Stranger Things stagione 4 volume 2

Recensione degli ultimi due episodi della quarta stagione di Stranger Things. Attenzione: contiene spoiler.

Ovvero: anche questa volta saremo coraggiosi con la prossima stagione. Inutile fare il discorsone sul coraggio e non scappare più se poi gli autori stessi coraggio non ne hanno.
Il pericolo per la dipartita del nostro personaggio preferito, con tanto di trollate da parte di Netflix stessa, è stata scongiurata ma come ahimè temevamo i Duffer Brothers non sono stati abbastanza coraggiosi da eliminare nemmeno un membro del cast principale ma tutto sommato sono stati più coraggiosi del previsto con quel finale amaro e un cliffhangerone con Hawkins che diventa a tutti gli effetti una novella Sunnydale (quella di Buffy l’ammazzavampiri per intenderci) con la sua personalissima bocca dell’inferno ormai spalancata e pronta ad inghiottire tutto.

Leggevo sui social che qualcuno, qualche sito o giornale, ha definito Stranger Things il miglior adattamento del racconto di Stephen King che non ha mai scritto, o una cosa del genere, e per certi versi è vero ma le ispirazioni e le influenze Kingiane ci sono sin dalla prima stagione, che poi sia il migliore non saprei dal momento che quando si parla di King si tende a pensare a tutta un serie di brutti adattamenti cinematografici dei suoi romanzi o racconti piuttosto che di quelli riusciti, come Stand By Me o Il Miglio Verde giusto per citarne un paio, e di recente sempre su Netflix abbiamo potuto vedere un ottima miniserie tv passata un po’ in sordina se paragonata al successo di Stranger Things come Midnight Mass di Mike Flanagan, che per certi versi sembra un figlio illegittimo de Le Notti di Salem proprio di King, Flanagan che ha diretto tra le altre cose l’adattamento di un altro lavoro di King, Il gioco di Gerald, che potete trovare sempre su Netflix. Chiusa la parentesi, torniamo a Hawkins.

C’è poco da dire in realtà su questi ultimi due episodi della durata totale di circa quattro ore, troppe per raccontare ciò che accade, come prevedibile la storyline in Russia è servita a poco e niente e viene giustificata e collegata a tutto il resto in un modo tiratissimo e che si poteva risolvere molto prima, idem per il viaggio on the road di Mike, Will, Jonathan e l’altro tipo nuovo di cui nemmeno ricordo il nome tanto me ne importa il cui unico vero compito è fare da taxi a Undici e nel caso del solo Mike farle avere il power up con la forza dell’ammore come nei migliori manga shonen. Entrambe le storyline sono partite piuttosto bene ma dovevano essere chiuse prima anziché dover ripetere allo sfinimento lo schema che ha fatto in modo che la prima stagione funzionasse così bene, perché non funziona più.
Arriviamo dunque all’unica morte pseudo importante di questa quarta stagione che ricade come già in passato sulla new entry, in modo furbo, troppo furbo, introducono un personaggio nuovo, ti ci fanno affezionare e lo uccidono, così non hanno la responsabilità di eliminare un membro principale del cast e allo stesso tempo almeno sta volta si tolgono dall’impiccio di dover risolvere la questione della presunta setta. Ma bisogna ammettere che la scena in cui Eddie suona Master of Puppets nel sottosopra è veramente epica e funziona alla grande. E lo posso dire che ciò che dice a Dustin vale più di mille parole e discorsi di Will? Perché infondo i protagonisti di Stranger Things sono già “diversi”, gli “strani”, gli “anormali” agli occhi della società.

Non cambiare mai, Dustin Handerson, me lo prometti?

La chiudo qua che poi sembro cattivo, io voglio bene a sti personaggi, mi ci sono affezionato e mi sono appassionato come voi a Stranger Things, mi sono anche divertito un po’ come sempre a guardare questa serie, ma proprio per questo non posso far finta di niente di fronte a tutte ste cose, mi sembra evidente ormai che Stranger Things dopo la prima stagione sia diventata più una serie furba che realizzata davvero bene, che nel suo essere citazionista ad un certo punto fa spuntare una replica della spada di Conan in un gulag russo, certo poi in tv e nel web c’è decisamente di peggio ma i Duffer ormai hanno solo un colpo a loro disposizione, speriamo non lo sprechino.

Classificazione: 3 su 5.

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

4 Risposte a “Stranger Things stagione 4 volume 2”

  1. Diciamo che sono d’accordo abbastanza (specie sulla Russia… potevano collegare tutto meglio, ma la spada atlantidea di Conan mi ha gasato…).
    Però non capisco questo volere, da parte di alcuni, per forza la morte dei personaggi principali… come se la meraviglia dovesse (potesse, anzi) passare solo attraverso un dramma,

    Moz-

    1. Nessun dramma, semplicemente alcuni personaggi hanno esaurito il loro percorso narrativo da tempo e sono pura zavorra, tipo Jonathan che aveva senso fin quando cercava Will nella prima stagione. Dopo il nulla. È facile fare la scena strappalacrime con il personaggio dell’ultimo momento e poi finire sempre tutto tarallucci e vino.

      1. Beh, nella seconda indaga con Nancy e fa chiudere il laboratorio, idem nella terza col fatto dei topi e della signora Driscoll… certo, è sempre “spalla”, stavolta occorre ancora a Will, non tutti devono avere un ruolo fondamentale, sempre. Anche questo mi piace, che ogni tanto (come nelle soap) alcuni personaggi “riposino” per poi tornare ad avere delle storie.

        Moz-

        1. Si ma non c’è alcuna crescita nel personaggio, persino 11 ormai sembra un accessorio in sta serie, funge solo da Deus Ex Machina perché palesemente non sanno come gestire il tutto, va bene la sospensione dell’incredulità ma nemmeno prenderci in giro. Prendi Hopper, a me piace come personaggio ma per come han gestito la Russia forse avrei preferito lasciarlo morto. Le soap sono cose tendenzialmente lunghe e potenzialmente infinite, hanno tutto il tempo che vogliono per dedicarsi a questo o quello, qui proprio no, a sto giro avevano più minutaggio e lo hanno sprecato, così come è sprecato un personaggio come Eddie che aveva ancora tanto da dire ma ciò significava anche risolvere la questione dell’Hellfire.

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