WildC.A.T.s/X-Men – Recensione del crossover

WildC.A.T.s/X-Men – Recensione del crossover

Back in the days, ai tempi in cui i WildC.A.T.s di Jim Lee hanno incontrato gli X-Men in una serie di quattro one-shot da una quarantina di pagine ciascuno pubblicata tra il 1997 e il 1998 dalla collaborazione tra Image e Marvel Comics. A portata in suolo italico fu Star Comics, all’epoca detentrice dei diritti WildStorm, sulle pagine di Star Magazine Oro nel 1998.

Quattro one-shot realizzati da una serie di autori di un certo spessore, leggibili autonomamente l’uno dall’altro ma legati da un filo conduttore. I quattro speciali ripercorrono i periodi che hanno definito e ridefinito il fumetto: golden age, silver age, modern age e la dark age.

WildC.A.T.s/X-Men: gli anni quaranta

WildC.A.T.s/X-Men gli anni quaranta

WildC.A.T.s/X-Men: gli anni quaranta (the golden age) scritto da Scott Lobdell, all’epoca uno degli autori di punta degli uomini X e non vorrei dire una cavolata anche a lavoro con gli eroi creati da Jim Lee, e disegnato da Travis Charest.

Come intuibile dal titolo è ambientato negli anni quaranta durante la seconda guerra mondiale. Epoca in cui i due team non esistevano ancora ma alcuni di loro erano già in circolazione. Come Logan, il futuro Wolverine, e Zelota (o Zannah).

La storia è piuttosto semplice, Logan è in missione per recuperare una misteriosa pergamena in mano ai Nazisti sulle cui tracce vi è anche Zelota e ovviamente tra le file naziste si nascondono dei demoniti. Nonostante tutto fila e si fa leggere. La parte del leone la fanno i disegni di Charest, indubbiamente i più originali e riconoscibili con le sue tinte di grigio e quei pochi colori qua e là, come il rosso.

WildC.A.T.s/X-Men: gli anni sessanta

WildC.A.T.s/X-Men: gli anni sessanta

WildC.A.T.s/X-Men: gli anni sessanta (the silver age) è ancora scritto da Scott Lobdell ma questa volta vede ai disegni proprio il creatore dei Cats, Jim Lee. A sto giro vediamo l’incontro tra Jean Grey, alias Marvel Girl, che all’epoca aveva lasciato gli X-Men originali, e Rapace Grifter, all’epoca ancora un solitario.

Nella pseudo continuity di questo crossover Cole Cash, ex membro del Team 7, si trova in galera e viene liberato da Nick Fury per una missione molto pericolosa sulla falsariga delle spy story alla James Bond. E a fare la parte della Bond girl è proprio Jean.

Di tutto il lotto devo ammettere che questa è quella che mi ha convinto meno. Al di là del plot piuttosto debole ma dall’ispirazione più che apprezzabile, ha fin troppe forzature e incongruenze. Voglio dire trovo assurdo che la tipica maschera di Grifter gli sia stata fornita dallo SHIELD con tanto di filtri e altri aggeggini tecnologici e protettivi, è solo una cavolo di bandana per fare il figo. Così come il comportamento esagerato di Ciclope a fine episodio. A farmi storcere maggiormente il naso sono i disegni. Certo si parla di un Jim Lee ancora all’apice del suo successo e della sua arte ma è inaccettabile trovare Jean in borghese con gli stivali in una pagina e poi con le ballerine in quella dopo. Così come non amo il design tipicamente anni ’90 dell’elivelivolo SHIELD e delle armi per una storia contestualizzata nella silver age.

WildC.A.T.s/X-Men: il passato prossimo

WildC.A.T.s/X-Men: il passato prossimo

WildC.A.T.s/X-Men: il passato prossimo (the modern age) vede invece ai testi James Robinson, autore di svariati episodi dei WildC.A.T.s, e Adam Hughes ai disegni. Lo dico subito, è forse quello che ho apprezzato di più. Per la prima volta questo crossover presenta entrambi i team, anche se gli X-Men sono chiaramente quelli di fine anni ’70 e primi ’80 nonostante Wolverine indossi il costume marrone introdotto solo successivamente. Ma questi crossover van presi per quello che sono (a parte quando ci sono errori come quelli di cui parlavo poco sopra). In una quarantina di pagine i due team vengono messi a confronto e ne vengono evidenziate similitudini e differenze.

