Ultimate X-Men 1 di Peach Momoko – Recensione

Sui social qualcuno parlando di Ultimate X-Men di Peach Momoko ha detto: “il fumetto supereroistico si arrende al manga e si rassegna a copiarlo”. Beh, non ha poi tutti i torti.

Certo il fumetto americano non è mai stato in silenzio di fronte all’invasione manga e sin dagli anni ’90 ha fatto suo un certo stile e si è lasciato influenzare. Il primo che mi viene in mente è il mitico Joe Madureira proprio sugli X-Men. Ma qua siamo di fronte ad un operazione ben diversa. Non è nemmeno il primo exploit di un mangaka su un personaggio Marvel, vedi Wolverine: Snikt! di Tsutomi Nihei.

Ma di che parla questo Ultimate X-Men firmato Peach Momoko? Dimenticatevi la Scuola Xavier, supertutine, Ciclope, Wolverine e compagnia. Protagonista della storia è Hisako Hichiki, che i più ricorderanno nella celebre Astonishing X-Men di Joss Whedon e John Cassaday. Ecc. Ecc.

Il fumetto di Peach Momoko è indubbiamente leggibile e godibile ma è qualcosa di talmente derivativo che dubito sarebbe stato pubblicato persino in Giappone, dove pubblicano veramente qualsiasi cosa. Però se lo pubblichi negli USA e lo chiami Ultimate X-Men ma di X-Men chiaramente c’è ancora molto poco, a parte la protagonista Hisako Hichiki, forse qualche possibilità la puoi avere.

Magari chi in vita sua ha letto sempre e solo comics potrà urlare al capolavoro ma per chi ha masticato sia comics che manga è palese che di originale c’è solo il fatto che sia un enorme What If…? a mo di manga. E con questo non voglio dire che debba essere per forza originale ma trovo stucchevole questo urlare al capolavoro sul nulla. Sembra di leggere un mix tra le opere di Junji Ito, con la sua voglia di essere horror, e Le Bizzarre Avventure di JoJo (l’armatura di Hisako sembra comportarsi come uno Stand). Poi potranno anche raccontarci che negli USA è un successo e lo stanno ristampando, e nessuno lo mette in dubbio, ma sappiamo benissimo che ristampe e successo non sono necessariamente indice di qualità.

E quindi? Ci troviamo di fronte ad un primo numero al massimo carino, capace di mettere un po’ di curiosità più che altro derivata dal voler sapere dove andrà a parare e quanto potrà funzionare sul lungo termine un operazione del genere.

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