The Penguin (2024) – Recensione

The Penguin (2024) – Recensione

Quando venne annunciata la serie The Penguin trovai la notizia quasi inutile e fuori luogo. Non era passato molto tempo dalla serie Gotham dove il personaggio era uno dei protagonisti ricorrenti. Vi erano rumor anche di una possibile serie ambientata ad Arkham. Insomma ricominciavo a percepire quel deja vu del troppo che stroppia, lo stesso che ormai miete vittime non solo in casa Marvel. Quella sorta di bisogno di spin off anche per le comparse di film, universi famosi, non scomodiamo poi il bisogno costante di sequel o remake.

La Gotham di Reeves è chiaramente una città diversa da quella più kitch e campy dell’omonima serie tv quindi ero certa che non potesse uscirne qualcosa su quella falsariga di guilty pleasure trash che comunque ha avuto ben cinque stagioni. No, The Batman è un ottimo film sul Crociato Incappucciato, benché all’epoca non l’apprezzai nella sua interezza poiché lo trovai troppo lungo e un po’ ingarbugliato su se stesso. Pescare poi la roba dell’Enigmista da Terra Uno che non apprezzo tantissimo forse non ha toccato tutte le corde giuste su di me.

Ma son gusti soggettivi perché molte scene e impostazioni nel film sono davvero Batmaniane. I primi 40 minuti sono forse la cosa più vicina al pipistrello cartaceo di sempre. Quindi la mitologia del personaggio veniva riproposta intelligentemente con una buona dose di compromessi fra contesto realistico, fumettistico e noir distinguendosi anche dal peso di venire dopo una trilogia molto amata come quella di Nolan.

The Penguin HBO Colin Farrell

Ecco la serie del Pinguino e la sua esistenza potrebbero essere poste davvero in parallelo con The Batman. Perchè se per il film di Batman era Nolan il paragone ingombrante ma molto vicino al suo contesto… perché prendere un miscuglio di serie famose e storiche come I Soprano, Breaking Bad, forse anche un pizzico di House of Cards e sbatterli addosso ad un nome famoso dei fumetti DC ?
Ma… Perchè no ? Felicissima di essermi ricreduta. Insomma una volta tanto nella vita non è così difficile dare al pubblico quello che merita e pure quello di quello di cui ha bisogno. (eh va beh la citazione ci scappava dai) .

Oz Cobb non discende da una famiglia importante come nella maggioranza delle incarnazioni cartacee del personaggio, però l’ambizione e la fame di potere sono le stesse spiccicate. Per chi fruisce dei fumetti (si, certo quelli prima del 2011, gli unici esistenti in DC) era assolutamente prevedibile dove si sarebbe andati a parare con un personaggio dopo quell’incontro del primo episodio. Sapevo che come sempre lo scotto di amare Oswald si paga, perché è proprio questo che conta sempre per lui, il denaro e il potere.

The Penguin Oz e Victor

Non parliamo quindi di una serie pienamente originale o imprevedibile, anzi direi che accompagna piuttosto di mano lo spettatore. Anche senza leggere i fumetti basterebbe aver visto una delle serie sopracitate per capirne le dinamiche.

Quindi cosa rende speciale la serie?

Direi intanto le interpretazioni. Una mostruosa Sofia Falcone (Cristin Milioti) che ruba per un bel po’ di tempo la scena all’altrettanto bravissimo e truccatissimo Oz Cobb di Colin Farrell. L’ottimo dosaggio nella scrittura dei personaggi, soffermarsi il necessario su di essi senza strafare facendoci affezionare e intrigandoci quanto basta. Anche i flashback di Carmine Falcone gestiti in modo da creare un ottimo background per Sofia senza diventare lo spin off nello spin off.

The Penguin Sofia Falcone

Puntate pazzesche come quella dedicata al giovane Victor, il nostro personaggio avatar nella storia che entra suo malgrado nei meandri di questa oscura ascesa al potere e che filtra le nostre sensazioni soprattutto su Oz che come Tony Soprano ci acchiappa e ci respinge in egual modo nella sua genialità bastarda, manipolatoria e anche nella sua poca umanità sporca e deplorevole. Episodio dove le conseguenze della pellicola madre le viviamo davvero come un inondazione che spazza via i sogni e anche quelle buone intenzioni della parte dimenticata di Gotham.

E poi beh, la puntata ad Arkham dedicata a Sofia, un Arkham Asylum davvero malato e sinistro in cui è credibile persino una Magpie decisamente sopra le righe, quasi più da film di Schumacher che non da Reeverse. episodio che ti fa richiedere a gran voce lo spin off su Arkham solo per vedere un Hugo Strange di questo universo. Se è riuscito ad essere inquietante il dottorino a caso sadomasochista infatuato di Sofia figuriamoci altri nomi più famosi.

