Joker: Folie à Deux è tutto sbagliato anche nel suo volerlo essere. Potrei chiuderla qui ma sarebbe superficiale bollare questa sequela di scene “non musical” e legal drama come semplicemente sbagliate.
No, non è sbagliato perché chi ha amato o perdonato il primo (a seconda dell’essere bat-fanatico gatekeeper o meno) si sentirà tradito o preso per i fondelli da questo. Anzi forse questa è la parte un pochino più interessante perché qui si prendono davvero tutti per i fondelli. Non è sbagliato perché questo sequel non doveva esistere ma la Warner lo pretendeva e si capisce benissimo che nessuno voleva farlo. No, è sbagliato perché se da una parte si apprezza il coraggio di andare contro la massa… era davvero necessario abbozzarlo e costruirlo così male? Con un secondo tempo percepito come 9 ore di versione cheap di “un giorno in pretura” ?
Non è che con l’intenzione di essere irricevibile si passa sopra a un non film. Bisogna anche saperle scrivere le critiche al pubblico e portare le persone a riflettere sulla loro delusione se è quello che si vuole ottenere. In questa pellicola invece la noia da un certo punto in avanti regna talmente sovrana che non t’interessa nemmeno più il messaggio auto sabotante, vuoi solo che si smetta di cantare e uscire in fretta dalla sala. Perciò il risultato non è un rifiuto o l’uccisione metaforica dell’icona creata volente o nolente nel primo film ma anzi una rivalutazione in piena.
Se il messaggio voleva essere che alla fine la fame di emozioni di noi spettatori ha contato più della cruda realtà che è solo tediante e della denuncia sulla malattia mentale (per quanto facilona arrivava a tutti nel primo film), tutto ciò non avviene. Ci si addormenta cullati dalle voci dei protagonisti e il risultato non è la rabbia verso la pellicola perché costretti a dar ragione a chi ci vuole traditi ma solo la rabbia di aver pagato un biglietto che non ha nemmeno fatto quello che doveva fare.
Da qui in poi farò piccoli spoiler per spiegare meglio
Apprezzo molto l’argomento peraltro più attuale che mai del “stai attento a chi idolatri”, “cosa idolatri? Di cosa hai bisogno?”, “è più squallida una proposta ignorante e dannosa o la domanda che la premia e la ricerca?”. Direi che non ci sono molti dubbi e non c’è personaggio più perfetto come avatar del pubblico delirante di Har “lee”n Quinzel. La groupie per eccellenza, la vera pazza stalker ossessiva dedita al Joker fra le ex pagine dei fumetti. Si, mi spiace rovinare i sonni di qualcuno ancora immerso nella continuity attuale ma la Harley classica era questo, una scusa per essere innamorati dell’amore e lasciarsi andare alla parte peggiore di se stessi grazie a questa scusa.
Lee Gaga Quinzel è il vero spreco del film. Non si ha neanche il tempo di inquadrarla o giudicare la sua performance. Ha un minutaggio ridotto all’osso con un mare di scene probabilmente tagliate che si notano tutte. Un peccato, con dei dialoghi veri, scritti da gente sopra i 18 anni avrebbe centrato di più il rapporto idealizzato dei fan su una figura come Arthur che può essere l’assassino vero della settimana che appassiona i patiti di true crime o il Joker (assieme a quello di Ledger o Leto) di quelle immagini con frasi fittizie per il tizio mollato dalla moglie su Facebook.
Insomma lei è qualcuno che ci crede, qualcuno che aspetta di ritrovare quell’Arthur bello col trucco e liberato nel ballo iconico della scalinata. Che lo desidera, che lo ama e non vuole vedere invece quanto sia squallido e macchiettistico nella realtà senza trucco. Quanto quel nominato Q.I. basso sia un campanello d’allarme alla delusione e i suoi problemi siano davvero l’unico motivo per tirare fuori lo sprint. Arthur trova coraggio solo quando si piange addosso un po’ come nel finale del primo film in cui il tono prima dello sparo faceva la differenza e ci illudeva di una ritrovata consapevolezza e virilità, perciò non solo l ‘individuo idealizzato ma anche il pubblico che lo romanza fa la stessa fine.
Perfetto il connubio della canzone sulla tentata fuga romantica da Arkham in cui Lee è tutta un “guarda con che figo che sto”.
In pratica tutto il film diventa una gara allo squallore tra Arthur che non è all’altezza delle nostre pretese o aspettative. E diventa una parodia della già parodia di Ben stiller in Tropic Thunder di Simple Jack.
Tra Harleen fastidiosa perché ci ricorda quanto siamo affamati del criminale, dello spettacolo, di quel qualcosa in più che non esiste con le sue canzoni che forse diventano apposta un fracassamento di palle .. e poi.. Beh.. Niente, c’è il solito sistema, che non è tanto quel “cause society” ma proprio la casualità della violenza gratuita delle persone. La stessa che poi a ciclo infinto si morde la coda e appunto risponde alla fame del pubblico a perché qualcuno ha goduto quando Murray è stato ucciso nel primo, al perché è più facile cercare o voler un Joker piuttosto che un Batman, si, anche perché parte dell’elite quest’ultimo.
La scena della violenza vendicativa delle guardie è stata davvero disturbante, forse l’unica del film. Sarà il momento personale che sto passando ma l’ho digerita poco e mi sento quindi di fare un plauso. Nel raccontare la sgradevolezza in toto il film ci riesce quasi. In un primo tempo che sembra filare bene con pezzi musicali inseriti in modo omogeneo e plausibile per poi perdersi quando dovrebbe arrivare davvero il decollo e il succo del discorso.
E poi arriviamo alla paraculata finale ma soprattutto al ritrattare e ripeto questo va fatto bene. Non mi sembra davvero ci sia l’intenzione di fare anticinema mi sembra invece più conformista, poiché col triplo salto carpiato proprio quando ci dice che no, un Joker non c’è mai stato e il pubblico nerd, che si è lamentato per 5 anni peggio di me quando mi lamento della DC Comics per avermi cambiato Harley in una MarySuePool dopo il reboot, finalmente viene nel calzino, alla fine un ipotetico Joker arriva.
Non ti prendi la responsabilità fino infondo di deludere, perciò se sai di fare un film, perché chiariamo non stiamo parlando di un onlus e fai parte del sistema che critichi come tante altre pellicole, beh allora si poteva scrivere veramente una sceneggiatura. Questo non diventa esercizio di stile diventa incapacità quando non si pesca da altri. Neanche la bella voce di Lady Gaga e l’amarezza di avere forse ad oggi l’unica Harley più vicina alla mia in live action (tralasciando la buffaggine ma il concetto c’è) per boh 16 minuti, ne vale la candela.
Joker 2019 diventa letteralmente un film in questo sequel e da qui comincia la metanarrativa ma tutto ciò sa anche un po’ di scaricabarile più per chi lo additava come esempio sbagliato con quel finale che non per una fraintesa del pubblico adorante, non penso davvero che abbia fatto dispiacere a tutti guadagnare un miliardo al botteghino, perciò sa di paura e ritrattazione postuma a ciò che davvero si voleva raccontare 5 anni fa.
Insomma ammiro ma non apprezzo perché si, bisogna stare attenti a chi si idolatra e al perché ma anche a chi ti fa la predica.
Spiace ma that’s all folks!
JOKER: FOLIE À DEUX
- Titolo originale: Joker: Folie à Deux
- Regia: Todd Phillips
- Sceneggiatura: Todd Phillips, Scott Silver
- Genere: drammatico, thriller, musical
- Anno: 2024
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