Split – La pseudo recensione

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A pochi giorni dall’uscita di Glass nei cinema nostrani facciamo due chiacchiere su Split di M. Night Shyamalan uscito nelle sale nel 2016 e liberamente ispirato alla storia di Billy Milligan, un criminale affetto da disturbo dissociativo d’identità (ben 24 identità diverse), che negli anni ’70 rapì, stuprò e rapinò tre studentesse universitarie per poi essere assolto per infermità mentale.

Filadelfia. Tre adolescenti, le popolari Claire e Marcia e la problematica Casey, vengono rapite da Dennis. Tenute prigioniere presto scoprono che Dennis in realtà è solo una delle personalità del loro rapitore, il cui vero nome è Kevin Crumb a cui la sua psichiatra ha diagnosticato 23 identità diverse. Le violente personalità di Dennis e Patricia intendono sacrificare le ragazze a La Bestia, la ventiquattresima personalità di Kevin, dotato secondo loro delle qualità degli animali dello zoo in cui lavora(no).

Partiamo dicendo che indubbiamente per quanto mi riguarda va elogiata l’interpretazione di James McAvoy che dà una grandissima prova di versatilità interpretando tre personalità del protagonista, il violento Dennis, la maniacale Patricia e infine il piccolo Hedwig di soli nove anni, e ovviamente la Bestia. Per cause narrative non c’è stato spazio per le altre, se non un piccolo assaggio. Non sono un amante dei film in lingua originale, preferisco rilassarmi con il doppiato, ma questo è uno di quei casi in cui l’interpretazione meriterebbe di essere sentita in originale.

è un buon thriller,  come ogni thriller soffre un po’ di alcuni cliché ma rispetto ad altri film dello stesso genere non ne abusa e risulta credibile, ma ammetto che la piega “sovrannaturale” che prende con l’avvento della Bestia possa lasciare lo spettatore interdetto, incapace di comprendere che genere di Split voglia essere, in realtà Shyamalan un’idea precisa ce l’ha e come sua abitudine ribalta tutto solo nel finale  (non sempre riuscendoci ma non è questo il caso) riportando in scena David Dunn, il personaggio interpretato da Bruce Willis in Unbreakable, destando l’attenzione anche di chi magari è rimasto un po’ scettico nella visione del film, non è il mio caso ma forse ero anche già condizionato dal fatto che ero a conoscenza di questo legame con il film del 2000. Certo, rispetto ad Unbreakable, Split non dichiara sin dal principio le sue vere intenzioni, ma l’averli collegati dona forza a quest’ultimo e, sembrerà normale oggi dove i film di supereroi collegati tra loro sono la norma, ha creato un enorme hype intorno a Glass in cui torneranno non solo James McAvoy e Bruce Willis ma anche, come suggerito dal titolo, Samuel L. Jackson nella parte di Elijah Price, l’Uomo di Vetro (Mr. Glass).

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

13 Risposte a “Split – La pseudo recensione”

  1. Bravissimo Michael Knight a partire da un thriller per trasformare tutto in un film di super eroi zitto zitto, ora stanno tutti (io per primo) aspettando “Glass”, anche se penso che sarà più che altro l’ultima chiamata per la carriera di Bruce Willis, dita incrociate! Cheers

  2. Concordo pienamente. Sono rimasto totalmente soddisfatto e la svolta finale è piaciuta anche alla mia ragazza che non ha manco visto Unbreakable.
    Nonostante il doppiatore faccia un ottimo lavoro, seguirò il consiglio e lo proverò in originale 👍🏻

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