Recensione di Terminator Genisys, quinto film della saga di Terminator.
Terminator Genisys, il quinto capitolo nonché reboot della saga ideata da James Cameron più di 35 anni fa, non avrebbe niente di sbagliato… se questo fosse un fumetto ma purtroppo non lo è.
Il film di Alan Taylor, il cui più grande successo finora è tra i film meno riusciti del Marvel Cinematic Universe (Thor: The Dark World), non prosegue la storia da dove l’avevamo interrotta, non proprio, ma ci mostra la guerra tra le macchine e la resistenza guidata da John Connor (Jason Clarke) giunta alla sua conclusione, ma come John ha imparato a proprie spese la fine è solo l’inizio ed eccoci giunti al momento in cui Skynet, messa con le spalle al muro, invia nel passato il Terminator, di conseguenza John è costretto a mandare a sua volta Kyle Reese (Jai Courtney), per far sì che le cose vadano per il verso giusto. Ma all’ultimo momento qualcosa va storto e Kyle si ritrova in un 1984 diverso da quello che abbiamo visto nel primo film, con una Sarah Connor (Emilia Clarke) già combattente fianco a fianco con un Terminator (Arnold Schwarzenegger) decisamente invecchiato con la scusa che i tessuti organici che usano per camuffarsi invecchiano come quelli di una persona vera.
Dì per sé l’idea non è male, un what if…? che, ripeto, funzionerebbe benissimo nelle pagine di un fumetto, un passatempo divertente per vedere le cose da un nuovo punto di vista, dopo un inizio che strizza l’occhio a più di una scena del primo film, con citazioni sparse qua e là e vere e proprie sequenze riprese quasi interamente con le dovute differenze, ma una pessima decisione per portare avanti il franchise di una saga evidentemente stanca e priva di vere idee da almeno una ventina d’anni.
Non l’ho trovato un brutto film, dico sul serio, non penso sia quel film pessimo di cui si parla, tutto sommato mi ha divertito e ho trovato alcune scene buone, ma finita la visione non rimane davvero nulla, complice il fatto che abbiano fatto il passo più lungo della gamba lasciando un finale aperto ad un possibile sequel e soprattutto senza rispondere ad alcune domande. C’era più l’intenzione di portare avanti un franchise e monetizzare, cosa poi non avvenuta rivelandosi un flop al botteghino, che quella di realizzare un vero film. Non sono il tipo che di solito divide la creatività dai soldi, le due cose possono andare benissimo di pari passo, dopotutto il mecenatismo dovrebbe essere da esempio, ma non è questo il caso, è innegabile ed evidente.
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Un film che si è giocato tutto nel trailer, fregandosi con le proprie mani. Mi vien da ridere pensando che Cameron lo definiva un vero film degno dei primi due. E’ simpatico, ma l’unico che riesce ad avere veramente bravura è Arnold il resto si dimentica in fretta. Emilia Clarke ccome Sarah non è per nitente comparabile a Linda, troppo bambolina.
All’uscita dicono tutti così, poi passano gli anni e cambiano versione
Per fortuna vengo dalla linea temporale dove questo film non esiste e Linda Hamilton non è Shakira Targaryen ma Linda Hamilton 😉 Cheers
ahahah
Sulla tua visione son d’accordo, male non è, però si dimentica presto.
Chi fa più paura in questo film è Matt Smith, che interpreta “Skynet”, con quella faccia che ha quell’attore! Comunque a me ha divertito, sicuramente non è memorabile come i primi due
Smith l’ho trovato sprecatissimo