Ranma 1/2 – Recensione

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La conclusione della nuova edizione di Ranma 1/2 è la scusa ideale per parlarne un po’ e fare alcune considerazioni.

La serie probabilmente la conoscerete tutti ma facciamo finta di no. Scritto e disegnato da Rumiko Takahashi (Lamù, Inuyasha) tra il 1987 e il 1996 Ranma 1/2 è un manga shonen che racconta le peripezie di Ranma Saotome, un ragazzo di sedici anni afflitto da una strana “maledizione”, in seguito ad un allenamento in Cina in compagnia del padre, cade accidentalmente dentro una sorgente maledetta, da quel momento ogni volta che si bagna con l’acqua fredda si trasforma in ragazza, suo padre invece in un panda. L’acqua calda annulla l’effetto della maledizione. Tornati in Giappone si recano alla palestra Tendo, Genma, padre di Ramna, ha promesso il figlio in matrimonio ad una delle figlie del suo migliore amico Soun Tendo, Kasumi, Nabiki e Akane, e la scelta ricade proprio su quest’ultima. I due si mal sopportano e vivono loro malgrado questo fidanzamento, tra (bizzarre) sfide di arti marziali e pretendenti amorosi, e una cosa non esclude l’altra.

Ranma 1/2 è un bel mix di combattimenti, intrecci sentimentali e soprattutto umorismo, in cui la Takahashi gioca tanto sulle trasformazioni del protagonista, così’ da renderlo interesse amoroso tanto delle ragazze quanto dei ragazzi (Tatewaki Kuno idolo assoluto), tra situazioni ambigue e tanti malintesi. Le sorgenti maledette diventano una scusa per introdurre svariati personaggi più o meno riusciti, rivali (in amore e non) di Ranma, come Ryoga Ibiki (che si trasforma in maialino) e Mousse (che si trasforma in papero).

Ranma è promesso ad Akane, ma Akane piace a Ryoga e Tatewaki Kuno, a cui piace anche Ranma ragazza. Ranma invece piace a Kodachi Kuno, Ukyo e Shampoo, che a sua volta piace a Mousse. E così via, un gran casino.

La storia… beh, una vera storia in realtà non c’è, Ranma 1/2 si sviluppa in brevi archi narrativi, anzi potremmo dire ad episodi mediamente composti da 5 o 6 capitoli, raramente da alcuni archi narrativi che superano la decina di capitoli e più seri del solito, in cui Ranma e soci si trovano ad affrontare la sfida di turno. Tra le critiche che mi è capitato di leggere in giro prima di potermi cimentare con la lettura di questo manga (prima avevo visto solo l’anime) c’era una mancata evoluzione dei personaggi e il finale dell’opera, ma vi devo confessare che non sono affatto d’accordo.

La serie non è priva di difetti, sia chiaro, in primis abbiamo un notevole calo qualitativo pressapoco dopo la metà, le gag, fino a quel momento sempre riuscite e divertenti, si fanno sempre più fiacche e quando divertono, beh, son riciclate dai precedenti episodi e finiscono con lo stufare, e certi personaggi sono sfruttati poco e male, altri fin troppo, su tutti a me dispiace un sacco per il Dottor Tofu, praticamente scompare dopo i primi capitoli a differenza dell’anime dove è un personaggio quasi fisso del cast. Per fortuna però l’ultimo arco narrativo, più shonen classico e per certi versi più serio riporta un po’ in alto l’attenzione, tirando anche un po’ i fili per certe relazioni tra i personaggi, magari non in modo totalmente esplicito ma quanto basta, sicuramente fa chiarezza tra Ranma e Akane, per poi arrivare ad un epilogo che sembra quasi affrettato ma che per quanto mi riguarda non poteva essere, non dico migliore, diverso. Dare una sorta di conclusione o crescita narrativa ai personaggi in questo contesto, fortemente umoristico, non sarebbe servito a nulla se non a fare contenta (in senso negativo) una fetta di pubblico, sarebbe come dare un epilogo ai Simpson, paragone un po’ forte ma per capirci.

Poteva essere più corto? Assolutamente si, dopo il calo avvertito intorno al tredicesimo volume (di venti) ho quasi pensato di vendere la serie finita la lettura ma ci ho ripensato dopo il finale, tra l’altro un finale aperto.

