Resident Evil: Retribution – Recensione

Pensavo di chiudere la saga di Resident Evil molto prima e invece arrivo a parlare del quinto episodio a quasi un mese e mezzo di distanza dall’ultimo articolo e devo confessare che mi è sempre più difficile trovare qualcosa da dire e non scadere nella ripetitività per una serie di film che della ripetitività ha fatto il suo cavallo di battaglia, mi riservo di aggiungere altro per questo franchise giusto per il gran finale.
Resident Evil: Retribution è ancora una volta scritto e diretto da Paul W.S. Anderson e interpretato da sua moglie, Milla Jovovich, ormai totalmente immersa nel personaggio di Alice.

Retribution è un una sorta di Avengers per Resident Evil, riunisce un po’ tutti i personaggi apparsi finora, tra grandi ritorni (#credici), tra cui anche Jill Valentine che ha abbandonato l’outfit da discoteca in favore di un cosplay di Nina Williams da Tekken, e l’arrivo (inutile) di un paio di personaggi fan favourite della saga videoludica: Leon Kennedy e Ada Wong. Ovviamente avendo preso una strada totalmente diversa dai videogiochi tipo cinque film fa la loro storia è totalmente stravolta e il loro contributo nel film è pari a zero.
Retribution inizia esattamente da dove finiva il precedente film e a sto giro Alice viene prima imprigionata dalla Umbrella e poi liberata da Ada Wong che lavora per un apparentemente ravveduto Wesker che ha tradito la malvagia azienda. Scopriamo così che la Umbrella ha venduto il virus a svariate nazioni e di come questo stia portando all’estinzione dell’uomo.
Segue un viaggio per il mondo in cui i nostri combattono zombie e mostri vari in un tripudio di azione nonsense, tra sparatorie e fughe, ormai totalmente noiosa nel suo ripetere allo sfinimento questo canovaccio per una saga tirata troppo per le lunghe ed evidentemente stanca, e ad essere sincero sono pure annoiato pure io dal parlarvene, e non bastano alcune citazioni e omaggi a film ben più noti per salvare la baracca.
Come il precedente offre delle inquadrature gigione appositamente pensate per il cinema 3D che ormai è più morto di uno zombie di Resident Evil.
E niente, questo post è stato più una formalità per andare con ordine e non saltare direttamente all’ultimo film, spero di parlarvene al più presto.

Classificazione: 1.5 su 5.

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

2 Risposte a “Resident Evil: Retribution – Recensione”

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