente è senza paura quando si tratta di andare contro le regole per fare ciò che ritiene giusto. La serie creata da Jon Favreau, lo ripeto, è il prodotto migliore creato da quando il brand è sotto il marchio Disney, live action intendiamoci, probabilmente perché non han voluto strafare e forse proprio per questo ha messo d’accordo un po’ tutti, e probabilmente, anzi sicuramente è una serie furba, nel senso che si sono studiati per benino la coppia di protagonisti con tutto il merchandise che ne sarebbe derivato, specialmente per quanto riguarda il bambino ormai noto ai fan come Baby Yoda, e qui, ancora una volta, vengono fuori tutte le contraddizioni del fandom più tossico della galassia, sempre pronti a sputare su Lucas per aver inserito quei fastidiosi Ewoks ne Il Ritorno dello Jedi solo per vendere pupazzetti ma il primo Baby Yoda puccioso che passa viene accolto a braccia aperte, ma lo stesso si potrebbe dire a livello narrativo, dove una Rey in grado di usare la forza senza alcun addestramento è una Mary Sue (indipendentemente da come poi è andata a finire con i film) mentre se lo fa il Baby Yoda va benissimo. Ookkkei. Lo so, pretendo troppo dai fan(atici). Tra i migliori episodi vorrei segnalare il quarto, Il Rifugio, diretto da Bryce Dallas Howard, e l’ultimo, Redenzione, diretto da quel pazzo di Taika Waititi, già voce originale del droide IG-11, che ci regala il cinque minuti più divertenti di tutta la saga di Star Wars.
Quindi, alla fine, i pupazzi di Baby Yoda li hanno fatti? Perché ricordo le lamentele di alcuni circa l’assenza di pupazzi del saggio infante nei negozi, anche a settimane dalla sua comparsa.
Vabbuò, per ora non l’ho ancora vista, ma me ne hanno parlato bene diversi amici. Sicuramente è un bonus che non ci sia di mezzo Boba, personaggio di cui non riesco ad afferrare il fascino – avendolo visto solo nel film in cui non fa nulla, oltre a morire come uno scemo XD
Ma ovviamente lo hanno fatto! Semplicemente hanno atteso il lancio internazionale della piattaforma per metterlo in commercio.
Nella seconda stagione ci sarà anche Boba Fett, più altri personaggi presi da altre serie. Stando al documentario della serie The Toys That Made Us su Netflix il successo del personaggio derivò proprio dal pupazzetto della Kenner uscito un po’ prima del film. E sono d’accordissimo sul fatto che non faccia nulla, ma è lo stesso che penso di Darth Maul, che ok combattimento è figo e il look aggressive aiuta ma poi caratterizzazione zero, e pure qua potrei aprire una parentesi sulle critiche riversate sui personaggi nuovi e paragonarle a quei due personaggi ma aprirei il vaso di Pandora. Almeno poi ci han pensato fumetti e romanzi a dargli un po’ di spessore.
Ne vado pazzo, sto seguendo anche la “Gallery” su Disney+ dedicata ai dietro le quinte di questa serie, sto scoprendo informazioni davvero gustose insomma, questo Mandaloriano mi ha fatto fare pare con Guerre Stellari dopo gli ultimi pessimi film. Cheers!
Cosa buona e giusta.
Ma infatti, ridatemi gli Ewoks!
Secondo me sai… è che questo è fatto meglio, nel senso che viene visto come “puro” nonostante ovviamente l’idea di un merchandising era prevista…
Moz-
Che la serie sia fatta bene è indubbio ma non c’entra niente su come due cose identiche vengano percepite in modo diverso dal pubblico.