Filadelfia, Pennsylvania, 26 Settembre 1950. Di pattuglia, gli agenti di polizia John Collins e Joe Keenan trovano uno strano oggetto a forma di cupola del diametro di quasi due metri. Fatto di una sostanza gelatinosa che brillava di colore viola opaco, tremolava tanto da sembrare viva ai loro occhi. Vennero raggiunti dall’agente James Cooper e il sergente Joe Cook. Quest’ultimo suggerì di provare a toccare la sostanza ma quando l’agente Collins provò a raccoglierlo il disco si è dissolto lasciando solo una sostanza appiccicosa e inodore.
Questa non è la trama di un film fantascientifico, non ancora almeno. È di uno dei tanti ritrovamenti di Star Jelly in giro per il mondo. Si tratta di un fenomeno di cui personalmente non avevo mai sentito parlare ma pare che segnalazioni a riguardo risalgano anche al XIV secolo e continuano ancora oggi. È una sostanza gelatinosa traslucida, di solito descritta come bianca o grigiastra che a volte si trova sull’erba o sui rami degli alberi. Secondo il folklore si deposita sulla Terra durante le piogge di metoriti e tende ad evaporare poco dopo la caduta.
Ci sono varie teorie sull’origine di questa gelatina. Potrebbe trattarsi di Myxariym Nucleatum, un tipo di fungo chiaro e gelatinoso che cresce sul legno in decomposizione. Mentre secondo alcune osservazioni effettuate in Scozia è una gelatina che deriva da uova di rane o rospi vomitata da predatori che si nutrono di anfibi. Ma dai test eseguiti dagli scienziati incaricati dalla National Geographic Society su alcuni campioni trovati negli Stati Uniti non presenta alcun DNA nel materiale.
Ad oggi ancora non c’è una risposta chiara a questo fenomeno. Ci fu un ritrovamento anche in Italia, a Genova nel 1870, dove è stata analizzata dagli scienziati dell’Istituto Tecnico trovando un 7% di materia organica a cui non riuscirono a dare alcuna spiegazione.
L’episodio di Filadelfia ispirò il professore di lettere Irving Millgate l’idea di una forma di vita aliena, senza forma, che fagocitasse le persone assorbendole al solo contatto, aumentando ogni volta la sua massa. Il professore ne parlò al distributore Jack Harris che a sua volta contattò la piccola casa di produzione Valley Forge Studios, specializzata in film educativi e religiosi che finanziò la produzione di un film.
Nasce così il film The Blob, destinato a diventare un cult della fantascienza horror anni ’50. Anche se inizialmente doveva intitolarsi The Molten Meteor, poi i produttori sentirono lo sceneggiatore del film riferirsi alla creatura come The Blob. Altre fonti invece riferiscono che il film si dovesse chiamare The Glob ma cambiarono idea per non avere rogne legali con il fumettista Walt Kelly che aveva usato lo stesso titolo per un suo libro per bambini.
Il film diretto da Irvin Yeaworth esce nel 1958. Protagonista principale è un giovane Steve McQueen alla sua prima interpretazione. Pagato solo 3000 Dollari perché l’attore si rifiutò l’offerta di ricevere il 10% dei ricavati del film dal momento che aveva bisogno urgente di denaro e non pensava minimamente che il film potesse essere un successo. In Italia è arrivato con il titolo Fluido mortale ma successivamente è stato recuperato anche il titolo originale divenendo Blob – Fluido mortale.
In Pennsylvania, Steve Andrews e la sua ragazza Jane assistono alla caduta di una meteora non lontano da loro. La meteora però viene trovata prima da un anziano che vive vicino al luogo dello schianto. Quando l’anziano la colpisce con un bastone questa si rompe rilasciando una sostanza gelatinosa che lo aggredisce attaccandosi alla sua mano. Spaventato ed in preda al dolore il vecchio fugge in cerca di aiuto. Durante la fuga per poco non è investito da Steve, che lo soccorre portandolo dal medico. In breve tempo il vecchio è totalmente assorbito dalla massa aliena che cresce e inizia a fagocitare chiunque trovi sul suo cammino. I ragazzi tentano invano di avvisare il resto dei cittadini allertando la polizia. Il resto potete immaginarlo, o guardarvi il film che è anche meglio.
A differenza di altri illustri colleghi sembra non portare con se alcuna domanda etica o morale. Anche se similarmente al precedente L’invasione degli ultracorpi ci si può trovare in esso la paura per la perdita della propria identità divenendo parte di una massa indistinta, priva di emozioni e personalità. La storia è semplicissima e non fornisce alcuna spiegazione alla creatura. Non sappiamo cosa si o da dove venga, sappiamo solo che è guidata dal suo istinto di sopravvivenza. Una forza della natura che, diversamente da altri alieni invasori visti in altri film dell’epoca, sembra non possa essere uccisa ma solo fermata momentaneamente, in un modo che oggi forse non risulterebbe altrettanto efficace per via dei cambiamenti climatici. Potrebbe essere un idea per un ipotetico sequel ambientato ai giorni nostri.
Per tutta una serie di motivi più che condivisibili, che vanno appunto dalla storia semplice e priva di veri colpi di scena ad effetti speciali non esattamente all’altezza (ma nemmeno così distanti da altri film dell’epoca), The Blob non riscontrò il favore della critica. Per sua fortuna trova quello del pubblico che lo premia facendogli incassare ben 4 milioni al botteghino, a fronte di un budget di 110 mila dollari (su 120 stanziati dalla produzione, è pure costato meno del dovuto). Steve McQueen si sarà mangiato le mani ma mi dicono essersi rifatto in seguito.
Probabilmente piacque tanto al pubblico proprio grazie ai suoi protagonisti giovani. Nonostante Steve McQueen all’epoca avesse già ventotto anni e li dimostrava tutti, forse anche qualche anno in più. Blob sembra rivolgersi proprio ai giovani, quelli a cui nessuno sembra dare retta. Limitati dalle regole ingiustificate dei genitori e talvolta osteggiati dalla legge che vede in loro solo una causa persa, ma capaci di comprendere il pericolo. Magari anche guidati da un po’ di sana imprudenza giovanile, e di salvare la situazione. A ripensarci se fosse uscito negli anni ’80 al posto del suo remake non avrebbe sfigurato a fianco di film come I Goonies o Scuola di mostri, anche se i protagonisti sono leggermente più grandi e per niente dei perdenti.
BLOB – FLUIDO MORTALE
- Titolo originale: The Blob
- Regia: Irvin S. Yeaworth
- Sceneggiatura: Theodore Simonson, Kate Phillips
- Genere: fantascienza
- Anno: 1958
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cult ok
ma cosa avrebbe di educativo?
Non ho mai detto che debba esserlo
Chiedevo per la casa di produzione, che visti gli anni aveva l’ultima parola no?
Specializzata in film educativi e religiosi non significa che facessero esclusivamente quelli, lo stesso Yeaworth ne ha diretti tanti di quei film.
Questo è uno dei tanti film di cui so, conosco ma che non ho visto, strano vero? 😀
McQueen ne dimostrava anche 45 di anni in quel film.