Captain America: Brave New World (2025)

Captain America: Brave New World (2025)

Il vero problema di Captain America: Brave New World è la sfortuna. La sfortuna di essere realizzato proprio quando il conflitto Palestina-Israele è entrato nel vivo, costringendo gli autori a varie riscritture (non tutte propriamente causate dal conflitto a dirla tutta). La sfortuna di avere poi una storia che sembra quasi una barzelletta tanti sono i parallelismi involontari tra il fittizio presidente Ross e il fin troppo vero neo rieletto Donald Trump. Ma soprattutto è sfortunato perché tenta, invano, di rendere appetibile a tutti i costi un personaggio secondario come Falcon solo cambiandogli nome e costume.

Perché dai, in fondo questo Brave New World non è un brutto film, non ai livelli di The Marvels o Quantumania per restare in casa Marvel, ma è anche vero che si limita a fare il compitino rimanendo nell’anonimato totale. Anni luce persino dal primo mediocre Captain America. Risultato? Ce ne dimenticheremo presto, come tanti altri film. Non ha aiutato di certo nemmeno svelare tutto tutto già nel trailer. Si saranno detti “sveliamo Hulk Rosso ma teniamo segreto Sidewinder”. Il grande Sidewinder…

[Piccola parentesi sulla Società dei Serpenti, anche loro molto più centrali e diversi in un altra stesura del film. Ma non vi siete un po’ rotti le scatole di questi non costumi? Ormai sono tutti delle sotto specie di terroristi, sembra di essere più dalle parti dei G.I. Joe, voglio i colori, qualcosa di riconoscibile! Cosa che c’era effettivamente nelle stesure precedenti a giudicare dalle bozze uscite in questi giorni]

Sam Wilson funzionava alla grande come spalla di Cap e in coppia con Bucky, nonostante pure The Falcon and the Winter Soldier non è che brillasse esattamente come narrazione. In realtà funziona anche con Joaquin Torres, il nuovo Falcon, ma non basta. Il problema sta tutto qua, nel carisma del personaggio, ma non perché un personaggio secondario non possa elevarsi. Nei fumetti quante volte lo abbiamo visto fare? Ma perché in questo film Sam Wilson non fa niente per cui lo si possa ritenere veramente tale. Sembra quasi che sin dall’inizio vogliano convincerci a tutti i costi del contrario ma senza dimostrarcelo mai. Lui è splendido solo perché sì. Secondo i Marvel Studios almeno.

Sam Wilson non ha una sequenza degna di nota, non c’è una sequenza d’azione che ti faccia rimanere incollato allo schermo o che rimanga veramente iconico (pensate allo scontro tra Steve Rogers e Winter Soldier, lo so, sparo sulla croce rossa). Giusto le sequenze di volo ho trovato buone, insomma dove fa cose da Falcon.

Sì, ok, verso la fine ci fa quel discorso un po’ stucchevole sul dover essere un esempio ecc., ma basta veramente quello?

E questa è la conferma che Bucky come Cap avrebbe funzionato di più, da una parte perché Sebastian Stan è un bravissimo attore e ci avrebbe regalato una parte molto intensa, dall’altra perché il tormento del suo personaggio in un ruolo così delicato sarebbe stato molto più sentito e palpabile. E infatti, incredibilmente, ora le aspettatite sono tutte per Thunderbolts.

Questo Captain America: Brave New World ha dalla sua almeno il pregio di riprendere in mano delle cose lasciate in sospeso nell’MCU, ridando quel senso di coesione che un po’ si era perso ultimamente. Un buonissima interpretazione di Harrison Ford che inaspettatamente si trova più a suo agio nei panni del Presidente Ross e nella CGI di Hulk Rosso che non in quelli di un anziano Indiana Jones (e pensavate che il Regno del Teschio di Cristallo fosse il film più brutto di Indy).

E a proposito di CGI, visto l’andazzo del film ci si potrebbe aspettare anche della CGI poco curata o orrori come in Multiverse of Madness, e invece no, è discreta a fa il suo lavoro, Hulk Rosso è decisamente figo. Insomma, Hulk Rosso è la vera star di questo film, e si vede meno di dieci minuti.

Captain America: Brave New World poster

CAPTAIN AMERICA: BRAVE NEW WORLD

  • Titolo originale: Captain America: Brave New World
  • Regia: Julius Onah
  • Sceneggiatura: Rob Edwards, Malcolm Spellman, Dalan Musson, Julius Onah, Peter Glanz
  • Genere: supereroi, fantascienza
  • Anno: 2025

Classificazione: 3 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Polemista. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Amante del buon fumetto since 1994.

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