La pseudo recensione di Snake Eyes film prequel della serie G.I. Joe
Confesso di non essere mai stato un fan dei G.I. Joe, li conosco ovviamente e da piccolo nel mare di cartoni animati proposti mi capitava di guardare anche A Real American Hero, la serie che faceva da spottone pubblicitario alla famosa linea di giocattoli Hasbro, ma a differenza di tante altre cose dell’epoca non fu esattamente un colpo di fulmine. Ma anche se non ne ero fan e non conoscevo i nomi dei personaggi rimasi colpito da questo personaggio interamente coperto dalla testa ai piedi armato di spada, un personaggio misterioso che non parlava mai, il personaggio badass del gruppo, il Boba Fett dei G.I. Joe che non aveva bisogno di altro se non il suo look per vendere tanto era figo, e pensate che venne realizzato così, tutto in nero, semplicemente per risparmiare.
Quel personaggio era Snake Eyes, contrapposto al suo storico rivale Storm Shadow dei Cobra.
Venticinque anni dopo i Joe debuttano al cinema con un film che personalmente nemmeno ricordo tanto mi era piaciuto, che ha poi generato un sequel e infine un prequel che si concentra proprio sulle origini di Snake Eyes, ma che in qualche modo vorrebbe anche fungere da reboot alla serie, un po’ come Bumblebee per i Transformers, ma se ad un giocattolo spesso basta solo il suo aspetto per essere una hit lo stesso non si può fare per un film.
Il film in breve racconta di un bambino che vede suo padre assalito da alcuni uomini misteriosi e poi ucciso dal loro capo, che prima di morire lo chiama snake eyes, dal risultato di un lancio di dadi con due uno come risultato. Passano vent’anni e il bambino è cresciuto, guadagna qualche soldo partecipando a lotte clandestine e si fa chiamare proprio Snake Eyes, nella speranza di trovare informazioni su Augustine, l’assassino di suo padre. Viene poi reclutato dalla Yakuza nel traffico di armi in cambio di informazioni sul criminale, fino a quando non gli viene ordinato di uccidere Tommy Arashikage, un ragazzo con cui ha stretto amicizia accusato di tradimento, ma Snake Eyes si rifiuta e gli salva la vita. I due fuggono insieme in Giappone dal clan Arashikage dove Tommy in segno di riconoscenza intende far addestrare l’amico alle arti ninja. Ma non tutto è come sembra.
Mi viene un po’ difficile parlare di questo film senza rivelare certe cose, ma dal momento che i G.I. Joe sono in circolazione da ben prima della mia nascita non è esattamente spoiler: Tommy Arashikage è il vero nome di Storm Shadow. Quindi questo film nelle intenzioni ci vorrebbe narrare la nascita della loro storica rivalità, con tutte le modifiche del caso, background, motivazioni ed etnia e soprattutto dandogli un identità e mostrando il suo viso, perché Snake Eyes esattamente come Judge Dredd non mostra mai il suo viso, cose che non so come possano aver preso i fan, ma mantenendo l’addestramento presso il clan Arashikage fedele al personaggio originale. Il risultato è un semi disastro.
Circa due ore di pura noia, da un film con protagonisti due ninja è lecito aspettarsi un action da menare dal ritmo serrato, voglio dire, per la parte di Tommy abbiamo Andrew Koji, il protagonista di Warrior, la serie basata su un idea originale di Bruce Lee che un giorno mi dovrò decidere a proseguire, e invece di sfruttare le sue doti marziali gli fanno agitare un po’ la spada qua e là, usare pistole e fucili e persino una pietra magica che ammazza totalmente il film nel suo climax, è un vero spreco di talento, e questo praticamente solo nell’ultima mezzora di film. Mentre nel ruolo del protagonista abbiamo Henry Golding, che personalmente non conoscevo e che visti i risultati di Snake Eyes non ha ancora trovato il ruolo della vita. Al nostro tocca superare una serie di prove più spirituali che fisiche per essere accettato nel clan Arashikage, che ovviamente tra uno sbadiglio e l’altro riesce a superare. Ma il problema più grande di Snake Eyes è che sembra abbiano fatto di tutto per impedirci di affezionarci al personaggio, di empatizzare con lui, di prendere le sue parti, a che serve modificare così drasticamente un personaggio così iconico, dandogli un identità e un volto, se poi si finisce per prendere più le parti di Tommy?
Sinceramente poi non mi è chiaro nemmeno il punto della trama in cui viene svelato che il villain è un parente di Tommy intenzionato a vendicarsi di lui per essere stato cacciato dal clan Arashikage, ma Tommy a inizio film lavorava per lui nella Yakuza? E il clan Arashikage è devoto a mantenere l’ordine e a combattere il male? Ma che ca… ? Ma chi l’ha scritta sta roba? Sembra che abbiano cambiato idea in corso d’opera senza preoccuparsi di modificare le cose scritte prima.
Inoltre essendo un film dei G.I. Joe fanno la loro comparsa anche Scarlett dei Joe, interpretata da Samara Weaving che potreste ricordare in quella divertente tamarrata di Guns Akimbo con un improbabilissimo Daniel Radcliff, e Baronessa dei Cobra interpretata da Ursula Corberò, la Tokyo de La Casa di Carta, una serie di Netflix di cui potreste aver sentito parlare. L’unica cosa che mi sento di dire su di loro è che almeno a differenza dei film precedenti indossano costumi riconoscibili.
E niente, il film prevedibilmente è stato un floppone ma è anche vero che è uscito in un periodo molto triste per il cinema, magari in circostanze diverse sarebbe anche potuto andare benino come i suoi predecessori, ma a sto punto non so se proseguiranno ulteriormente la saga, certo che se i presupposti sono questi forse è meglio così.
Sono riusciti a gettare nello scarico un film sul più figo dei Joe, partendo da una storia che già era pronta per il cinema. Ci deve essere un girone speciale all’inferno per questo tipo di crimini. Cheers
Film noioso senza un’identità chiara. E in più dici bene, si finisce per empatizzare più per Tommy che per Snake (anzi, in certi punti il protagonista risulta proprio antipatico per non dire stronzo).
A me il primo film dei Joe era piaciuto, una scemata simpatica, un giocattolone con scene belle da vedere (tipo l’inseguimento a Parigi). E lì Snake Eyes non era male, anzi, risultava il cazzuto del gruppo dome dovrebbe essere.
Il sequel invece un po’ più noiosetto, speravano di giocarsela facile con The Rock e Bruce Willis ma invece è uscita una mezza ciofeca. Ma comunque meglio di questo prequel…