Captain Marvel di Anna Boden e Ryan Flek (2019)

Recensione di Captain Marvel dei Marvel Studios.

Due paroline ma giusto due su Captain Marvel, l’ultima fatica cinematografica dei Marvel Studios prima di Avengers: Endgame, diretto da Anna Boden e Ryan Flek con Brie Larson nel ruolo della protagonista, Samuel L. Jackson e Jude Law tra gli altri.

Alla fine ci sono cascato, in un precedente articolo vi avevo detto che non avrei guardato Cap Marvel al cinema e invece l’ho fatto, ma con tutta calma. Il motivo per cui non pensavo di andare a guardarlo? Beh, in primis il personaggio non mi attira molto nonostante lo abbia letto tantissimo sulle pagine degli Avengers, molto meno in solitaria e anzi trovo funzioni meglio in team che non da sola, chiaramente mi riferisco alla versione di Carol Danvers, sia come Ms. Marvel che come Captain Capitan Marvel, ma soprattutto perché i trailer non è che mi avessero molto convinto, anche a causa di tutto quell’evidenziare il fatto che fosse donna, nulla in contrario da parte mia dal momento che nei fumetti abbiamo avuto uomini, donne, omosessuali, gente nata in provetta e afroamericani a ricoprire il ruolo, così giusto a ricordare quanto certe polemiche siano sterili il più delle volte. Ma alla fine è proprio per queste polemiche che mi son deciso a vederlo, dovevo capire se davvero è tutta fuffa questo girl power, e dopo averlo visto sono arrivato alla conclusione che no, non ridicolizza i personaggi maschili in favore della protagonista ma andiamo con ordine.

Non un film eccezionale ma indubbiamente godibile, personalmente lo metto un gradino sopra al tanto sopravvalutato Black Panther ma senza un villain con lo stesso spessore di Killmonger, Captain Marvel funziona senza mai osare troppo, e qui si potrebbe alzare una lieve critica nei confronti dei registi che si sono limitati a fare il compitino invece di spingersi un po’ oltre e provare qualcosa di nuovo, la storia dicevo funziona e spezza un po’ la classica scia di origin story degli ultimi film Marvel atti ad introdurre un nuovo eroe presentandoci il personaggio già in possesso dei propri poteri ma priva di ricordi che vadano oltre gli ultimi sei anni di vita, quindi una scoperta del proprio passato che viene svelata man mano che si procede con gli eventi fino alla consapevolezza di quello che deriva da questo potere, un percorso narrativo ahimè assente o poco esplorato in altri cinecomics come il già citato Black Panther o nel più recente Aquaman della Distinta Concorrenza. Lungi da me voler parlare di qualcosa che non mi appartiene o che non posso vivere sulla mia pelle per ovvi motivi, il discorso femminismo fortunatamente non diventa il fulcro centrale della storia, per chi passasse da queste parti per puro caso ci tengo a sottolineare che quel fortunatamente non si riferisce assolutamente al non dover trattare l’argomento ma nel non farlo diventare preponderante alla narrazione, anzi in poche scene piazzate qua e là vengono evidenziate senza diventare ridondanti e mai stucchevoli le difficoltà che una donna spesso ancora può incontrare lungo la sua strada, e come non ci si debba mai arrendere di fronte alle avversità, un discorso valido per le donne ma anche per gli uomini, perché in fondo è questo parlare di pari opportunità, non trovate? Se no, si finisce con l’evidenziare ulteriormente le differenze, perché si la vita sarà più stronza con qualcuno e certe categorie devono sudarsela di più, e indubbiamente e giustamente il film strizza l’occhio alle ragazzine che si potranno riconoscere nel personaggio, ma il messaggio di fondo è diretto a tutti, o meglio è adatto a chiunque si trovi davanti ad una strada piena di ostacoli. Quindi si, ci troviamo di fronte ad un eroina forte, tanto forte, che ci mostra cosa sia l’emancipazione senza dovercelo ripetere cento volte senza mai dimostrarlo, indubbiamente più di quanto fatto in Wonder Woman da Patty Jenkins che con questo film condivide giusto il fatto che i protagonisti sono due donne, ma soprattutto Captain Marvel non si scorda di essere un film di supereroi pur senza essere niente di innovativo, e mantenendo dei toni tutto sommato seri e non seriosi riservando i momenti più leggeri e divertenti quasi esclusivamente al solo Fury di Samuel L. Jackson, qui in una veste più giovane (grazie alla CG) e inesperta, e alla sua passione sfrenata per i gatti, con tanto di ennesima trollata da parte dei Marvel Studios.

Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Gli piace definirsi un amante del buon fumetto. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Appassionato di narrativa di genere in ogni sua forma, che sia scritta o per immagini, in movimento o meno, in particolare di fantascienza.

6 Risposte a “Captain Marvel di Anna Boden e Ryan Flek (2019)”

  1. Mi hai incuriosito su una cosa..mi faresti un paio di scene di esempio dove emerge un po’ l’aspetto femminista? 😛

    1. L’argomento viene affrontato in modo piuttosto semplice mostrandoci stralci della vita della protagonista in cui le veniva detto che non poteva fare questo o quello perché donna, considera che è pilota dell’aeronautica e il film è ambientato nel 1995, quindi la sua infanzia e addestramento approssimativamente sarà tra anni ’70 e ’80. Sono cose semplici e trattate con naturalezza perché alla fine il film si rivolge a tutti, poteva essere anche un bambino grasso e il risultato era lo stesso. Per me è questo il modo migliore di trattare l’argomento.

  2. La mia posizione la conosci, direi che siamo allineati, meglio di “Black Panther” ma anche meglio di “Wonder Woman” non è un film eccezionale, ma alla fine si lascia guardare 😉 Cheers!

    1. In realtà ancora non la conosco, ho preferito ritardare ulteriormente la lettura per non lasciarmi influenzare ma rimedierò al più presto

  3. Diversificare la struttura del film è stata una scelta ottima anche per me, dopo tanti cinecomics e soprattutto in questo che è effettivamente un assaggino prima di Endgame era necessario.

I commenti sono chiusi.

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