Power Rangers: una volta e per sempre – Recensione

Power Rangers: una volta e per sempre – Recensione

Recensione di Power Rangers: una volta e per sempre, l’episodio speciale che celebra l’anniversario dei 30 anni di Mighty Morphin Power Rangers, e del franchise in generale, in streaming su Netflix.

Nell’agosto del 1993 debutta su Fox Kids la serie Mighty Morphin Power Rangers. Show per bambini live action basato sulla serie giapponese di genere tokusatsu Kyoryu Sentai Zyuranger. L’idea era quella di unire il girato in costume giapponese a sequenze realizzate in USA per meglio adattarsi al pubblico occidentale.

Da noi la serie arriva nel Febbraio 1994 intitolata semplicemente Power Rangers.

Protagonisti della serie sono cinque giovani scelti da Zordon per proteggere la Terra dalla strega Rita Repulsa. Anche se poi stanno sempre nella loro città, la fittizia Angel Grove.

In breve tempo Power Rangers divenne un fenomeno planetario. Ha generato emuli, e continua ancora oggi. Nel corso degli anni i protagonisti sono cambiati e le serie si sono rinnovate.

Questo speciale però si concentra sui Power Rangers originali. Non una reunion come tante altre viste di recente ma un vero e proprio episodio canonico del franchise.
Non tutti i protagonisti però sono tornati. Della formazione originale solo due attori hanno preso parte all’episodio: David Yost e Walter Jones. Rispettivamente Billy Cranston, il Blue Ranger, presente fino alla quarta serie (Power Rangers Zeo), e Zack Taylor il primo Black Ranger nella prima stagione e in parte parte della seconda, prima di mollare per divergenze con la produzione. Entrambi ritornano per la prima volta in trent’anni.

Austin St. John, Amy Jo Johnson e Jason David Frank, rispettivamente primo Red Ranger, prima Pink Ranger e Green/White Ranger, non hanno preso parte allo special.
Contrariamente a ciò che pensa parte del pubblico lo special è stato girato prima della morte di Frank, quindi non sarebbe apparso comunque.

I loro personaggi sono comunque presenti ma non si vedono mai senza casco. E con un espediente narrativo vengono messi in disparte per permettere il ritorno in scena dei Mighty Morphin sostituti. Rocky De Santos, il secondo Red Ranger, interpretato da Steve Cardenas, e Kat Hillard, la seconda Pink Ranger, interpretata da Cathrine Sutherland. Entrambi erano già tornati nel franchise in tempi piuttosto recenti in un episodio di Power Rangers Super Ninja Steel (2018) assieme ad altri Ranger. Tra l’altro l’episodio è l’ultima apparizione di Jason David Frank nella serie.
Trovano il tempo di fare una breve comparsata anche Johnny Yong Bosch e Karan Ashley, ovvero Adam Park il secondo Black Ranger e Aisha Campbell, la seconda Yellow Ranger, con un aggancio alla serie del 2005 Power Rangers SPD.

E infine manca Thuy Trang, l’interprete di Trini Kwan, la Yellow Ranger originale, purtroppo deceduta nel 2001 a soli 27 anni in un incidente d’auto.

Per certi versi questo speciale comincia proprio da questo spiacevole evento.

Fantasia e realtà si mischiano. L’episodio si apre con uno scontro tra i Rangers originali e la rediviva Rita Repulsa, scontro che culmina proprio con la morte di Trini. Trini lascia una figlia adolescente, rancorosa e desiderosa di vendetta ma come direbbe Spider-Man, da un grande potere derivano grandi responsabilità e la giovane deve fare i conti con la propria eredità.

Chiaramente l’episodio non voleva celebrare il solo anniversario del franchise ma anche l’attrice scomparsa. Purtroppo la vita ha voluto diversamente e alla fine è stato dedicato anche alla memoria di Jason David Frank.

La nostalgia scorre forte in questo speciale, tra citazioni a situazioni, episodi e luoghi delle primissime serie ma senza dimenticarsi della lore e di quanto venuto dopo.

Guardarlo è stato come tornare bambino ma non posso nemmeno far finta che siano passati 30 anni. Per me come per loro. Difficilmente questo episodio celebrativo è stato ideato per il pubblico di più giovani o di bambini di oggi. Hanno già i loro Power Rangers. Chiaramente Una volta e per sempre si rivolge ai bambini di allora.

L’episodio ha toni più seri e temi adulti forse mai toccati così da vicino ma personalmente avrei preferito osassero di più invece di limitarsi a fare il compitino. Qualcosa sulla falsariga di Kamen Rider Black Sun, serie realizzata per il 50esimo anniversario del supereroe giapponese che è decisamente per adulti. Ovviamente senza pretendere scene splatter o sanguinolente, ma una maggiore serietà sì.

La battaglia finale con il Megazord è forse il punto più basso. Realizzata in CGI e non con ingombranti costumi. Risulta piuttosto bruttina ma non tanto per la CGI in sé, anche se i costumoni fanno parte del DNA di queste serie, quanto per il fatto che è una brutta CGI, perché si vede lontano chilometri che è stato realizzato esattamente con due lire come un episodio qualsiasi.

Quindi bene, tanta nostalgia e almeno un paio di momenti commoventi, un vero fan non può rimanere impassibile di fronte alla dedica finale, ma anche una mezza occasione sprecata. Se han cercato di elevare il franchise con il sottovalutato film del 2017 potevano provarci anche con questo speciale.
Ma è stato bello lo stesso.

Classificazione: 3 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Gli piace definirsi un amante del buon fumetto. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Appassionato di narrativa di genere in ogni sua forma, che sia scritta o per immagini, in movimento o meno, in particolare di fantascienza.

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