Civil War II – Recensione

Civil War II Marquez variant

Si è appena concluso CIVIL WAR II, l’ultima saga evento che ha sconvolto (per l’ennesima volta) l’universo Marvel, scritta da Brian Michael Bendis e disegnata da David Marquez, sequel della saga omonima del 2006 di Mark Millar e Steve McNiven, sfruttando l’uscita al cinema di Captain America: Civil War.

C’era una volta Brian Bendis

Bendis mi è sempre piaciuto, è anche grazie a lui se nel lontano 2002 son tornato in pianta stabile a leggere Marvel, sue erano le serie che più mi colpirono all’epoca, mi ha fatto letteralmente innamorare di Daredevil, ha ridefinito gli Avengers nel nuovo millennio con New Avengers prima e Dark Avengers dopo, l’ho amato su Alias, Ultimate Spider-Man è forse tra le serie più belle che io abbia mai letto nel mainstream, l’ho apprezzato su Sam & Twitch, Scarlet e ho persino recuperato il suo noir Goldfish. Ha anche scritto alcune tra le saghe più belle degli ultimi anni come House of M e Secret War (quella senza S finale). Certo nel corso degli anni non ha sempre brillato, vedi Mighty Avengers e più recentemente la sua gestione degli X-Men (Uncanny X-Men e All-New X-Men) che seppur corredata da ottimi dialoghi alla fine non ha aggiunto nulla alla mitologia dei mutanti Marvel, e ha realizzato saghe evento deludenti, come Age of Ultron, ma non si può di certo dire che la sua non sia una carriera di tutto rispetto.
Per questo l’ho sempre difeso di fronte a tutte quelle persone che per un motivo o per un altro lo han sempre criticato non riconoscendone i meriti.
Non questa volta.
Chiaramente questa Civil War II non nasce tanto da esigenze narrative ma da esigenze commerciali sfruttando, come dicevo ad inizio articolo, l’uscita del film Captain America: Civil War. Dunque ci troviamo di fronte ad una marchetta bella e buona che comunque, nonostante nessuno avesse chiesto un sequel della saga del 2006, cosa che non si deve tradurre necessariamente in qualcosa di brutto, purtroppo non è questo il caso.

Il tema di Civil War II

Civil War II vede contrapporsi due schieramenti di eroi, da una parte troviamo ancora una volta Iron Man, dall’altra un altro capitano, quella Capitan Marvel che sta acquistando sempre più importanza all’interno dell’universo Marvel in previsione del film di prossima uscita. Oggetto della contesa questa volta è un nuovo Inumano, Ulysses, il cui potere permette di prevedere il futuro, potere che Capitan Marvel vuole sfruttare per fermare preventivamente crimini e criminali, esattamente come accadeva in Minority Report. Insomma il tema è quello della profilazione, ovvero tracciare anticipatamente il profilo psicologico di un possibile colpevole per prevederne le mosse, e Tony Stark, che è un futurista, comprende fin troppo bene che questa non è la soluzione giusta, che prima o poi la cosa sfuggirà al loro controllo, anzi le cose sfuggono al loro controllo fin troppo presto e proprio questo causerà una grandissima tensione tra i due leader.

Giudizio dell’opera

Quello che salta subito all’occhio è la mancanza di naturalezza con cui questa saga è stata realizzata, è evidente da tantissime cose, da come si svolgono gli eventi agli schieramenti, e soprattutto tutta la questione morale viene affrontata in modo molto artificioso, specialmente se paragonata alla saga originale. Altra enorme differenza e difetto di Civil War II è il fatto che la cosa non lascia tanto spazio ad alcuna riflessione per il lettore, se in Civil War da entrambe le parti si potevano trovare pro e contro per la registrazione dei superumani, senza dare a nessuno dei contendenti l’assoluta ragione rendendo difficile per noi decidere con chi schierarsi (anche se tra i lettori è cosa comune vedere Cap America nel giusto e Iron Man nel torto, sbagliando), qua c’è poco spazio per i dubbi, è lo stesso Bendis a dirci che le visioni di Ulysses non sono sicure al 100% tramite dei calcoli effettuati da Tony Stark confermati poi da la Bestia, adesso con gli Inumani, che è schierato con Cap Marvel, se nemmeno lui che sta dalla sua parte ci crede perché noi lettori dovremmo porci delle domande? Non che Bendis non ci abbia provato a insinuare il dubbio ma lo fa troppo tardi, solo nell’ultimo numero in un dialogo che vede protagonista ancora la Bestia, ma alla fine il risultato è sempre lo stesso: la profilazione è sbagliata! Sembra quasi che questa Civil War II punti più sul sensazionalismo degli eventi, tra morti celebri e spiragli delle future saghe, che non sul dibattito morale e la riflessione.
Da non sottovalutare la lunghezza dell’opera, nove numeri (otto regolari più il numero zero) sono davvero troppi. Il tutto si poteva raccontare in almeno la metà delle uscite, magari in episodi un po’ più lunghi del normale, almeno un paio di episodi sono totalmente sprecati in dialoghi, dialoghi che però servono solo ad allungare il brodo e giustificare le nove uscite della saga e lo dice uno che adora i dialoghi botta e risposta di Bendis.

Insomma questo sequel non richiesto di Civil War si è rivelato essere una cocente delusione sotto ogni punto di vista, o quasi, almeno dell’aspetto visivo non ci si può lamentare, Marquez è uno dei migliori disegnatori sulla piazza del momento. Un vero spettacolo per gli occhi.

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Gli piace definirsi un amante del buon fumetto. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Appassionato di narrativa di genere in ogni sua forma, che sia scritta o per immagini, in movimento o meno, in particolare di fantascienza.

4 Risposte a “Civil War II – Recensione”

  1. Concordo questa Civil War II è stata una commercialata e basta, niente dubbi, niente pathos, il nulla più totale

  2. Io sto comprando la serie solo perche’ due disegnatori fantastici che seguo da anni, ed hanno realizzato qualcosa per il mio blog, sono stati scelti per realizzare qualche matita. Mi fa piacere segnalarveli: Emilio Laiso (autore dei colori della copertina del primo libro del blog) e Annapaola Martello disegnatrice di due fantastiche illustrazioni (una per il Batman Silent Book e una per il Batman v Superman Concept Artbook). Come dite voi, l’aspetto visivo, grazie al cielo, non tradisce. 😉

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