Iron Man 3 (2013) – 10 anni per il film Marvel

Iron Man 3 (2013) – 10 anni per il film Marvel

Dieci anni fa usciva nei cinema Iron Man 3, terzo e ultimo capitolo della saga solista dell’eroe in armatura e primo film della Fase 2 del Marvel Cinematic Universe.
Un film controverso, che fece discutere all’epoca e che ancora oggi divide il pubblico. Tra chi lo ritiene una schifezza e chi un ottimo film. Io appartengo ai secondi.

Ispirato liberamente al ciclo Extremis del 2006, Iron Man 3 si dimostra più introspettivo rispetto ai precedenti capitoli concentrandosi maggiormente sulla figura di Stark e meno sul suo alter ego corazzato. Personalmente non ricordo d’aver mai più visto un film Marvel così. Inoltre tocca temi sempre attuali come il terrorismo ricollegandosi al primo film. Le due tematiche finiscono con l’intrecciarsi, diventando l’una lo specchio dell’altra.

100% Black

Alla regia in sostituzione di Jon Favreau troviamo lo sceneggiatore e regista Shane Black. Black non è un nome esattamente noto al grande pubblico. Vi basti sapere che ha scritto Last Action Hero, L’ultimo boyscout e creato la saga di Arma Letale. Inoltre aveva già diretto Robert Downey Jr. in Kiss Kiss Bang Bang. Un curriculum niente male, no?

Iron Man 3 è il primo film MCU ad uscire immediatamente dopo Avengers. Ed è anche il primo film della Fase 2 dei Marvel Studios. All’epoca fu anche l’unico film della saga oltre ad Avengers a superare il miliardo al box office.

Da qui in poi sul web parte del pubblico ha iniziato a sostenere che ci fosse troppo umorismo, che fosse troppo Disney, che i supereroi guadagnavo troppo. Ma soprattutto che i film Marvel Studios sono privi di personalità.

In realtà l’umorismo di Iron Man 3 è perfettamente in linea con i precedenti film, anzi, lo ricordavo fin più divertente. E Disney è proprietaria degli studios dal 2009, il che significa che già i film realizzati dal 2011 in poi sono stati sviluppati sotto l’occhio di Topolino. Ma sono opinioni, per quando non le condivida. Soprattutto considerando che il più Disneyano di tutti i film Marvel Studios è anche uno dei più amati ancora oggi (mi riferisco a Guardiani della Galassia).

Ma che Iron Man 3 sia privo di personalità lo trovo veramente inaccettabile, su questo sono intransigente.

Se conoscete un minimo la filmografia di Shane Black, sia da sceneggiatore che da regista, è impossibile non accorgersi che Iron Man 3 trasuda il suo stile da ogni poro.
I suoi lavori sono caratterizzati da una coppia di protagonisti, dall’essere ambientato a Natale e da dialoghi brillati e divertenti. Esattamente tutto quello che trovate in Iron Man 3. Il terzo atto poi non è altro che la versione supereroistica di Arma Letale. Che volete di più? Certo qui deve fare i conti con una produzione non originale e con un universo narrativo ben più vasto con cui venire a patti, ma Iron Man 3 è Shane Black al 100%.

Noi creiamo i nostri demoni

La minaccia del terrorismo arriva sotto forma del Mandarino, storica nemesi di Iron Man. Il Mandarino cinematografico è una sorta di Osama Bin Laden a capo del gruppo terroristico I 10 Anelli, interpretato da un ottimo Ben Kingsley. Credibile e veritiero nei suoi video messaggi di minaccia all’America e alla loro idea di governo. Attraverso i messaggi del Mandarino Shane Black lancia una forte critica sull’ipocrisia delle azioni militari antiterrorismo del governo USA.

Lo so che a molti fan non è andato giù il plot twist riservato al Mandarino ma nel contesto del film funziona alla grande. Su questo ci torniamo dopo.

Iron Man 3 inizia dicendo che noi creiamo i nostri demoni. E ci ripete spesso che si inizia sempre con qualcosa di puro. Poi arrivano l’ego, l’ossessione, gli errori, i compromessi. Vale per Maya Hansen, per Trevor Slattery, per il vice presidente degli Stati Uniti, per Tony Stark stesso. Ma soprattutto per gli Stati Uniti.

Mi è difficile non pensare ai Mujaheddin che tra il 1979 e il 1989 combattevano contro l’invasione Sovietica dell’Afghanistan. Quei guerrieri per la Libertà armati, addestrati e finanziati tra gli altri anche dagli Stati Uniti. Gli stessi che poi sono diventati il nucleo di Al Qaeda.

“Sei grosso con l’armatura. Senza quella cosa sei?”

