Titolo: Hit-Girl
Autori: Mark Millar, John Romita Jr.
Edizione originale: Hit-Girl #1-5 (2012)
Edizione italiana: Hit-Girl #1-3 (Panini Comics Presenta #34-36), Panini Comics; Hit-Girl Omnibus, Panini Comics, 2015
“Prima che Kick-Ass affronti il Mother Fucker nella battaglia di Kick-Ass 2, Hit-Girl l’ha allenato a pestare, a sparare e a tagliare…! Mentre tutta la sua famiglia pensa che sia a scuola, la piccola Mindy McCready è in giro per la città a dispensare giustizia violenta! Furore a cura di Mark Millar e John Romita Jr.”
Primo spin off e secondo libro della saga creata da Mark Millar e disegnata da John Romita Jr. ovvero Kick-Ass. La vicenda si inserisce tra le due miniserie principali e accende i riflettori sulla sanguinaria vigilante dodicenne Hit-Girl che avevamo lasciato in affidamento alla madre e al suo compagno, il poliziotto Marcus, dopo la morte di Big Daddy. La piccola però non vuole saperne di restare con le mani in mano mentre la mafia si riorganizza sotto la guida di Ralphie Genovese, fratello di John Genovese e quindi zio di Chris/Red Mist.
[ATTENZIONE SPOILER]
La storia oltre a presentarci un nuovo bagno di sangue alla Tarantino è anche una scusa per scoprire qualcosa di più sul personaggio di Mindy e della sua nuova vita da normale ragazzina, una vita di cui non sa nulla. Hit-Girl si presenta così come un personaggio molto interessante e paradossalmente è il personaggio di stampo più fumettistico rispetto al contesto pseudo reale (per quanto possibile) imbastito da Mark Millar. A muovere Mindy nella sua vilolenta lotta al crimine quindi non è il senso di noia, l’essere uno sfigato, un looser come successo con Dave/Kick-Ass (ma anche con Big Daddy), ma un educazione basata su modelli basati su film e fumetti. Un vero e proprio lavaggio del cervello che sfocia in una psicosi resa chiara dal dialogo con il fantasma di Big Daddy. Hit-Girl quindi è la vera personalità di Mindy, la maschera, la finzione è la Mindy della vita comune, cosa che l’avvicina a personaggi dei fumetti come Batman e Superman.
Ad ogni modo la miniserie riesce comunque a mantenere quello spirito da looser così presente in Kick-Ass, attraverso la nuova vita scolastica della protagonista divenuta bersaglio della ragazza più popolare della scuola. La vigilante, con all’attivo un centinaio di omicidi, si ritrova così per la prima volta veramente impotente. Mindy tenterà qualsiasi cosa per farsi accettare imparando a conoscere i modi di vestire delle teenager, i vari show televisi e Justin Bieber, esattamente come tanti ragazzi e ragazze della vita di tutti i giorni costretti a cambiare se stessi per far parte di un gruppo. Alla fine però per Mindy l’unica soluzione è la violenza ma attenzione a non scambiare la cosa per una violenza gratuita, in questo modo Millar ci fa riflettere che non bisogna cambiare per gli altri ma rimanere fedeli a se stessi, esattamente come Mindy risolve la cosa nel modo in cui lo farebbe Hit-Girl, la vera se stessa. Allo stesso tempo lo scrittore scozzese non perde occasione per lanciare qualche frecciatina allo showbiz.
Kick-Ass in questa miniserie è un pò messo da parte ma trova un giusto spazio la sua nemesi: Red Mist. Il giovane supercriminale parte per un viaggio che cita apertamente Batman Begins ma dai risvolti totalmente diversi.
Millar condisce tutta la vicenda con dialoghi taglienti e battute efficaci, tra citazioni e omaggi: dal gia citato Batman Begins ai New 52 della DC alle battute ad effetto tipiche dei supereroi. Per quanto riguarda la parte grafica Romita Jr. pare sempre più a suo agio in opere di questo tipo, lontano dal mainstream supereroistico.
Un opera che va ad integrarsi perfettamente con le due miniserie principali e che per certi versi riesce ad essere superiore a Kick-Ass 2.