Tante citazioni alle serie tv ma i fumetti ci sono, direi che in egual modo vengono impastati in questa querelle, forse meno delle altre serie tv. Ma dopotutto si va a pescare dal media principale per trasporre al meglio. Abbiamo ovviamente un po’ di Vittoria Oscura, Il Lungo Halloween, l’outfit preciso della TAS, in una puntata anche un mezzo outfit simile al personaggio nel videogame Arkham City. Citazioni a storie dove la madre del pinguino è anche causa di ciò che è lui, nei fumetti tendeva ad essere una pazza iperprotettiva e abusiva nei suoi confronti.

The Penguin Oz e Sofia Falcone

Qui il paragone con Lydia Soprano rischiava di rendere la serie davvero una copia in versione cinefumetto della famiglia mafiosa ma per fortuna abbiamo scansato anche questa. Francis Cobb (un ottima Deirdre O’Connell) è sicuramente una madre severa col figlio ma scopriamo in modo molto amaro il motivo. E se ad un primo momento pensiamo che sia lei la causa di come Oz si muova nel sottobosco di Gotham … beh arriviamo proprio al motivo madre per cui la serie va guardata e apprezzata, direi soprattutto da chi legge i fumetti.

Finalmente qua non c’è alcun because society o tutti i meme che accollano ai vari Joker e ai vari Batman. Questa è appunto la serie del Pinguino e il Pinguino che cos’è? Un cattivo, fra i più sani se non il più sano dei cattivi di Batman, gettando per questo un’ombra e una domanda non da poco sul suo personaggio. Lui infatti non finisce ad Arkham, al massimo finisce a Blackgate (nelle storie scritte bene chiaro, se poi mi citate la TAS, beh, è comunque un cartone). Qui la cattiveria c’è davvero. Vedete il pubblico cosa vuole?

Non è che scrivere qualcosa di prevedibile lo rende automaticamente brutto, no, lo rende soddisfacente. Com’è che finiva Il Cavaliere Oscuro? “Perché la gente ogni tanto ha bisogno di vedere che le proprie speranze vengano ripagate”? E allora meno male che c’è Oz, l’uomo del popolo che non lo è! Come deve essere! Niente piagnistei, niente empatia gratuita, niente giustificazioni, nel 2024 c’è la speranza che si possa ancora capire, tifare e pure disgustarsi per un cattivo.

E se vi domandate dov’era Batman mentre la guerra tra bande impervesava.. beh nell’ultimo fotogramma c’è la risposta. Ma c’è simbolicamente rivolto alla nostra coscienza, al senso di ciò che abbiamo visto. In 9 puntate i cattivi si sono ammazzati fra di loro, Batman è diventato speranza non più vendetta alla fine della pellicola madre, ci sono un sacco di persone buone a Gotham che hanno bisogno di lui nei vicoli, nelle strade, nelle case, eppure quel maledetto Batsegnale non lo vediamo mai se non proprio alla fine dopo la cosa prevedibilmente terribile che succede. Non abbiamo solo un Pinguino gongolante e nel suo outfit iconico che balla con una certa Eve Karlo (prostituta trasformista guarda caso, nomi e destini) ma arriva quella luce.

Ma è davvero casuale dopo ciò che abbiamo visto? La luce che si accende quando l’innocenza e le buone intenzioni vengono davvero estirpate. Quando persino nel marciume c’è qualcosa di ancora peggiore, quando paga qualcuno che forse non avrebbe dovuto pagarne così lo scotto. Chiaramente non sto dicendo che in tempo zero Batman scopra il fattaccio, più che altro noi capiamo che non è qualcosa buttato a caso.

The Penguin HBO Batsignal

Ultima chicca sono i le strizzatine d’occhio al famoso Pinguino Burtoniano. Insomma si spaccia e si fomentano cose nelle fogne, ci si siede sulla sedia del sindaco e si sogna in grande e poi arriva pure la neve. Non so se è voluto ma molto carino davvero.

The Penguin è una delle serie dell’anno. Di quelle che fanno davvero venire voglia di più prodotti del genere che peraltro sono legati ma neanche tanto alla loro matrice, quindi fruibili volendo a se stanti. La fiducia è stata ricompensata. Per la Gotham del Batpattinson arriva davvero definitivamente un nuovo momento con l’ascesa del Pinguino. Il momento in cui i pazzi davvero cominceranno a pullulare ovunque. Spero davvero di godermela alla stessa qualità di questi ottimi prodotti.

Viva il nuovo re di Gotham!

The Penguin HBO poster

THE PENGUIN

  • Titolo originale: The Penguin
  • Creata da: Lauren LeFranc
  • Regia: Craig Zobel, Helen Shaver, Kevin Bray, Jennifer Getzinger
  • Genere: crime
  • Episodi: 8
  • Anno: 2024

Classificazione: 4.5 su 5.

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