In tutto questo il nostro eroe soffre di stress post traumatico dopo la battaglia di New York. Essenzialmente Iron Man 3 decostruisce il personaggio. Per quasi tutto il tempo vediamo il solo Tony Stark mentre la sua armatura va a pezzi o viene danneggiata.
L’armatura di Iron Man diventa un guscio nel quale nascondersi, dove lasciare fuori le proprie paure. Sconfitto e privato delle proprie armi Tony Stark compie un viaggio alla scoperta di se stesso e di cosa lo rende veramente un eroe. Non senza commettere degli errori. Errori che continuerà a commettere in futuro ma è questo a rendere Iron Man un personaggio tridimensionale.

Ad aiutarlo in questo percorso c’è il giovane Harley. Un ragazzino molto sveglio e abbandonato anni prima dal padre, con il quale Tony non instaura un rapporto padre-figlio, come verrebbe banalmente da aspettarsi, ma un rapporto eroe-spalla quasi a voler parodizzare quei cliché. Anche questo è in pieno stile Shane Black.

Quelle paure vengono metaforicamente esorcizzate nel momento in cui decide di rimuovere il reattore Arc dal petto. Un piccolo spoiler, concedetemelo.

Il Mandarino

Prima di chiudere vorrei spendere due parole per il Mandarino.

Non poteva essere il personaggio dei fumetti. Un cinese comunista contro un eroe che simboleggia in tutto e per tutto il capitalismo sarebbe stato anacronistico. La decisione di trasformarlo in un terrorista medio orientale si è rivelata la scelta migliore per renderlo attuale. Certo poteva anche funzionare spingendo su questa versione evitando il plot twist ma così avrebbe perso di efficacia la critica. E demolire un film solo per questo trovo sia superficiale. Forse il problema sta nel fatto che si richiede a gran voce personalità nei film ma poi questa non sempre viene capita o apprezzata, al grido di non è fedele!

Aggiungo che personalmente non mi sono mai unito al coro di indignati che volevano a tutti i costi il nemico numero 1 di Iron Man, nemmeno si stesse parlando del Joker o di Green Goblin. Tanto da domandarmi quanti in realtà conoscano veramente il personaggio, i lettori più recenti lo avranno visto esclusivamente nel ciclo scritto da Matt Fraction, ignorando però che nei vent’anni precedenti si sarà visto al massimo un paio di volte.

E il Mandarino non è di certo l’unico personaggio snaturato in Iron Man 3 e nessuno ha detto niente per gli scagnozzi di Killian. I Marvel Zombie più fedeli hanno sicuramente riconosciuto i nomi di Eric Savin e Taggert, che nei fumetti sono rispettivamente il cyborg Coldblood e il villain Firepower, e Ellen Brandt.

Conclusioni

Uno dei migliori cinecomics Marvel Studios, quasi al pari del primo Iron Man, putroppo sottovalutato e incompreso da parte del pubblico. Un film da riscoprire e rivalutare, capace di affrontare temi seri ma senza prendersi troppo sul serio, mescolando alla perfezione introspezione ed umorismo, senza gli eccessi a volte fuori luogo del precedente capitolo.

Classificazione: 4 su 5.

Ciclo Marvel Cinematic Universe

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Gli piace definirsi un amante del buon fumetto. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Appassionato di narrativa di genere in ogni sua forma, che sia scritta o per immagini, in movimento o meno, in particolare di fantascienza.

2 Risposte a “Iron Man 3 (2013) – 10 anni per il film Marvel”

  1. Per me resta il film di Iron Man più gustoso, quello che completa bene l’arco narrativo del protagonista, oltre che uno dei pochi film del MCU che mi riguardo sempre di gusto, ottima analisi, ci sta alla grande su queste (nuove) pagine 😉 Cheers!

  2. Film moooolto sottovalutato. Personalmente non lo considero tra i migliori MCU (anche perché sono passati 10 anni e ne sono usciti una marea XD) ma sicuramente uno dei più originale e con più personalità.
    Mi spiace il poco spazio dedicato a Rodhey e il personaggio di Maya che sembra tagliato con l’accetta (sembrano mancare intere scene) ma per il resto storia e personaggi e villain (Killian) li trovo ben scritti.
    Per quanto riguarda il Mandarino…a me è spiaciuto non abbiano continuato con la linea del terrorista più che altro perché lo vedevo figo e Ben Kinsgley era super convincente. Ma il plot twist è geniale. Poco compreso all’epoca e ancora oggi da quelli che si lamentano che anno “rovinato” il Mandarino (come se fosse chissà che personaggione).
    Posso capire che a qualcuno non sia piaciuto il plot twist ma quando leggo i sedicenti fan Marvel lamentarsi per la poca accuratezza…non so mai se ridere o piangere.

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