Recensione del film Tekken di Dwight H. Little basato sul famoso videogioco.
Arriva il giorno in cui ciascuno di noi deve affrontare il proprio demone interiore, e no, non parlo del gene del diavolo che affligge la famiglia Mishima in Tekken. No, nel mio caso il mio demone interiore era proprio il film di Tekken. Il film è uscito nell’ormai lontano 2009, non avevo mai avuto occasione di vederlo… fino a pochi giorni fa!
Tekken non ha bisogno di presentazione. Si tratta di una famosa saga di videogiochi picchiaduro arcade creata da Namco nel 1994 e giunta oggi al settimo capitolo canonico più diversi spin off. La storia di Tekken gira intorno alla famiglia Mishima a cominciare dal tentativo di Heihachi Mishima, leader dell’impero finanziario Mishima Zaibatsu, di eliminare suo figlio appena bambino gettandolo in un dirupo.
Diciassette anni dopo Heihachi organizza un torneo di arti marziali, il Tekken, ovvero il Re del pugno di ferro. Al torneo partecipano i più forti lottatori del globo. Tra di essi c’è anche suo figlio: Kazuya Mishima, contaminato dal potere del gene del diavolo che lo fa trasformare in Devil.
Questa è a grandi linee la storia del primo capitolo videoludico. Dopo inizierà una lotta per il potere e il controllo della Mishima Zaibatsu tra Kazuya e Heihachi. Col tempo si aggiungeranno Jin Kazama, figlio illegittimo di Kazuya da cui ha ereditato il gene, un nonno demoniaco, un fratellastro per Kazuya, una nonnina demoniaca, e chi più ne ha più ne metta. Il tutto mentre gli altri personaggi non avevano il benché minimo sviluppo e venivano abbandonati a loro stessi come macchiette. Ma questa è un altra storia.
Ecco, il problema è che gli sceneggiatori di questo film sembrano proprio essersi ispirati ad un altra storia!
Siamo in un futuro prossimo, dopo una non precisata Guerra Mondiale i territori non sono più controllati dai governi ma dalle corporazioni. La più potente di queste è Tekken, comandata da Heihachi Mishima che presiede… Tekken City (sigh), e ogni anno organizza un torneo di arti marziali noto come Iron Fist per tenere calma la popolazione. All’Iron Fist partecipano diversi lottatori in rappresentanza delle varie corporazioni, la vittoria garantisce ricchezza e celebrità. Dopo una serie di tragedie il giovane Jin Kazama, abitante del settore più povero di Tekken City, decide di partecipare al torneo in cerca di vendetta. Ma per farlo deve prima battere Marshall Law, già concorrente del torneo. Sconfitto Law e avuto il consenso del pubblico Jin entra nell’Iron Fist come guerriero scelto dal popolo, e viene preso sotto l’ala di Steve Fox, ex partecipante del torneo ormai ritiratosi che gli farà da supervisore.
Futuro distopico, dei giochi per controllare il popolo, un eroe del popolo, un mentore caduto in disgrazia, look sgargianti per attirare l’attenzione…. l’ho già sentito…
Scusa Katniss, hai ragione, è proprio Hunger Games! Eppure il film di Hunger Games è successivo a questo film (per l’esattezza è del 2012) ma il romanzo originale effettivamente uscì negli USA nel Settembre 2008. Un annetto prima dell’uscita di Tekken, le cui riprese ebbero inizio soltanto a Febbraio 2009. Gli sceneggiatori potrebbero aver avuto il tempo necessario a leggersi il romanzo, trovarlo interessante e plagiarlo adattarlo per il film di Tekken. Trasformi Katniss in Jin e il gioco è fatto.
Plagio a parte il film è davvero bruttarello. Siamo quasi ai livelli di Dragonball Evolution. Non c’è un membro del cast che sia adatto al ruolo, forse giusto l’attrice nella parte di Christie Monteiro nonostante sia fin troppo chiara di pelle per Christie, per il resto si passa dal livello cosplayer di Raven ed Eddy Gordo (che non necessariamente sono un male anche se a livello di caratterizzazione siamo sotto lo zero) a Yoshimitsu che pare uscito da un episodio dei Power Rangers, a personaggi che non somigliano nemmeno per scherzo alle loro controparti videoludiche, se non mi dicevano che quello era Steve Fox col cavolo che lo riconoscevo.
Ma almeno ci sono le mazzate? Eh, insomma. Le coreografie dei combattimenti non sembrano particolarmente convincenti e il montaggio sembra voler distrarre a tutti i costi lo spettatore dall’azione, continuando a mostrarci tutto tranne che i due combattenti sul ring.
Eppure sarebbe bastato così poco per fare un buon film su Tekken, la trama ce l’avevano già, perché stravolgerla così? E ci credo che Harada, produttore e regista dei videogiochi, lo abbia definito orribile e che il film abbia incassato poco più di un milione, è pure fin troppo.
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Per fare un buon film da una storia esile come quella di Tekken ci vogliono i miracoli, ma se poi tiri fuori tutt’altre cose a caso, cosa lo chiami a fare Tekken?
Comunque, sarà dai tempi del Tag che non tocco la saga e mi hai messo curiosità: chi è la nonna Abelarda di Tekken?
Guarda, Tekken 7 mi è piaciuto così tanto che non ricordo come si chiamasse. Era la moglie di Heihachi, in pratica viene fuori che era lei la stronza e lui gettò Kazuya sapendo della maledizione…
La storia di Tekken sarà esile ma semplice, poteva uscire un buon film d’azione, magari non originalissimo, e invece nemmeno quello
L’ho visto… purtroppo! Quanta bruttezza…
Eh, perché stravolgere quando hai una trama?
Stesso discorso per Street Fighter, che però almeno è un cult, un film d’azione comunque fico.
Questo l’ho visto per puro sbaglio, e male (possibile su Rai 4) fa pietà.
Hai ragione, non c’è niente che funzioni decentemente, non risulta minimamente interessante; non mi ero accorto della somiglianza con Hunger games… perché non seguo quella serie cinematografica: interessante, la cosa.
Moz-
Forse agli sceneggiatori era piaciuto Hunger Games ma non avevano i diritti e han fatto sta porcata XD
Visto e immediatamente rimosso dalla memoria, giuro di non ricordare una singola scena, a parte Heihachi che non tira mezzo pugno e già questo basterebbe a stroncarlo come film di Tekken.
E corre voce che ne esista un secondo, mamma mia.
Il film di Dead or Alive, uscito più o meno nello stesso periodo e anch’esso spesso riproposto come tappabuco da terza serata su sti canali tipo Italia 2, faceva schifo uguale ma almeno lì un un adolescente può spegnere il cervello e rifarsi un po’ gli occhi.
Confermo l’esistenza di un secondo film che in realtà fa da prequel. Dead or Alive mi manca.