Guardando le prime due stagioni di My Hero Academia ho continuato a domandarmi come avesse fatto un personaggio borderline come Bakugo a passare le selezioni per l’accademia e finalmente nella terza stagione in qualche modo rispondono a questa domanda e approfondiscono maggiormente il personaggio.
La terza stagione di My Hero Academia si compone di 25 episodi coprendo la storia dall’ottavo al quattordicesimo volume del manga. Tre archi narrativi e pochissimi episodi filler (meno male aggiungerei), e in tutti e tre questi archi narrativi, come accennato poco fa, si da tanto spazio a Bakugo, l’eterno rivale perché sì di Midoriya. Il ragazzo infatti con i suoi modi rudi ha finito per attirare l’attenzione dei villain che vorrebbero farlo diventare uno di loro, questo scatena quindi l’ennesimo attacco agli studenti da parte di tanti nuovi villain (primo arco) e il conseguente salvataggio dove assistiamo ad un evento che scuoterà molto il ragazzo, e infine gli esami per ottenere la licenza provvisoria da eroe e non è scontato che tutti gli studenti riescano ad ottenerla. Quindi Bakugo ha passato si le selezioni per entrare nella scuola ma per diventare un vero eroe poi occorre anche una licenza. A Kohei Horikoshi va riconosciuta una cosa: ha creato un mondo tutto suo con delle regole ben precise in cui far agire questi eroi.
Nel frattempo Midoriya, il protagonista principale di MHA, continua a crescere, evolversi, forse non rappresenta esattamente il mio personaggio preferito ma sa distinguersi dagli altri eroi dei battle shonen, e ormai è chiaro che anche lui ha fatto sua la regola del supereroe con superproblemi, l’uso sconsiderato che ha fatto finora dei poteri che gli ha donato Allmight ha portato le sue braccia allo stremo e potrebbe perderne l’uso per sempre, ecco allora che il nostro eroe dovrà imparare a gestire il suo potere in maniera diversa.
Devo ammettere però che a parte questo approfondimento sul personaggio di Bakugo, l’evoluzione di Midoriya e un paio di eventi importanti la trama generale non è che sia esattamente ancora ingranata e a sto giro abbiamo fatto notevolmente più fatica rispetto a prima nel guardare fino in fondo la stagione, anche perché questa alternanza attacco dei villain/tornei scolastico finisce con l’essere un po’ ripetitivo e in parte noioso.
In pratica siamo circa a metà serie (nel momento in cui scrivo questo pezzo il manga è circa a 30 volumi) e ancora non è scoppiata esattamente la passione da parte nostra, ma d’altronde la storia non è proprio mai andata avanti a quello che è il suo concept, il che mi preoccupa un po’ dal momento che pare sia stato annunciato l’inizio a breve dell’ultimo arco narrativo del manga, o così pare.
La terza stagione è andata in onda in chiaro doppiata su Mediaset Italia 2 assieme alla quarta stagione che purtroppo ci siamo persi, quindi riprenderemo il discorso su My Hero Academia se e quando la metteranno su Netflix dove sono già disponibili le prime due e i film.
Mi dispiace aver perso la quarta stagione in seguito a questa, mi mancano Midoriya e compagni, infondo mi sono affezionata a questo anime, da una parte mi ricorda qualcosa in modo nostalgico ma dall’altra parte trovo sia stata un’idea interessante per il suo target e certe cose anche sfruttate bene, insomma all’inizio davo per scontato che Midoriya fosse il tipico scassamaroni da shonen invece mi son dovuta ricredere totalmente , mi piace come protagonista, è un vero eroe nel senso quasi più occidentale del termine, sono interessata a vedere dove andrà a parare la sua storia, conosco alcuni spoiler dal manga ma non troppi in modo da mantenere la sorpresa. La stagione seppur di passaggio ha risolto un po’ la questione Bakugo che era un personaggio fin troppo ibrido, gestito male fino a questo momento, doveva essere troppe cose un rivale nevrotico, un possibile futuro villain, un bullo senza motivo, un “amico neutro” per il gruppo, insomma Bakugo è la dimostrazione che anche in storie del genere il “figo” della situazione non è sempre facile scriverlo o dare per scontato che funzioni, infatti ho trovato che lui funzionasse di più nei momenti comici dove appariva quasi più una parodia del suo stereotipo, credo che da questo punto sarà più lineare con la sua caratterizzazione pur mantenendo il suo caratteraccio perciò ottima scelta da parte dell’autore. Non vedo l’ora di sapere un po’ di più della famiglia Todoroki, la storyline è molto interessante quindi staremo a vedere.