Se bazzicate l’internerd e siete affamati lettori di manga non vi sarà sfuggita la notizia che Sprea Comics, l’editore che di recente ha portato in edicola la rivista Anime Cult, ha annunciato l’uscita di alcuni manga vintage, tra inediti e recuperi storici.
Titoli come Pollyanna, Piccole Donne, Juny Peperina e I Cinque Samurai.
Le prime uscite sono arrivate in edicola e fumetteria nei primi giorni di Giugno.
I Cinque Samurai per i più “vecchietti” non hanno bisogno di presentazioni. Si tratta di una serie anime nata sulla scia del successo dei ben più famosi Cavalieri dello Zodiaco, il cui film live action nemmeno a farlo apposta sta per arrivare nei cinema nostrani proprio in questi giorni.
Yoroiden Samurai Troopers è una serie prodotta dalla Sunrise (oggi nota come Bandai Namco Filmworks), conosciuta per titoli come Gundam e Cowboy Bebop, tra i più famosi. Creatore della serie è Hajime Yatate, che altri non è che uno pseudonimo sotto cui si cela lo staff della Sunrise, e che ricorderete in una vagonata di altre serie, come anche nelle due citate sopra. Protagonisti della serie sono cinque giovani che con le loro armature samurai dotate di grandi poteri devono unirsi per sconfiggere il demone Arago, intenzionato a conquistare il mondo.
Contrariamente a quanto succede di norma il manga dei Cinque Samurai è un opera derivata dall’anime e non viceversa. Uscito in contemporanea con l’anime nel 1988, porta la firma di Hajime Yatate ai testi e di Ryuichi Hoshino per i disegni. Hoshino è mangaka che personalmente non conoscevo ma che da una breve ricerca scopro aver realizzato tra il 2004 e il 2008 due manga brevi ispirati a Kotaro dei cimiteri.
Non riponevo grosse aspettative sul manga dei Cinque Samurai. Mi aspettavo un banale adattamento semplificato della serie anime scarnificato di gran parte degli eventi, dopotutto si tratta di accorpare 39 episodi in soli due volumi. Invece devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso. Non che lo avrei buttato via in caso contrario, si tratta pur sempre di una serie cult che indipendentemente dalla qualità non poteva mancare nella mia collezione. Con me operazioni di questo tipo ci vanno a nozze.
Sorpreso perché la storia seppur semplice prende una piega tutta sua. Essenzialmente il manga dei Cinque Samurai ci ripropone la storia che già conosciamo ma da un punto di vista differente. O almeno presenta dettagli che non ricordo di aver visto nell’anime, perdonatemi ma son passati un po’ di anni dall’ultima visione. Sicuramente inizia in modo diverso ed entra immediatamente nel vivo, anche la parte relativa al maestro Ariel si svolge in modo totalmente diverso. Quindi insomma, tanta curiosità su come si svilupperà la storia nel secondo e conclusivo volume. Il terzo volume dovrebbe essere un altro manga ispirato ai Cinque Samurai, credo si tratti di quello realizzato da Yuji Hosoi, mangaka già ospite a queste coordinate per Fatal Fury.
Non ho apprezzato particolarmente i disegni. Più che altro non ho apprezzato molto il fatto che i protagonisti sembrino tutti dei bambini, certo si tratta pur sempre di giovani eroi di età media intorno ai 16 anni, ma Hoshino tende a farli tutti quasi chibi con il testone, sembrano i cugini samurai di Arthur del videogioco Ghosts ‘n Goblins.
E pecca terribilmente nell’azione, i combattimenti sono piuttosto statici.
A completare il volume alcune pagine contenenti alcune interessanti redazionali che arricchiscono il tutto. Si parla dei nomi dati nell’adattamento italiano, dei progetti multimediali correlati e persino dei giocattoli.
Proposto ad un prezzo non esattamente popolare, 9,90 non sono pochi, sono giustificati dal formato, non tankobon ma simile alle kanzenban come dimensioni. Certo è tanto se paragonato a titoli ben più famosi editi dalla concorrenza allo stesso prezzo e con più pagine. Rimane comunque un iniziativa assolutamente da premiare e incoraggiare, la qualità generale del volume è buona e soprattutto si vede la passione dietro.
I CINQUE SAMURAI vol.1
- Edizione italiana: Manga Cult #1, Sprea Comics, 2023
- Edizione originale: Yoroiden Samurai Troopers, Kodansha, 1988-89
- Storia: Hajime Yatate
- Disegni: Ryuichi Hoshino
- Formato: brossurato
- Prezzo: Euro 9,90
Leggi anche:
- Denjiman – Recensione manga
- Pluto – Recensione manga
- I Cinque Samurai – La recensione (no spoiler) – Moz O’Clock
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D’accordo su tutto.
Per me è stato come un tuffo in un mondo che non esiste più: un mix tra shonen/kodomo, manga dall’estatica anni ’80, un titolo noto ma mai letto e… il bello di trovarlo in edizione da edicola, comunque ben realizzata^^
Moz-
L’ho comprato ieri, ma non l’ho ancora letto, solo sfogliato.
Come ti dissi in privato, i protagonisti sembrano un po’ troppo bambini, ma ci passiamo sopra.
Un po’ caro, specie considerando la carta usata (che ha un qualcosa che mi ricorda certe raccolte Disney, tipo Estatissima) ma il fatto che non saranno seimila numeri aiuta a sopportare la cosa XD
Nel frattempo son passati sei giorni, lo hai letto?
Sì, l’ho letto. L’ho trovato un po’ noioso, devo dire. I cavalieri, come manga, sono invecchiati meglio, pur restando nell’ambito della storiella
Il pubblico pensato per i samurai, come manga, deve essere un po’ più basso d’età
Scusa se rispondo con così tanto ritardo. Va detto che i cavalieri nascono come manga, con una storia che per quanto semplice ha un suo sviluppo nel tempo. Questo è pur sempre un adattamento di un anime e in due volumi c’è poco spazio per qualsiasi tipo di approfondimento, non in un manģa di questo tipo almeno.
Per il “ritardo” non preoccuparti, avrai pure le tue cose da sbrigare, ma mi fa piacere che tu abbia risposto. 🙂
Riguardo al fumetto: fermo restando che i samurai, anche in animazione, non avevano un intrigo esageratamente complesso e probabilmente si sarebbe potuta raccontare tutto nella metà degli episodi, in questo fumetto la loro storia è davvero troppo sacrificata, in uno spazio così ridotto: i personaggi non emergono come si deve, l’ambientazione nemmeno e diamine, il personaggio del monaco (Ariel, da noi, nel cartone) è proprio buttato via in due vignette.
Uno spreco, dal mio punto di vista.
Interessante come “documento”, meno come storia.