La rivincita dei Supereroi (2018) – pseudo recensione del documentario

La rivincita dei Supereroi (2018) – pseudo recensione del documentario

Per puro caso su Sky mi sono imbattuto nel documentario La rivincita dei Supereroi. Si tratta di un film del 2018 diretto da Tom O’Dell che ci narra di come i supereroi siano usciti dalla nicchia delle pagine dei fumetti, da sempre considerati opere per bambini, per diventare un vero e proprio fenomeno di massa.

Per pura onestà alla fine ammettono anche che si, è una rivincita per i supereroi ma non per i fumetti. Quelli rimangono sempre per una nicchia di lettori e appassionati sempre più stretta.

Nelle sue due orette ripercorre la storia dei cinecomics sin dal debutto di Superman e Batman sul finire degli anni ’30 fino ad arrivare agli incassi miliardari di oggi. Essendo del 2018 si ferma pressa poco accennando ad Infinity War. Purtroppo poi ignora tutto il triste periodo vissuto in generale dal cinema a causa della pandemia prima e del moltiplicarsi dei servizi streaming dopo. E le due cose sono strettamente collegate tra loro. E non si può negare che salvo qualche titolo il genere stia iniziando a soffrire un po’, ma questa è un altra storia.

Il documentario vede anche l’intervento di illustri fumettisti, come Chris Claremont, Chuck Dixon e il compianto Neal Adams. Oltre che di alcuni giornalisti e personalità del mondo nerd che personalmente non conosco.

Lo scopo del documentario è quello di illustrarci passo dopo passo come il genere si sia affermato.

Dal successo della serie tv di Batman del 1966 a quando Richard Donner riuscì a farci credere che un uomo potesse volare, fino alla Batmania del 1989, ai primi goffi tentativi di trasposizione della Marvel (vedi alla voce Il Vendicatore).

Di come Schumacher (e la Warner) abbia affossato il franchise di Batman e del primo vero successo Marvel: Blade. Di come il successo di X-Men e Spider-Man abbiano convinto la Warner a riprovarci con il Batman di Christopher Nolan. E infine l’avvento del Marvel Cinematic Universe che ha reso definitivamente il genere un fenomeno di massa e non più un fenomeno legato al singolo film.

Il tutto accompagnato da una serie di flopponi e svariati tentativi di emulazione.

Non ero d’accordo con tutto ciò che dicevano. Certe parti erano un po’ troppo condensate, altre sorvolavano su certi aspetti e talvolta contraddicendo un po’ quanto detto poco prima. Due ore sono davvero poche per parlarne veramente bene, si fosse trattato di una miniserie con più puntate forse sarebbe andata diversamente.

Per intenderci durante gli anni ’90, in seguito al successo del Batman di Burton, parla di come Hollywood iniziasse ad attingere qua e là dal mondo fumetto. The Mask, Il Corvo, The Rocketeer, nominano persino quel floppone di Barb Wire.

Qua per esempio trovo la facciano molto facile.

Sono loro stessi a sottolineare come Blade fosse identificato come un horror con Wesley Snipes, all’epoca ancora un attore di richiamo. Con The Mask e compagnia vale lo stesso discorso ma non lo dicono. Se lo dicono lo fanno in un modo tanto superficiale da passare inosservato.

Nella maggior parte di questi casi per il pubblico era difficile associare questi titoli a fumetti di supereroi. E quindi derivato da un prodotto considerato ancora per bambini. Certo, l’industria del fumetto era cambiata, Miller e Moore avevano già stravolto nuovamente le regole (la priva volta ci aveva pensato la Marvel negli anni ’60, e viene giustamente evidenziato nel film) ma per il pubblico generalista il discorso era ben diverso. The Mask deve gran parte del suo successo a Jim Carrey, all’epoca tra i comici più famosi, Il Corvo invece lo deve in buona parte alla triste scomparsa di Brendon Lee sul set.

Questo non significa affatto che non si meritassero il loro successo ma non citano nemmeno tutta una serie di filmacci usciti nello stesso periodo. Tipo Spawn e la stessa Barb Wire. Penso sia un aspetto sul quale dovessero soffermarsi un po’ di più, dopotutto i vari incidenti di percorso Marvel di inizio anni 2000 li nominano.

Curiosamente non viene mai menzionato Joss Whedon. Inizialmente pensavo fosse per la storia delle accuse di comportamento inappropriato rivolte da Ray Fisher che hanno riportato a galla anche vecchi asti con Charisma Carpenter dai tempi di Buffy l’ammazzavampiri. Tutte cose di cui in realtà i fan della serie erano già a conoscenza ma che ai giorni nostri han portato all’allontanamento del regista da praticamente tutti i set. Nel documentario si nominano Sam Raimi, Ang Lee, Christopher Nolan e persino Bryan Singer, il cui lavoro con gli X-Men è fondamentale per il genere ma oggi accusato di violenza sessuale. Capirete il mio stupore nel sentire più volte il nome di Singer e nemmeno una volta quello di Whedon. In realtà per entrambi i registi le accuse sono posteriori alla realizzazione del documentario per cui il motivo sarà un altro.

E la chiusura con la sviolinata a Black Panther e Wonder Woman era puramente evitabile. Il primo film con un supereroe nero e il primo film con una supereroina? Sembra di leggere un articolo di una rivista generica che non conosce il genere, peccato che loro stessi citino Elektra (2005) e Catwoman (2004). Ma soprattutto Blade. Se per Black Panther, per l’impatto culturale che ha avuto, posso anche chiudere un occhio non posso proprio farlo per Wonder Woman, che si, carino ma niente più.

Indubbiamente si tratta di un buon documentario, non sono tanti quelli sui fumetti in generale, figuriamoci sui cinecomics. Ho trovato alquanto bizzarro la scelta di montare immagini di recenti comicon quando parla dell’industria del fumetto e di come è cambiata nel corso degli anni, ma prendiamo quel che viene. Sicuramente è un prodotto migliore rispetto a Marvel Stories che potete trovare su Prime Video e che personalmente trovo racconti poco e niente.

Per un appassionato vero di supereroi e di cinema non racconta niente di nuovo, e come già detto su certi passaggi avrei molto da ridire, ma capisco che il tempo a disposizione non aiuta e dovevano essere più sintetici possibile. Ma lo consiglio vivamente comunque. Soprattutto a tanti tuttologi e sedicenti esperti di fumetti che pensano che Iron Man e gli Avengers fossero personaggi famosi anche prima dei film o che il successo dei primi film Marvel non ha avuto alcun ruolo nel ritorno di Batman al cinema.

Lo trovate su Sky e Now TV.

Classificazione: 3.5 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

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