L’arte della Takahashi è ottima, si può notare una crescita davvero notevole dai primi volumi all’ultimo, forse per certi versi possiamo considerare Ranma 1/2 come il passaggio tra la comicità sfrenata di Lamù allo shonen classico e a tratti più serio che era Inuyasha, non solo perché realizzato tra l’una e l’altra ma proprio come maturazione della mangaka.

Un must per qualsiasi appassionato di manga o solo di buon fumetto.

La scheda
Titolo: Ranma 1/2 New Edition
Edizione originale: 
Edizione italiana: Ranma 1/2 New Edition vol.1-20, Star Comics, 2017-19
Storia e disegni: Rumiko Takahashi
Formato: brossurato
Prezzo: € 7,00 cadauno

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

25 Risposte a “Ranma 1/2 – Recensione”

  1. Mi ero totalmente scordato di Ryoga e Shampoo! Quest’ultima in particolare era una ragazza simpaticissima, infatti da bambino pensavo “Se Ranma non la vuole, la prendo volentieri io!” 🙂

    1. Era una psicopatica! XD
      non si faceva problemi a condannare a morte una donna che la battesse in una lotta, in ossequio alle regole del suo villaggio, se ricordo bene.
      Personalmente preferivo Ukyo, in quel giro di matte, era la più sobria, dopo Akane (che però ha la tipica caratteristica del non essere sincera coi propri sentimenti, come Ranma).

      1. Ma davvero era così spietata? Io me la ricordavo come un’innocua mattacchiona! 🙂 Cosa intendi per “non essere sincero/a con i propri sentimenti”?

        1. Si capisce molto presto che Ranma e Akane, a un certo punto, iniziano a piacersi, ma non vogliono ammetterlo nemmeno con loro stessi, per puro orgoglio – e per permettere all’autrice di fare gag.
          Ma ci sono diversi capitoli in cui il lettore capisce che si piacciono sempre di più, solo che non lo ammettono mai!

          Shampoo la ricordo così, ma devo ammettere che non leggo Ranma dal secolo scorso, potrei confondermi.

          1. Io invece Ranma non l’ho mai letto, guardavo solo l’anime. Lo trasmetteva Tele Monte Carlo (l’antenato di La7) insieme ad un altro cartone popolarissimo, Kangoo… non ce la faccio, troppi ricordi! 🙂

          2. La Takahashi era un vero asso nel creare dei personaggi azzeccati: anche i più secondari avrebbero potuto tranquillamente essere i protagonisti di un anime tutto loro. Di conseguenza, non mi stupisce che abbiano fatto uno spin – off su Picolet Chardin II (anche se ci sarebbero stati tanti altri personaggi ben più meritevoli di quest’onore).
            Ho scritto “era” e non “è” perché noto da Wikipedia che dopo Inu Yasha non è più riuscita ad inventarsi una serie di successo: ad esempio, quella su cui ha lavorato dal 2009 al 2017 (Rinne) non l’avevo mai sentita nominare. Le auguro di ritrovare presto il suo tocco magico… ma se così non fosse, può tranquillamente campare di rendita con le royalties di Lamù, Ranma e Inu Yasha! 🙂

          3. Diciamo che non è un’autrice che si evolva tanto, alla fine tende a usare sempre gli stessi trucchi, nelle storie lunghe – tipo aggiungere un nuovo comprimario a ogni saga, o quasi.
            Per me, dà il meglio nelle storie brevi – i rumik world e le altre raccolte, o la saga delle sirene.

          4. Darò un’occhiata ad entrambi i manga che mi hai segnalato. Grazie mille per le dritte e per la piacevole chiacchierata! 🙂

        2. Spietata forse non è il termine migliore, psicopatica nemmeno (quella è Kodachi). Sicuramente la più sexy tra le donne di Ranma ma molto pericolosa in certe occasioni.
          Non era solo orgoglio quello di Ranma, molto più spesso era pura e semplice timidezza.

          1. Anche sexy è un aggettivo che non mi sarei mai aspettato di vedere abbinato a Shampoo, perché me la ricordavo come un personaggio abbastanza infantile. Ho un ricordo decisamente distorto di quell’anime, devo proprio rivederlo. Grazie per la risposta! 🙂

  2. Serie divertente, ma che entra facilmente in una routine di ripetitività feroce.
    Inoltre si fondava su un buco logico: in Cina c’era anche la fonte adatta a sovrascrivere la maledizione, annullandola (quella in cui era caduto un uomo) ma Ranma e il padre la abbandonano e poi si crucciano che vogliono trovare il modo di tornarci, e nulla glielo impedisce, visto che se non erro sono andati in Giappone a nuoto!

