JLA/WildC.A.T.s – Recensione

JLA/WildC.A.T.s – Recensione

Se penso che son passati vent’anni da quando vedevo la pubblicità di JLA/WildC.A.T.s su PSM quasi non ci credo… ma non siamo qua per parlare di me ma del fumetto in questione.

Pubblicato in Italia dalla fu Play Press nel 1998 JLA/WildC.A.T.s è un crossover che fa incontrare e scontrare i classici eroi DC Comics della Justice League (of America) con le giovanissime superstar dell’altrettanto giovane Image Comics, i WildC.A.T.s, pubblicato in patria un anno prima che questi fossero venduti assieme al resto della linea WildStorm proprio alla DC Comics. La storia è scritta da Grant Morrison, che all’epoca scriveva una gran bella run della JLA, e disegnata da Val Semeiks.

Brevemente la trama è la più classica del genere, la Justice League è alle prese con il supervillain di turno, il Signore del Tempo, e nel tentativo di mettere fine definitivamente alle sue scorribande temporali finiscono nell’universo WildStorm proprio davanti ai WildC.A.T.s, quindi come da tradizione prima ci si picchia e poi ci si allea per sconfiggere il nemico se no entrambi gli universi moriranno.

Ecco, devo ammettere che il mio entusiasmo è stato un po’ ammazzato dalla lettura, non che mi aspettassi un capolavoro di storia da un crossover simile ma almeno qualcosa di divertente e poi ammettiamolo, da Grant Morrison mi aspettavo qualcosa di più.

Il problema è che nelle sue oltre cinquanta pagine, cosa che lo rende uno dei crossover più lunghi che io abbia mai letto inteso come one-shot, i due gruppi non sono messi sullo stesso piano, non hanno lo stesso peso nella storia, i WildC.A.T.s non li vediamo prima di quindici pagine e lo scontro è fin troppo di parte, sembra quasi di leggere un episodio della Justice League con ospiti gli eroi creati da Jim Lee in secondo piano, quasi un preludio di quello che sarà l’integrazione della WildStorm nell’Universo DC (si ho il dente avvelenato con sta cosa). Però c’è il contentino, sono gli eroi di serie B a risolvere a fare da deus ex machina.

C’è molto poco da dire su questo albo, posso solo aggiungere che i disegni di Semeiks sono piuttosto nella norma.

Al prossimo crossover.

PS: ma all’epoca perché diamine han tradotto Grifter con Rapace?

JLA WildC.A.T.s cover Play Press

JLA/WILDC.A.T.S

  • Edizione italiana: Play Magazine #31, Play Press, 1998
  • Edizione originale: JLA/WildC.A.T.s, 1997
  • Storia: Grant Morrison
  • Disegni: Val Semeiks
  • Formato: spillato
  • Prezzo: 6500 Lire, se vi va bene ve la cavate con 3 Euro

Classificazione: 3 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

15 Risposte a “JLA/WildC.A.T.s – Recensione”

  1. Appena hai nominato Grifter mi hai mandato in brodo di giuggiole: è uno dei migliori personaggi di tutto l’universo DC. In un’ipotetica Top 5 metterei lui, Batman, Nightwing, Freccia Verde e Blue Beetle (citati nell’ordine in cui mi sono venuti in mente). Tra l’altro il primo e l’ultimo della lista sono personaggi che la DC non ha ancora imparato a gestire: in pratica l’inizio dell’era New 52 è stato l’unico periodo in cui ha sfruttato tutto il loro potenziale.

    1. Si ricordo che ne avevamo già parlato. Mah, ti dirò, non avendo letto il Grifter New 52 non so se sia stato stravolto come altri personaggi ma per quanto mi riguarda aver inserito Grifter e soci nell’Universo DC è stato un grossissimo errore.

      1. L’Image era nata proprio per fare in modo che gli autori fossero i soli padroni (artistici ed economici) dei personaggi che avevano creato. Di conseguenza, la decisione di Jim Lee di vendere i suoi personaggi alla DC è stata senza dubbio un errore, anzi è stato un tradimento in piena regola, perché equivaleva a pisciare sopra la filosofia stessa dell’Image. Ma purtroppo ci sono uomini che per il grano fanno questo ed altro.

  2. Eheh, ricordo anche io gli spot dell’epoca.
    Mamma mia, 20 anni. Un secolo, quasi.
    I disegni anni ’90 spaccano sempre, funzionano troppissimo sui supereroi.

    Moz-

    1. Mah, non direi, un senso ce lo poteva anche avere far incontrare la squadra con i primi supereroi mai creati con la squadra simbolo del fumetto di quegli anni, poi ci mettiamo che Majestic (il tipo in rosso e bianco) è ispirato a Superman e chiudiamo il cerchio. Il problema è che Morrison non ne aveva proprio voglia XD Tomb Raider/Witchblade ce l’ho e ne ho dei bei ricordi, inoltre erano pubblicati dallo stesso editore, e azzardo, in continuity ufficiale.

    1. In fumetteria c’è la nuova edizione di quelli di Moore di cui ho parlato un paio di settimane fa ma costa 20 euri, visto che giri fiere e mercatini ti consiglierei di cercare lì qualcosa che magari trovi a poco.

      1. Ah sì? Io ricordo che dopo lo scetticismo iniziale, in molti si sono ricreduti.
        Ricordo altri a cui piaceva ma parliamo di metà anni 2000 in un forum che non c’è più (quello in cui ho conosciuto Salvo).
        A me è dispiaciuto quando è tornato normale, poteva durare un po’ di più, tanto si sapeva che sarebbe tornato normale prima o poi… però incombeva il sessantesimo anniversario ed hanno dovuto affrettare le cose.

  3. Questo mi manca!
    Lo conoscevo come pubblicazione ma non l’ho mai letto. Ok, non sarà il massimo ma anche solo per feticismo una possibilità gliela do a trovarlo su una bancarella dell’usato, no?

  4. […] casi la storia è estremamente semplice ma David riesce laddove molti colleghi, come Morrison con JLA/WildC.A.T.s, han fallito, ovvero divertire. Ammetto di poter essere un po’ di parte, per qualche strano […]

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