La storia brevemente vede gli X-Men indagare su un ramo britannico del Club Infernale sospettati per la scomparsa di un ragazzino mutante. Nel frattempo Emp, leader dei WildC.A.T.s è stato invitato ad una riunione del Club per farne parte. Ovviamente sotto c’è qualcosa di losco ed oscuro. Non manca qualche erroruccio, Logan divenuto nel frattempo Wolverine riconosce Zelota ma in teoria se l’adamantio gli è stato innestato solo dopo il loro primo incontro dovrebbe aver perso la memoria della sua vita precedente. I disegni di Hughes sono ottimi anche se al di sotto di quelli di Charest e lontani dal suo stile attuale, decisamente migliorato nel frattempo, che ricorda non poco lo stile dei Dodson.

X-Men/WildC.A.T.s: un cupo futuro

X-Men/WildC.A.T.s: un cupo futuro

Chiudiamo con X-Men/WildC.A.T.s: un cupo futuro (the dark age), l’unico del lotto a riportare prima i mutanti Marvel nel titolo. Scritto da Warren Ellis, all’epoca al lavoro su StormWatch, e disegnato da Mat Broome.

Come facilmente avrete intuito dal titolo è ambientato in un futuro distopico in cui i Demoniti, dopo aver scoperto che la guerra con i Cherubini è finita da tempo e loro sono gli sconfitti (come narrato nei WildC.A.T.s di Alan Moore), si sono fusi con le Sentinelle, i temibili e letali robot caccia mutanti nemici degli X-Men.

L’idea è davvero interessante e forse avrebbe meritato un maggior approfondimento ma tutto sommato funziona anche nelle sue sole quaranta pagine. A modo suo è al pari della storia precedente, indubbiamente tra le migliori del mazzo.

Discutibili i disegn. Sicuramente in grado di trasmettere quel senso di cupezza del titolo, lasciano un po’ a desiderare da una tavola all’altra, specie nel finale dove per ammissione dello stesso Ellis è stato fatto un grosso errore. A questo aggiungiamo il fatto che trovo piuttosto ridicolo che come divisa carceraria mutanti e cherubin indossino delle strane tute che mostrano così tanta pelle. Specialmente le donne sembrano quasi in intimo sexy piuttosto che delle prigioniere. Ma si sa, negli anni ’90 tutti erano ipersessualizzati.

Ne vale la pena leggere queste quattro storie? Mah, direi proprio che si tratta di un prodotto For Fans Only, certo è divertente e nel complesso migliore di tanti altri crossover di cui abbiam parlato su queste pagine ma allo stesso tempo decisamente inferiore ad altri.

WILDC.A.T.S/X-MEN

Edizione italiana: Star Magazine Oro #36, 37, 39, 40, Star Comics, 1998
Edizione originale: WildC.A.T.s/X-Men (The Golden Age, The Silver Age, The Modern Age, The Dark Age), Image Comics/Marvel Comics, 1997/98
Storia: Scott Lobdell, James Robinson, Warren Ellis
Disegni: Travis Charest, Jim Lee, Adam Hughes, Mat Broome
Formato: spillato
Prezzo: 3500 Lire, prezzo onesto al massimo 3 Euro ciascuno

Classificazione: 3.5 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

4 Risposte a “WildC.A.T.s/X-Men – Recensione del crossover”

  1. Ricordo quando uscì questa mini (oddio ma davvero era il 1998? Cazzo, venti anni fa!)
    Non la lessi, all’epoca avevo abbandonato i supereroi (tranne Spidey).
    Interessante che fosse pubblicato dalla Star, nonostante gli X-Men fossero Marvel Italia e quindi Panini già all’epoca… 🙂

    Moz-

  2. A parte l’ultimo, credo di averli ancora tutti da qualche parte.
    Il volume Robinson/Hughes è il mio preferito. Il taglio della storia era più adulto e ficcante degli altri.

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