Sinceramente non era mia intenzione scrivere una recensione sul film dei Cavalieri dello Zodiaco la Leggenda del Grande Tempio. Volevo solo far finta di niente, che si fosse trattato solo di un brutto sogno.
La curiosità mi ha spinto a cercare diversi pareri in rete e benchè in linea generale mi trovassi d’accordo ho infine pensato che, tra chi giudicava il film come un prodotto per ragazzini e chi solo per i fans, mancasse qualcosa. Dovevo dire la mia.
(Ignoriamo invece chi addita Kurumada, l’autore del manga originale, come uno a cui interessa solo battere cassa. Su questo argomento forse ci torneremo. Forse.)
In realtà non è una vera e propria recensione la mia, più una riflessione.
Qualcuno ritiene che La Leggenda del Grande Tempio sia un film per ragazzini, dove ragazzini viene usato in modo dispregiativo, che questo sia un tentativo della Toei di accattivarsi il pubblico più giovane, mettendo il film sullo stesso piano di un Disney o un film d’animazione Dreamworks. Ma forse sarebbe il caso di ricordare che Saint Seiya è pur sempre uno shonen il cui target, nonostante il sangue e il dramma, sono proprio quei ragazzini tanto disprezzati (fino ai 18 anni), per cui questo bisogno non sussisteva. Sempre se per ragazzini non si intenda in realtà bambini intorno ai 6 anni, ma il discorso non cambia. Quanti di noi hanno conosciuto i Cavalieri dello Zodiaco proprio da bambini? Probabilmente quasi tutti, sicuramente tutti quelli nati intorno alla metà degli anni ’80, come me. Solo perchè ora abbiamo dai 30 ai 40 anni non dobbiamo illuderci o far finta che si tratti di un prodotto per adulti.
Legittimo da parte della Toei di cercare nuovo pubblico e questo film realizzato per i 30 anni dei Cavalieri dello Zodiaco era una buona occasione, purtroppo sprecata.
Allo stesso tempo il film difficilmente può essere considerato for fans only, difficilmente può essere piaciuto ad un fan della saga.
Indipendentemente dalle “tamarrate” (che senza dover necessariamente tirare in ballo Michael Bay, che ormai è come sparare sulla Croce Rossa, mentre lui se la ride allegramente, sono perfettamente in linea con gli anime moderni), dal nuovo design a volte fin troppo vistoso dei personaggi (che può piacere o meno, personalmente in generale le ho apprezzate), dell’umorismo fuoriluogo e nemmeno così divertente (e poi ci si lamenta dell’umorismo nei film della Marvel…) e facendo anche finta che Pegasus non sia stato trasformato in un pagliaccio, il vero problema del film è solo uno: la trama!
Eravamo consapevoli che riassumere tutta la saga delle Dodici Case in 90 minuti di film era impresa difficile, lo sapevamo noi spettatori e lo sapevano loro produttori. Eravamo consapevoli che non poteva eguagliare la storia originale ma la delusione è tanta.
È tanta perchè nel film c’è anche la dimostrazione che il modo di riassumere la storia c’era, lo dimostra l’espediente usato per mandare Crystal alla casa dell’Acquario, saltando la parte della casa dei Gemelli presente nel manga e nell’anime e la parte del famigerato “Tempio di Libra”… peccato che poi abbiano liquidato il combattimento tra Crystal e Aquarius in pochi minuti totalmente privi di pathos (come tutto il resto del film dopotutto), una delle parti più commoventi del manga totalmente ignorata.
Potrei riassumere il film come una sequenza di tante (e belle) scene d’azione ma tutto senza sentimento, elemento fondamentale dell’opera di Kurumada.
Come dicevo sopra c’era chi metteva questo film sullo stesso livello di un film Disney o Dreamworks ma, giusto per fare un paragone, in Big Hero 6 l’ultimo film Disney per quanto la trama fosse anche scontata, per quanto si rida, il sentimento c’è, è palpabile, ci si commuove, ci si emoziona. Ne la Leggenda del Grande Tempio no!
A dare più fastidio è anche notare come per condensare il più possibile la trama nei 90 minuti siano state eliminate tutte le parti più interessanti della storia (il drammatico rapporto allievo/maestro tra Crystal e Aquarius, la doppia personalità di Gemini evidenziata inutilmente dalla bicromia dell’armatura, i ruoli praticamente inutili di Andromeda e Phoenix all’interno di una trama gia povera, ecc) ma che si sia trovato lo stesso il tempo di inserire prima un flashback con il primo incontro tra Pegasus e Lady Isabel da bambini, inutile ai fini della trama, se non per spiegarci i poteri di lei, perchè mai più ripreso all’interno durante la narrazione, ma soprattutto uno stacchetto musicale con protagonista Cancer, effettivamente più adatto ad un film di Tim Burton che ai Cavalieri dello Zodiaco…