The Orville stagione 1 – Mini recensione

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Due parole, ma proprio due, su The Orville, la serie fantascientifica-parodistica creata e interpretata da Seth MacFarlane, nientepopodimenochè il creatore de i Griffin e American Dad, quindi risate demenziali assicurate, no?

In realtà no. The Orville è chiaramente debitrice alla più classica delle serie fantascientifiche, ovvero la primissima serie di Star Trek creata da Gene Roddenberry, e a giudicare da come è stata pubblicizzata sembrava volesse esserne semplicemente la parodia demenziale. Nei fatti invece, dopo un timido primo episodio, la serie riesce a rendere omaggio con simpatia a Star Trek a tutti gli effetti, per certi versi non ne ha nulla da invidiare.

La storia in breve narra il viaggio esplorativo di questa astronave, la U.S.S. Orville, guidato dal capitano Ed Mercer (Seth MacFarlane) costretto a lavorare fianco a fianco della ex moglie, il primo ufficiale Kelly Grayson (Adrianne Palicki che potreste ricordare nei panni dell’agente SHIELD Bobbi Morse in Agents of SHIELD) che lo aveva tradito, affiancati dal resto dell’equipaggio principale composto da personaggi più o meno bizzarri: la dott. Clarie Finn, Gordon Malloy timoniere e miglior amico di Ed, il navigatore di bordo John Lamarr, il secondo ufficiale Bortus appartenente ad una razza asessuata, la giovane Alara dotata di grandissima forza fisica e Isaac, un essere robotico senziente che crede che tutte le forme di vita al di fuori della sua siano inferiori.

The Orville ha un’impostazione molto classica, non c’è esattamente una trama orizzontale (infatti non ha un vero finale di stagione ma un episodio come un altro), ogni episodio è indipendente l’uno dall’altro e tratta temi di attualità attraverso storie fantascientifiche, esattamente come faceva l’originale Star Trek, con la differenza che ogni tanto si ride, magari anche su cose sceme anche se non ai livelli delle gag più trash e nonsense dei Griffin, qua è tutto più contestualizzato con quello che si vuole raccontare, ma la cosa che maggiormente mi ha colpito di questa sua classicità è stato il non focalizzare tutta l’attenzione solo ed esclusivamente su Ed e Kelly e il loro difficile rapporto ma è ben divisa tra tutti i personaggi del cast principale, con puntate interamente dedicate ad Isaac o Alara, giusto per fare un paio di esempi, cosa banale ma non così scontata oggigiorno nelle serie tv, basti pensare a The Flash e altre serie simili dove tutti vivono in funzione del protagonista e non hanno uno sviluppo proprio, questo approccio la rende più vicina a serie di fine anni ’90 che non a serie più moderne.

Stroncata dalla critica ma apprezzata dal pubblico, tanto da essere stata rinnovata per una seconda stagione, The Orville con i suoi 12 episodi magari non farà esattamente sbellicare dalle risate, a volte si a volte molto meno, ma riesce ad intrattenere e divertire con le sue avventure dal taglio fantascientifico, consigliata agli appassionati, sia di MacFarlane che del genere.

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Gli piace definirsi un amante del buon fumetto. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Appassionato di narrativa di genere in ogni sua forma, che sia scritta o per immagini, in movimento o meno, in particolare di fantascienza.

10 Risposte a “The Orville stagione 1 – Mini recensione”

  1. Ricordo l’escursione western di Mac Farlane, niente male! E la Palicki è veramente una bella figliola :D.

    I Griffin sono i Griffin (anche se non li seguo più perché ritengo che la serie abbia esaurito la sua verve), ma l’autore ha buone idee, immagino che il parere critico dei critici sia frutto anche un po’ di un atteggiamento prevenuto..

  2. Ho visto un episodio qualche giorno fa mentre ero di passaggio dai miei, guarda caso uno Adrianne Palicki centrico, giusto per convincermi, dovrò approfondire, sembra una cosetta che potrei apprezzare, oltre Adrianne Palicki intendo 😉 Cheers

  3. A “la serie fantascientifica-parodistica creata e interpretata da Seth MacFarlane” ho deciso di andare immediatamente a recuperarla! Non ne sapevo nulla.
    Le tue parole poi mi hanno convinto e il fatto che sia bocciata dalla critica è un ulteriore punto a favore.

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