Domenica scorsa siamo andati al cinema a vedere l’ennesima rivisitazione de La Mummia ed è stato esattamente come me lo aspettavo: azione, un po’ di umorismo, a tratti tamarro e tanti effetti speciali. E non so se sia un bene o un male perché a distanza di tre giorni ancora non so dire se mi sia piaciuto o meno, ho indugiato tanto se scriverne o meno qualcosa e infatti non è che sappia esattamente cosa dire, vediamo un po’ che ne esce. Indubbiamente l’ho trovato nettamente inferiore al film omonimo del 1999 con Brendan Fraser, il confronto nasce spontaneo pur con tutte le differenze di intenti, atmosfere ed influenze, senza andar a tirar fuori dal sarcofago i vari film classici che ammetto di non aver mai visto (come un po’ tutti i film dei mostri Universal).
Nelle intenzioni della Universal questo film fa da apripista ad un nuovo universo cinematografico condiviso (che ora va un po’ di moda) con tutti i mostri di cui detiene i diritti la casa in modo da farli incrociare, incontrare e scontrare e tutte quelle cose che si fanno in questi casi, e quindi immediatamente dopo il logo della Universal, esattamente come Marvel e DC (che ha avuto la brillante idea di usare tre loghi diversi in quattro film, così da rendere più semplici le cose agli spettatori meno attenti, ma questa è un altra storia…),di piazzare in bella vista il titolone del Dark Universe. E bom, per me poteva già finire lì (a ripensarci forse sarebbe stato meglio).
Diciamo che come primo film non è che mette poi così tanta curiosità nel proseguire con la saga, ma non perché non c’è bisogno di collegare tutti i film come si dice in rete giusto per fare i finti cinefili con la puzza sotto al naso, io con ste cose ci vado a nozze e ne vado fiero, non è che mi aspetto il significato della vita o cinema d’autore nel vedere gente che lotta con mostri con superpoteri. Ricordo ancora l’emozione nel vedere la scena post-credit del primo Iron Man in cui Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury a sorpresa se ne usciva parlando del progetto Vendicatori (l’unica volta in cui l’hanno detto in italiano). Discorso ancora diverso per L’Uomo d’Acciaio che solo in seguito è diventato il primo film del DC Extended Universe. La Mummia invece nasce per essere il primo tassello di qualcosa di più grande ma una volta finito il film… eh niente è finito il film. Oh, poi noi siam nerd e un minimo di curiosità ce l’abbiamo lo stesso, almeno per vedere dove andranno a parare. Insomma ci ritroviamo tra le mani un film che parla di mostri che combattono mostri, perché è importante quanto sei umano dentro, e in cui veniamo introdotti ad un’ agenzia segreta, il Prodigium, che si occupa di tenere sotto controllo le minacce sovrannaturali. Praticamente è la trama del primo Hellboy ma senza Ron e Del Toro alla guida, potete immaginare il risultato.
A sto giro il protagonista è Tom Cruise nei panni di Nick Morton, un militare un po’ canaglia più interessato a depredare tesori che ad eseguire gli ordini. è chiaro che la sua scelta sia semplicemente perché è un nome noto, così da richiamare pubblico al cinema, perché non è che la sua parte spicchi particolarmente, certo ha il fisico ma non ha quella faccia adatta al tipo di personaggio che gli hanno affibbiato, anche per il semplice fatto che la sua espressione è sempre la stessa pure quando cerca di fare il simpatico con quella battutine che caratterizzano i blockbusteroni odierni (e non solo i film Marvel Studios come pensano in tanti) ma con tempi comici non sempre riusciti, anzi se non c’era umorismo il risultato era lo stesso. Di nuovo il paragone con il personaggio di Brendan Fraser viene naturale e tra i due c’è un abisso!
Stesso discorso si potrebbe fare per Russel Crowe, il suo personaggio, il Dottor Jekyll (e ovviamente Mr. Hyde) che dovrebbe essere il Nick Fury della situazione è difficile da inquadrare per quel poco che fa, diamo per scontato che lo rivedremo sempre alla guida del Prodigium nella speranza che si organizzino meglio per affrontare la prossima minaccia sovrannaturale (al Bureau for Paranormal Research and Defence di Hellboy ste cose non succedono!)
La trama in generale non è malaccio, l’idea come dicevo è buona ma non è che ci sia poi tanto altro da dire in verità, anzi ho scritto pure più di quanto mi aspettassi.
Per concludere La Mummia del Dark Universe non è un film brutto come viene dipinto da alcuni siti ma nemmeno lo definirei bello, fa il suo dovere ma forse non fino in fondo, diciamo che è un film che lascia piuttosto indifferenti, che forse è pure peggio. Sinceramente non capisco perché la Universal abbia deciso di escludere da questo universo il recente Dracula Untold, non perché sia fan del film ma di fatto non è tanto distante da La Mummia. Misteri.
L’idea del Dark Universe mi piace, Tom Cruise no 😛
Ma davvero hanno tagliato via Dracula Untold? La prima volta che ho sentito dell’universo condiviso a tema mostro, è stato proprio quando è uscito Dracula Untold…
Avevo letto così da qualche parte mesi fa, la cosa ha dell’incredibile perché davvero i due film sono strutturati nella stessa identica maniera!
Io vado a vederlo in questi giorni… chissà!
Facci sapere se ti è piaciuto!
Già non mi attirava per niente ma dopo questa recensione penso che lo vedrò quando proprio non avrò di meglio da vedere, penso tra 3 o 4 anni…
Per passare un paio d’ore sul divano di casa non è malaccio, da vedere al cinema… no è troppo
Concordo su tutto, tranne per il fatto che a me non è dispiaciuto [complice il fatto che non l’ho visto al cinema bensì a casa con la mia ragazza mentre commentavamo le peggio cose durante la visione].
Resta comunque un film bruttino e un pessimo inizio per il lancio del Dark Universe.
Tom Cruise scelta pessima, troppo famoso per far parte di un universo condiviso e troppo attaccato ai suoi ruoli precedenti ruoli per funzionare all’interno di un film action/horror/avventura come questo.
Difetto che rischia di ripetersi anche per i futuri film: Javier Bardem come mostro di Frankenstein, Angelina Jolie come moglie di Frankenstein, Johnny Depp come Uomo Invisibile e ovviamente Russel Crowe come Jekyll/Hide. Troppe celebrità, troppi volti noti che rischiano di oscurare i mostri stessi…