Nosferatu (2024) di Robert Eggers

Nosferatu (2024) di Robert Eggers

Nosferatu, uno dei primi veri rip off della storia della cinema, al secondo remake sceglie di mantenere sia il legame con le due pellicole precedenti (quella di Murnau del 1922 e quella di Herzog del 1979) che con il “fu saccheggiato da Murnau” romanzo di Bram Stoker, l’immortale (veramente) Dracula. E no, nessuno vi tedierà con la solita storia sul copyright tanto ormai sono tutti esperti di cinema no? Anche muto a quanto pare, pieno di fans improvvisamente! Perciò si può passare direttamente al film di Robert Eggers, uscito nelle sale italiane in ritardo rispetto agli USA. Film che sta riscuotendo inaspettatamente un ottimo riscontro. Dopo il flop abbastanza immeritato di The Northman, Eggers scegli di prendere una strada che voleva fortemente ma in un modo leggermente più pop rispetto alle altre sue pellicole. Forse i pochi problemi del film si devono proprio a questo.

Ci sarebbe poco da dire su questo film. L’estetica è perfetta, costumi, giochi di luce memorabili, la storia è abbastanza risaputa e in qualche modo rispettata e conservata. Si nota l’amore del regista per la pellicola originale, quindi è solo un rifacimento che non aggiunge niente? Direi di no. Eggers ci mette del suo, il legame tra il mostro e la fanciulla viene in qualche modo giustificato ad esempio rispetto a quello più vago di Herzog che forse pensò molto di più al legame tra il mostro e Jonathan dato il finale a cui voleva arrivare. Anche lì ci torniamo.

Nosferatu Nicholas Hoult

Il peccato, l’amore tossico e l’amore luminoso, la carnalità, la libido e la vergogna, lo scontro poi sempreverde tra ragione e mistero, scienza e occulto. Molti sono i sottotemi presentati e probabilmente di davvero sviluppati ce n’è la metà anche perché non stiamo parlando di un trattato psicologico e neanche del romanzo originale di Stoker che aveva più tempo per costruire la tensione attorno ad alcuni di questi.

Nosferatu però sviluppa molto bene l’angoscia nonostante le oltre due ore in realtà, almeno per me, siano passate in un batter d’occhio. Ellen non è qualcuno che subisce il mostro o l’incuria del suo tempo, è parte attiva e consapevole di un malessere, di essere fuori dal suo tempo, di una voglia di comprensione e di uscita da questo dolore, l’amore per Thomas veicola positività alla ragazza, quella dell’amore positivo che fa dimenticare le proprie malinconie, solitudini, quelle che ci mettono in comunione con i nostri demoni.

Tuttavia sembra non bastare. Alcuni potrebbero vedere una metafora della depressione che ci spinge a crogiolarsi in essa e nel suo male, non possiamo quasi farne a meno, ma in realtà dato il finale se no troppo pessimista in questo senso c’è più carnalità in questo racconto. Ellen ha un lato carnale che richiama il vampiro, il mostro, un conte Orlok da un look discusso, più rigido, severo e deturpato rispetto al quasi topo/folletto sopraccigliuto dell’iconografia del Nosferatu. Orlok diventa un vero omaggio al Dracula del romanzo, un’entità di puro male, spregevole e proprio perché deturpata e spregevole assolutamente attrattiva, un’abominio proprio come la figura stessa del vampiro né morto né vivo ma schiavo di pulsioni che vanno oltre l’umano.

Nosferatu Robert Eggers Bill Skarsgard

L’aspetto del conte porta a fare una riflessione curiosa, molti dei detrattori del film prendono questo come uno degli aspetti su non si può chiudere un’occhio, addirittura ci si domanda perché la vogliosa Ellen dovrebbe far intendere di aver visto nel conte all’inizio qualcuno di dolce, qualcuno che davvero la consolava e infondo ne abbia davvero un appetito, nulla di romantico, solo un appetito.

Ma come? Non eravate tutti stanchi dei belloni sbrilluccicanti? Fino a due minuti fa non eravate stanchi di quella boiata immensa della reincarnazione della moglie morta di Dracula bla bla del 92? Stando poi lì a puntare il dito perché nel romanzo Mina non lo sfiorerebbe neanche se fosse l’ultimo rimato sulla terra? Con tutto il bene che si vuole a quel film eh, per carità, ma insomma anni di lamentele. Non parliamo poi dal post Twlight saga a sputare persino su Anne Rice e adesso che vi fanno un film che piaccia o meno almeno il alto folkloristico del vampiro lo rispetta in modo dignitoso… Vogliamo di nuovo il dandy?? Mah.

De gustibus ma trovo l’aspetto del conte giusto in quanto la trama gioca proprio con gli estremi. Qualcuno come lui non dovrebbe attrarti eppure lo fa.

Altro estremo? L’unico uomo che non riesce a credere ai mostri nemmeno con i cadaveri dei propri cari davanti agli occhi pratica una delle cose più disdicevoli della ragione stessa prima di morire. Lo stesso Von Franz uomo che assimila sia la scienza che l’occulto in sé. Un rapporto tra fanciulla e mostro non romanticizzato ma che ha una messa in scena finale da romance gotico classico. Insomma gli estremi che solitamente definiscono questo genere vengono tutti omaggiati.

Poco importa che la trama rimanga più o meno quella semplice degli altri film, questa è una favola nera. Anche la risoluzione finale alla piaga del Nosferatu è assolutamente folkloristica come fu nella sua prima incarnazione.

Personalmente avrei gradito qualcosa di diverso, più vicino al finale di Herzog ma puntato sul personaggio di Ellen dato che qua riesce a essere davvero la protagonista della sua storia, ma capisco che probabilmente l’avrebbero bollato un finale alla Twilight perché ormai non ne usciamo più.

Nosferatu Lily Rose Depp

Quando però Eggers prende in prestito dall’horror più mainstream certe cose comincia qualche problemino, francamente qualche possessione in meno e qualche chiacchierata in più sia sulla persona di Ellen (no, senza i pipponi femminili Hollywoodiani) e magari sul rapporto precedente con la creatura avrebbe giovato ai fini dell’eroica decisione finale, o anche con Thomas, invece le bavette, le vibrazioni e le possessioni per quanto Lily Rose Depp sia stata anche brava, mi annoiavano già con Eva Green in Penny Dreadful figurati qui, avrei evitato, forse avrei mantenuto un aspetto più onirico e poetico, quello dove il film ha il suo punto forte, poi avendo anche dei bei dialoghi, semplici ma efficaci, tanto più.

Nosferatu non è un capolavoro e non è il miglior film di Dracula… è un film che finalmente tratta o comincia a trattare la sua figura com’è stata pensata, un grande film che forse può rimanere nell’immaginario per la sua estetica ma non per la storia, sicuramente una pellicola interessante e gotica per gli amanti di questo genere da vedere , dibatterne e rivedere.

Nosferatu Robert Eggers

NOSFERATU

  • Titolo originale: Nosferatu
  • Regia: Robert Eggers
  • Sceneggiatura: Robert Eggers
  • Genere: orrore
  • Anno: 2024

Classificazione: 4 su 5.

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