Pretty Guardian Sailor Moon – Recensione

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Due parole sullo storico manga Pretty Guardian Sailor Moon di Naoko Takeuchi, la cui ultima edizione edita da Star Comics in dodici volumetti si è appena conclusa.

Se dovessi definire il manga Sailor Moon direi che si è trattato dell’idea giusta al momento giusto, un intuizione talmente forte da compensare abbondantemente a tutti i difetti della sua autrice, e sono tanti eh.

Sia chiaro sin da subito, non voglio fare il finto intenditore radical chic che deve per forza sputare sui classici come ahimè va tanto di moda nell’internerd e nella blogosfera, assolutamente no, se qualcuno dovesse chiedermi se consiglio la lettura di Sailor Moon gli direi non solo di si ma che è una lettura quasi obbligatoria!

Va beh la storia la conoscete un po’ tutti, no? La giovanissima Usagi Tsukino scopre di essere una guerriera Sailor destinata a salvare il mondo, in compagnia di altre guerriere che si aggiungeranno col procedere della storia deve trovare la principessa dell’antico Regno Lunare di Silver Millennium e sconfiggere le varie minacce che le si presentaranno davanti di volta in volta.

Questo in breve l’incipit di Sailor Moon. L’idea della Takeuchi è piuttosto semplice ma ha l’intuizione di fare un manga di genere majokko, quindi che unisce temi fantastici a quelli romantici, prendendo però ispirazione, tra le altre cose, da serie come i Super Sentai, serie in cui gli eroi generalmente sono destinati ad un pubblico di maschietti, creando di fatto un nuovo genere che da quel momento sarà imitatissimo. Non solo, nel corso della serie Naoko Takeuchi ci infila davvero di tutto, dalle tematiche omosessuali, basti pensare al rapporto tra Sailor Uranus e Neptune, o sempre Uranus con la stessa Sailor Moon, una sorta di relazione incestuosa tra la Black Lady e Mamoru (si, lo so è un po’ forte come termine e va contestualizzato) fino al gender swap con le Sailor Starlight, insomma non è un azzardo affermare che la Takeuchi abbia anticipato i tempi.

Ma si parlava di difetti e, ripeto, Sailor Moon ne ha davvero tanti. In primis lo story telling dell’autrice è davvero pessimo, gli eventi si succedono troppo velocemente e le sequenze faticano a coinvolgere davvero, oltre che ad essere del tutto comprensibili, vi basti pensare al fatto che l’intera serie si compone di ben cinque saghe divise in soli 12 tankobon. Questo comprimere gli eventi porta direttamente al secondo difetto, le altre guerriere non riescono mai a trovare lo spazio necessario, il loro ruolo è poco più di far presenza, si limitano a ben poco e di volta in volta si trova un pretesto per levarle dai giochi e lasciare agire la sola Sailor Moon, si crea una sorta di cortocircuito venendo meno quella coralità che sta alla base della sua idea che perde così di efficacia, peggiore forse è il destino di Mamoru/Tuxedo Kamen, interesse amoroso della protagonista spesso destinato a finire come uomo ostaggio e/o plagiato dai malvagi di turno, insomma non solo ha anticipato tematiche molto in voga oggi ma ne ha anticipato anche i difetti dal momento che per far spiccare la protagonista femminile il personaggio maschile è costretto quasi ad annullarsi. Fortunatamente tutte queste cose sono state gestite molto meglio nel primo adattamento anime, che se da una parte era decisamente ripetitivo con puntate pressoché identiche l’una con l’altra almeno aveva il tempo necessario ad esplorare e ad approfondire tutto il resto del cast.

Lo stile del disegno è invece molto piacevole e tendente al classico, ammetto di essere partito un po’ prevenuto per la diversità dalla serie anime ma mi son ricreduto, le manca solo una vera capacità nel narrare attraverso queste immagini, soprattutto le sequenze di lotta.

Per concludere brevemente Sailor Moon è un manga che va assolutamente letto in quanto capostipite di un genere, sempre che non vi facciate fermare dal target di riferimento di questa o quell’opera, a cui vanno riconosciuti i propri meriti ma che in mano ad un autore più completo e maturo (artisticamente parlando si intende) poteva avvicinarsi ad un vero e proprio capolavoro non solo a livello concettuale ma anche nella sua realizzazione.

La scheda
Titolo: Pretty Guardian Sailor Moon vol.1-12, serie completa
Edizione italiana: Star Comics, 2017-18
Storia e Disegni: Naoko Takeuchi
Formato: brossurato
Prezzo: € 4,70 ciascuno

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Gli piace definirsi un amante del buon fumetto. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Appassionato di narrativa di genere in ogni sua forma, che sia scritta o per immagini, in movimento o meno, in particolare di fantascienza.

5 Risposte a “Pretty Guardian Sailor Moon – Recensione”

  1. Devo ammettere la mia ignoranza, mai letto o visto nulla di Sailor Moon 😀 Prima o poi devo colmare questa lacuna nel mio “bagagliaio” culturale nerd..se ho ben capito il punto di partenza è questo manga

  2. La Takeuchi ha avuto delle buone intuizioni, ma non è stata capace di svilupparle al meglio – soprattutto, fare una serie di combattimenti in cui ogni attacco è rappresentato in modo tanto “rarefatto” è come minimo un azzardo 😛
    Mi chiedo se avrebbe avuto tanto successo, se non ne fosse stato tratto un cartone che, anche se oggi è ampiamente difettoso (ogni stagione è diluita in un mare di mostri della settimana) negli anni ’90 seguiva un modello accettabile e comune, per una serie.

    Riguardo ai disegni, ho trovato che subissero un calo di qualità sin dai primi volumi.

  3. Io ho visto solo entrambi gli anime, peraltro incompleti.
    Penso che tu abbia centrato il dubbio: la serie storica, benché ripetitiva con gli episodi costruiti allo stesso modo, permetteva di affezionarsi e di conoscere bene i personaggi.
    Della serie nuova ricordo che certi punti smielosissimi e lentissimi…E’ stata una visione per certi versi dolorosa 😀

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