Street Fighter II il fumetto della Jade

Street Fighter II Jade

Nelle scorse settimane ho recuperato i tre volumi della serie Street Fighter II pubblicati dalla Ediperiodici sul finire degli anni ’90 sotto l’etichetta Jade, dal nome dell’editore originale di Hong Kong, la Jade Dynasty.
Il manhua di Hui King Sum e Lee Chung Hing in realtà è basato sul videogioco Street Fighter Zero 2 (in occidente chiamato Street Fighter Alpha 2), prequel del famosissimo Street Fighter II, onestamente non capisco il perché di questo cambiamento. La storia si discosta notevolmente da quella canonica dei videogiochi, non che questi ultimi abbiano mai brillato per la trama. Ma nemmeno questo fumetto lo fa ad esser sinceri, è tutto un pretesto piuttosto raffazzonato per far scontrare i vari personaggi, talvolta anche solo per due paginette, dopotutto il roster comprende diciotto guerrieri e la storia supererà a malapena di 300 pagine. Tra l’altro con una pubblicazione italiana bizzarra, i primi due volumi uscirono sul finire del 1997 presentati come una miniserie in due volumi, ma la storia chiaramente si chiudeva in un modo frettoloso lasciandoci con un non finale, in pratica fino a metà del secondo volume ci vengono presentati i vari guerrieri, per poi riunirli nell’ultima trentina di pagine per il torneo organizzato da Vega. Un anno e mezzo dopo pubblicarono il terzo volume che almeno uno straccio di storia finge di averla.
Eppure a fronte di una trama quasi inesistente non posso far finta di non essere totalmente affascinato da questi fumetti, merito dei disegni di Hui King Sum, favolosi pur non essendo ai livelli di quelli visti in Street Fighter III, altra serie della Jade ahimè rimasta incompleta qua in Italia, i volti non mi fanno impazzire ma il resto è davvero una bomba, uno stile ipertrofico impossibile da non notare, di una potenza unica esaltato da dei bellissimi colori, non è un caso se a distanza di vent’anni alcune sequenze siano rimaste così impresse nella mia mente, tanto da spingermi a recuperare questi fumetti. Magari un giorno qualcuno proverà a riproporli in Italia.

Street Fighter Zero 2 GoukiStreet Fighter Zero 2 Jade Ryu vs SagatStreet Fighter Zero 2 Gouki

Titolo: Street Fighter II
Edizione originale: Street Fighter Zero 2, Jade Dynasty
Edizione italiana: Street Fighter II, Ediperiodici, 1997
Storia e disegni: Hui King Sum,Lee Chung Hing
Formato: brossurato
Prezzo: su eBay a prezzi onesti potreste cavarvela con € 2 a volume, ma alcuni li vendono anche 9

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

7 Risposte a “Street Fighter II il fumetto della Jade”

  1. Credo di aver letto il primo, di questa miniserie. Disegno particolare, non c’è che dire.
    Riguardo a riproporre queste serie, bisognerebbe prima rilanciare i rullacartoni, che – magari mi sbaglio io – mi sembrano appartenere a un genere un po’ appannato, rispetto ai fasti degli anni ’90.

    1. Appannato non direi, forse non c’è più quella sovraesposizione di quegli anni, e forse è meglio così, ima il genere è vivo e vegeto, semmai è proprio Street Fighter ad essere appannato. Se da una parte abbiamo Mortal Kombat che continua a sfornare titoli di gran successo, così come Injustice o Dragon Ball FighterZ non si può dire lo stesso di SF, SF V uscito ormai nel 2016 non è andato benissimo e si tirato dietro diverse critiche da parte dei fan, nonostante poi come al solito ne hanno rilasciato più versioni con le solite aggiunte di personaggi che da 16 son diventati 40, da parte mia posso dire che non si è mai reinventato, cambia la grafica, c’è sempre un Hadoken più potente ma essenzialmente è sempre lo stesso gioco, e la cosa personalmente mi ha stufato. Idem con Tekken ma in dose minore perché rimane sempre un ottimo arcade.

      1. Quando mi riferisco al genere definendolo appannato, penso a un po’ di vecchie glorie: oltre a Street Fighters, al mio amato The King of Fighters, a Soul Calibur (il V era fiacco e del VI non mi è parso di sentire sfracelli) e sì, anche Tekken mi sembra si sia adagiato un po’.
        Forse dovrebbero svecchiare un po’ le formule, a costo di alienarsi la vecchia guardia (Mortal Kombat continua a essere apprezzato, nonostante l’approccio sia in parte cambiato in favore dello sviluppo della storia).
        Magari, rendendo questi giochi un po’ più moderni, tornerebbero più appetibili anche i fumetti, qui in Italia.

        1. Sai che i titoli della SNK non li ho mai seguiti? Effettivamente Soul Calibur VI è passato in sordina, il V non era piaciuto nemmeno a me.
          In realtà per quanto riguarda MK l’approccio è sempre cambiato, se dal primo al terzo c’è stato una sorta di filo conduttore dal quarto in poi hanno sempre cercato di intraprendere nuove strade, magari pure sbagliando ma almeno provandoci, fino ad arrivare al reboot con MK9 ritornando in parte all’origine e giunti all’11 posso dire di avere tra le mani qualcosa che cerca sempre di distinguersi dal precedente. In Street Fighter al massimo siam passati da Shinkuu Hadoken a Denji Hadoken, non esattamente il massimo, e mi dispiace perché ci sono affezionato anche a loro. All’epoca effettivamente c’era SF Alpha 3 a farla da padrone, l’apice della saga per quanto mi riguarda.

          1. Della Jade, ho preso King of Fighters Zillion (forse concluso, forse no) di Andy Seto e un altro di cui non ricordo sinceramente titolo, che ho dovuto dare per mancanza di spazio.
            Di KoF ero follemente innamorato fino al ’97, mi piacevano storia e personaggi, dal ’98 (un dream match senza trama) e dai successivi della saga NEST, ho progressivamente perso interesse – cambi di mosse, trama meno interessante, nuovi personaggi poco carismatici…
            È una saga che porto nel <3 ma di cui non ho apprezzato certe "evoluzioni", purtroppo.

  2. La storia non la ricordo minimamente ma negli anni 90 si comprava qualsiasi cosa legata a SF, a prescindere!
    Sicuramente meglio SFIII, non solo per i disegni.
    Mi è tornato ora in mente che il titolo originale lo avevo scoperto nei minuscoli credits, facendo 1+1, quando internet non era così diffuso.

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