    Il finale non mi è piaciuto: non dico che dovessero sposarsi, ma almeno prendere atto che si piacevano a vicenda, quello sì.

      1. Già, chiarissimo, salvo
        SPOILER

        Far saltare il matrimonio (coatto, santo cielo!) per le solite menate, litigando per una questione di orgoglio e tornando quasi alla situazione inziale.

        FINE SPOILER

        Sulla sorgente, ripeto, quei due kryptoniani dei Saotome attraversavano il mate a nuoto, si fossero presi qualche settimana per una gita, la serie sarebbe forse durata meno 😛 almeno per le gag acquatiche, gli scontri marziali assurdi avrebbero continuato senza problemi.
        E poi, parliamo dei cattivi del finale: la sorgente maledetta che creano per fregare Ranma non ha senso!
        La sorgente in cui è caduta una persona specifica serve a trasformarsi in quella persona?
        Perché quella maschile e quella femminile sono generiche?
        Lo so che a molti può non fregare di certi dettagli, ma per me queste cose contano, pure in una storia riderella.

        1. Finisce in caciara esattamente nello spirito della serie. Davvero volevate una dichiarazione classica? Sarebbe stata totalmente fuori carattere dei personaggi e della serie stessa, oltre che forzato, il loro rapporto funziona proprio perché sono fatti così.
          La serie si basava sugli equivoci delle loro trasformazioni, in particolare di Ranma e sul essere conteso sia da ragazze che ragazzi, eliminarlo dall’equazione di nuovo avrebbe snaturato la serie. Lo dico pure io che doveva durare meno ma non per la cosa della sorgente, quello al massimo poteva essere il fine, un po’ come Conan che deve tornare adulto ma lì per davvero se ne sono scordati.
          Per quanto riguarda la sorgente dell’Akane affogata ci ho pensato pure io ma a me non interessa, rapportata alla ripetitività che si avverte da un certo punto in poi è una sciocchezza dimenticabile.l

          1. Trovo poco credibile che i personaggi restino fossilizzati in quel carattere, come se non fossero usciti tot volumi pieni di situazioni assurde.
            A me non è piaciuto, a te sembra un finale appropriato… è andata meglio a te 😉

          2. C’è gente che vede grosse evoluzioni nei personaggi di One Piece dopo quasi 100 volumi 😛 qua bene o male c’è una consapevolezza che non ha bisogno di troppe parole, lo sanno loro due (Ranma alla fine si dichiara in qualche modo), lo sanno i genitori e nel bene e nel male lo sanno anche i rivali/amici, già questo di per sé rappresenta un evoluzione, per quanto limitata ma funzionale in una serie del genere che non ha una storia sotto come Maison Ikkoku o Inuyasha.

  3. Infatti a me proprio il finale fece storcere il muso.
    È il tipico fumetto giappo anni ’80 episodico, statti a vedere che a breve faranno una nuova serie (forse, davvero conclusiva)^^

    Moz-

    1. Soprattutto è il tipico finale della Takahashi, in cui nulla è cambiato dall’inizio. Eccezioni: Maison Ikkoku e Inuyasha. Rinne non so, mi ha rotto al quarto numero.

  4. Non ho mai letto il manga ( della Takahashi conservo ancora tutti i numeri di Lamù, La Saga Delle Sirene e anche One Pound Gospel), però devo ammettere che per quanto divertente fosse l’anime, ad un certo punto non ce l’ho più fatta a proseguire.
    Stessa cosa mi successe con Inuyasha.

  5. Anche io solo anime. All’inizio mi piaceva ma poi quando ho capito che non andava a parare da nessuna parte, me ne sono distaccato.
    Ricordo che sfogliai le ultime pagine del manga in fumetteria e se ricordo bene non c’era una conclusione, nessun matrimonio con Akane (io ho sempre fatto il tifo per Ucchan). Però tu non sei d’accordo ma noi non concordiamo manco su quello di Slam Dunk 😝
    Curioso Tofu che nel manga sparisce!

    p.s. mi citi Inuyasha e non Maison Ikkoku! 😠

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