Sono andato a vedere Mickey 17 senza saperne in realtà molto. Avevo visto il trailer, l’incipit mi sembrava interessante ma sul resto sapevo ben poco. Se non le informazioni di base, ovvero che il protagonista fosse Robert Pattinson e che il regista era Bong Joon Oh, quello di Parasite per intenderci.
Non sapevo nemmeno che Mickey 17 fosse ispirato al romanzo Mickey7 di Edward Ashton, ma ora mi ha molto incuriosito e vedrò di recuperarlo e metterlo insieme agli altri mille libri che non ho il tempo di leggere.
Mickey 17 parla di Mickey Burnes (Pattinson), un uomo che a causa di alcuni debiti con uno strozzino decide di fuggire dalla Terra imbarcandosi su una nave alla ricerca di un nuovo mondo. Pur di salire a bordo è disposto a tutto, anche a dichiararsi sacrificabile. Che qui significa vendere il proprio corpo alla compagnia rendendosi disponibile ai lavori più pericolosi ed essere usato come cavia e clonato ogni volta che muore in un ciclo infinito. Succede però che Mickey 17 in realtà non muoia e al suo ritorno si ritrovi faccia a faccia con Mickey 18. E qui mi fermo, perché questo è un po’ quello che si vede nel trailer, non voglio svelare altro.
Ecco, io personalmente pensavo di trovarmi di fronte ad un thriller fantascientifico. Una cosa alla Gemini Man con i due Mickey in lotta tra loro per la sopravvivenza, ma fatto meglio. Invece sin dai primi minuti ci si ritrova tra le mani un film totalmente diverso. L’inizio con la premessa del debito può far pensare a Parasite ma proseguendo è chiaro che Mickey 17 ha molto più in comune con un altro lavoro precedente del regista coreano, Snowpiercer, ma con un tono decisamente satirico e grottesco che mi ha ricordato non poco Brazil di Terry Gillam. Solo che Brazil è decisamente più pessimista.
Mickey 17 si divide tra allegorie, nemmeno troppo velate, e tematiche più filosofiche. Torna prepotentemente il tema della differenza tra classi sociali, tra la gente comune costretta a razionare il cibo sulla nave colonia e il lusso esagerato dei ricchi e potenti. Che un po’ è quello che succedeva pure sul Titanic, no? Ma anche il tema dello sfruttamento dei più deboli e poveri nell’indifferenza dei privilegiati. Mentre a livello filosofico si parla della morte e del rapporto con essa, quante volte sentirete la domanda “Mickey, com’è morire?”, anche se chiaramente la cosa non viene mai approfondita del tutto. Anche l’amore volendo è un tema importante in Mickey 17, la storia tra Mickey e Nasha (Naomi Ackie) è una delle più sincere che potreste vedere su schermo dal momento che Nasha ama Mickey incondizionatamente e in ogni suo aspetto, letteralmente.
Trovo un peccato che Mickey 17 stia floppando forte perché merita. Visivamente è bello, sopra la media anche di alcuni di blockbuster, il che è tutto dire, e ci regala l’ottima doppia interpretazione di Robert Pattinson, che a sto punto non so cosa debba fare per emanciparsi da Twilight. Ma soprattutto un gigantesco Mark Ruffalo nei panni del leader Kenneth Marshall, un ruolo non molto lontano da quello visto in Povere Creature! ma ancor più esasperato.
Ma a dirla tutta è già un miracolo se ultimamente han riscontrato successo film come The Substance (a.k.a. il miglior film del 2024) o Nosferatu, però poi lamentiamoci della crisi del cinema dando la colpa ai cinecomics e alla mancanza di idee.

MICKEY 17
- Titolo originale: Mickey 17
- Regia; Bong Joon Ho
- Sceneggiatura:
- Genere: fantascienza, satirico
- Anno: 2025
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piaciuto molto anche a me, il voice over anche se a volte invasivo faceva anche ridere^^
l’ho messo nella top5 del mese 🙂