Quantum & Woody – Recensione

Quantum & Woody 1 star comics

C’erano una volta gli inseparabili Eric e Woody Henderson. Fratelli adottivi. Amici per la pelle. Menti brillanti. Anni più tardi, si ritrovano divisi da una meschina rivalità ma accomunati dall’essere dei completi falliti. Ma quando l’omicidio del padre li mette alle prese con uno sconvolgente incidente scientifico, Eric e Woody si ritroveranno con uno nuovo scopo… e una valida giustificazione per indossare dei costumi e combattere il crimine. Tenetevi forte, gente: Quantum e Woody stanno arrivando (e, sì, c’è anche una capra)!

Non avevo mai letto nulla della Valiant ma con una premessa simile potevo forse esimermi dal provarlo? E si, mi riferisco alla presenza della capra!

Peccato che l’uscita di Quantum & Woody 1 nei primi mesi del 2015 segnò anche la fine delle pubblicazioni Valiant da parte di Panini Comics, infatti da lì a poco l’editore interruppe tutte le serie e rinunciò ai diritti che fortunatamente vennero raccolti dalla Star Comics ma per potermi leggere tutto Quantum & Woody ci son voluti ben tre anni, infatti la serie è stata completata solo sul finire del 2017 per un totale di tre volumi.

Pubblicata negli USA tra Luglio 2013 e Giugno 2014 la serie scritta da James Asmus racconta le disavventure dei fratellastri Eric e Woody Henderson. Dopo diversi anni passati divisi e senza contatti i due si ritrovano ad indagare per conto loro sull’omicidio del padre (padre biologico di Eric), uno scienziato che stava facendo delle ricerche misteriose e che si era messo contro le persone sbagliate. I due nel suo laboratorio causano un esplosione e anziché morire ottengono dei superpoteri, unico effetto collaterale: i due devono unire in un KLANG i loro bracciali (apparsi ai loro polsi dopo l’esplosione) ogni 24 ore per non dissolversi in atomi! Capirete come la cosa richieda una certa vicinanza e una convivenza forzata e assolutamente non facile dal momento che i due hanno caratteri totalmente diversi: più serio, colto e ligio al dovere Eric, più ca***ne, irresponsabile e dalla battuta facile. Nero Eric, bianco Woody.

Dati i caratteri e il loro legame non ho potuto fare a meno di pensare a Wesley Snipes e Woody Harrelson nel film Money Train dove i due appunto sono fratellastri, e si, il nome Woody ha contribuito non poco. In realtà poi ho scoperto che la versione originale di Quantum e Woody si ispirava davvero ai personaggi interpretati da Snipes e Harrelson ma non in quel film bensì in Chi non salta bianco è (White man can’t jump). Beh, non ci sono andato molto lontano, e dato che originariamente i due sedicenti eroi non erano fratellastri mi piace pensare che per questo reboot si siano ispirati anche a Money Train.

Venendo alla serie, James Asmus ha scritto una serie divertente, tanto divertente da poter causare un embolia ai fan dei film DC, piena di citazioni pop e che a modo suo decostruisce i supereroi e li reinventa, siamo quindi più dalle parti di Invincible che da quelle di Watchmen ma senza le secchiate di sangue, e per certi versi così a naso azzarderei che la Valiant possa aver alzato l’asticella ancora di una tacchetta, dopotutto è sempre loro la prima supereroina sovrappeso, no?

(“Per essere una pubblicazione concepita per divertire è esageratamente tetra e seriosa. In più, tutte le donne sono dipinte come oggetti del desiderio sessuale”)

Quindi insomma sfata anche un mito, ovvero che Watchmen involontariamente sarà anche diventato un genere dando vita a tutta una serie di eroi caduti in disgrazia ma che si può giocare con questo fattore senza prendersi necessariamente sul serio, che non significa essere superciali, e scadere nell’ennesimo copia della copia.

Sulla trama in sè c’è poco da dire in realtà, nei suoi tredici episodi Quantum & Woody è una sorta di lunga storia di origini composta da tre disavventure, ma la serie diverte, intrattiene, diverte, fa riflettere un po’ sul mondo del fumetto mainstream, e… l’ho già detto che diverte?

Se proprio dovessi trovarci un difetto… beh proprio un difetto non è e non è da imputare a questa serie, è più un mio pensiero sul fatto che al di fuori di Marvel e DC Comics difficilmente oggi si trovano serie supereroistiche dirette ai più giovani, non che Q&W contenga un linguaggio scurrile o litri di sangue ma riferimenti anche poco velati a cose più adulte si è per certi versi la trovo una cosa un po’ triste, ma non per il fumetto in sè quanto per il fatto che i più giovani non hanno poi molta scelta, ma va beh io ho superato i trenta già da un po’ quindi chissenefrega.

Ai disegni si alternano Tom Fowler (primo e terzo volume) e Ming Doyle (nel secondo) ma non mancano interventi di Kano, Erica Henderson, tutti usano uno stile che ricorda un po’ i cartoon senza essere caricaturali, uno stile che vedrei bene sulle pagine di Army of Darkness, sicuramente più dei disegni di Kevin Sharpe ma questa è un’altra storia (se ne parlava QUI)

E niente, serie consigliatissima se volete uscire un po’ dai soliti fumetti made in USA senza allontanarvi troppo dai tizi in calzamaglia classici, in più per tutti i timorosi del fumetto supereroistico americano sappiate che Quantum & Woody è leggibilissima a sè e non necessita la lettura pregressa di altri titoli Valiant, pur non mancando qualche riferimento qua e là.

Rimaniamo in attesa del nuovo volume con l’inizio della seconda serie dedicata alla peggior squadra di supereroi al mondo.

La scheda
Titolo: Quantum & Woody vol.1-3
Edizione originale: Quantum & Woody #1-12 + 0 (2013-14)
Edizione italiana: Valiant #49, 55, 65, Edizioni Star Comics
Storia: James Asmus
Disegni: Tom Fowler, KANO, Ming Doyle, Erica Henderson, altri
Formato: brossurato
Prezzo: € 8,90 cadauno

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

6 Risposte a “Quantum & Woody – Recensione”

  1. Sono sempre stato attratto da “Quantum & Woody”, che ho sempre visto pubblicizzato qua e là, senza mai la vera possibilità di leggerlo, delle trama non sapevo niente, l’ho scoperta ora leggendoti, ma ho capito cosa mi attirava forse, se davvero sono una versione super eroica della coppia di “Chi non salta bianco è” ora ho capito perché sentivo il bisogno di leggerlo 😀 terrò gli occhi aperti alla prossima sortita in fumetteria, gracias! 😉 Cheers

  2. Di Faith dovrò cianciarne, prima o poi: è un personaggio simpatico e il primo numero della sua serie la vede alle prese con una minaccia tanto letale quanto scema…
    ‘sti due babbei sembrano anche simpatici, ma come fanno a sapere che senza il klang finirebbero male?

  3. Benvenuto nel mondo Valiant. Mi raccomando non mollare perché c’è tantissima altra roba, anche molto ma molto più matura e profonda di Q&W, da recuperare.
    Se vuoi restare in un noto più leggerino però non puoi assolutamente non recuperarti Archer&Armstrong!

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