Birdman – Recensione

Birdman film locandina

A distanza di cinque anni abbiamo visto anche noi Birdman di Alejandro Gonzàlez Inàrritu, il film che ricevette ben nove candidature agli Oscar 2015 vincendone ben quattro tra cui miglior film, e sette candidature ai Golden Globe.
E senza fare troppi giri di parole non ci è piaciuto. E il motivo non è quello che probabilmente state pensando.

“Hanno messo un costume anche a lui?”

Birdman è la storia di Riggan Thompson (Michael Keaton), celebrità decaduta che cerca in tutti i modi di staccarsi dal personaggio che lo rese celebre, il supereroe Birdman, e per farlo vuole mettere in scena uno spettacolo teatrale scritto, diretto ed interpretato da se stesso tratto da un racconto di Raymond Carver. Tutto il contrario dei blockbuster milionari pieni di effetti speciali che ci propina Hollywood. Insomma, Riggan intende dimostrare di essere un attore vero e non un tipo con addosso un costume. Il tutto mentre affronta i vari problemi sul set, in particolare il nuovo attore del cast, Mike Shiner (Edward Norton) che cerca di usare lo spettacolo teatrale come trampolino di lancio

Ricordo all’epoca il chiacchiericcio creatosi intorno al fenomeno Birdman, in particolare sui social, di come Inàrritu si fosse schierato apertamente contro i cinecomics, colpevoli di rovinare il cinema. Niente di più sbagliato! Pensare che Birdman parli esclusivamente di questo equivale a non averci capito niente!
Perché se da una parte mette in evidenza la differenza tra artisti e celebrità, senza soffermarsi in particolare sui cinecomics ma parlando dei blockbuster e alle saghe cinematografiche dal soldo facile in generale, capisco anche che il fatto che il protagonista avesse interpretato un supereroe (nella vita reale quanto nella finzione) sia la cosa più immediata che arriva allo spettatore per cui il collegamento ai soli cinecomics è più facile ad una visione superficiale, dall’altra ci mostra anche il rovescio della medaglia, di un certo snobismo e pregiudizio da parte della critica specializzata e al mondo del teatro, perché chi ha recitato in film di solo intrattenimento non può cimentarsi con tanta leggerezza nel teatro, e questo si ricollega paradossalmente in qualche modo al trattamento snob che l’Academy riserva a certi generi di film. Il film di Inàrritu è volutamente ambiguo in quel che rappresenta, non prende una posizione reale su questo o quel tema, anzi, mette in evidenza problemi e contraddizioni del mondo cinematografico e della critica, però così ha involontariamente dato voce proprio a chi nel film viene inconsapevolmente criticato. In questo il mio pensiero non può che andare al percorso fatto da Robert Pattinson, partito come protagonista di una saga fantasy attira ragazzine per arrivare a recitare per registi del calibro di Cronenberg e Nolan, eppure per una certa fetta di pubblico rimane il vampiro che sbrilluccica in Twilight, nemmeno fosse colpa sua che il film sia così.

Quindi se avete elogiato Birdman solo ed esclusivamente perché critica i cinecomics sappiate che in realtà vi state criticando da soli e non ve ne rendete conto.
Per il resto è ovvio che nella realtà le cose non siano così terribilmente generalizzate, dopotutto abbiamo attori bravissimi, provenienti dal teatro anche, che non si sono mai vergognati di prendere parte a questo o quel blockbuster, spesso regalandoci parti straordinarie, così come siamo tutti consapevoli (o almeno dovremmo esserlo) che altri attori di blockbuster non avranno mai una carriera al di fuori di quel genere.
Indubbiamente Birdman è un film ben realizzato, ha un cast di tutto rispetto perfetto nella parte (anche se essenzialmente Keaton e Norton hanno interpretato loro stessi) ed è girato in modo impeccabile con quel finto piano sequenza, ma alla fine le tematiche affrontate sono qualcosa che già mi aspettavo o sapevo e ci rimane soprattutto la drammatica storia di Riggan, un uomo egocentrico alla disperata ricerca di attenzione, con non pochi problemi familiari alle spalle, che non è bastata a suscitare in me emozioni particolari da farmene innamorare.

Classificazione: 3.5 su 5.

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Pubblicato da Alberto P.

Classe 1985. Gli piace definirsi un amante del buon fumetto. Revanscista. Seguace della Chiesa Catodica. Appassionato di narrativa di genere in ogni sua forma, che sia scritta o per immagini, in movimento o meno, in particolare di fantascienza.

4 Risposte a “Birdman – Recensione”

  1. Credo che interpretare Birdman come critica ai cinecomic non sia corretto o quantomento sia una visione un po’ parziale.
    Birdman è la storia di un uomo e delle sue idiosincrasie. Semplicemente questo. Inarritu, però, ha voluto realizzarlo con una tecnica molto particolare e sicuramente non accessibile e apprezzabile da tutti.

  2. Manco a me è piaciuto ma ammetto di non essere riuscito ad arrivare alla fine, forse ho superato di poco la metà.
    Tutta la faccenda della critica (sbagliata) ai cinecomic non la ricordavo…
    A me Pattinson non piace e non perché lo lego al vampiro luccicante ma perché lo trovo inespressivo, per me un pessimo attore. Per carità, amo Cage che ha lo stesso difetto ma a lui voglio bene è ha un gran doppiatore italiano che lo migliora 😝

    1. Beh, per tutto il film ci sono sparsi riferimenti ad attori che si prestano a queste produzioni dal soldo facile (che poi non lo sono mica sempre, se no non mi spiego il floppone di Birds of Prey), al talento contrapposto alla notorietà, ecc.

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