Titolo: Ash
Autori: Joe Quesada (storia e disegni), Jimmy Palmiotti (storia e chine)
Edizione originale: Ash #1-6 (1994-95) Ash ZERO (1998), Wizard-Ash 1/2 (1997) (Event Comics)
Edizione italiana: Event #1-4 – Ash #1-3, 0 (Cult Comics/Panini Comics, 2000)
Alla prima lettura la miniserie Ash qualche anno fa mi disse ben poco, ma mancava il numero 0 con il finale.
Una volta recuperato il nr 0 e riletto tutto quanto il finale è riuscito a capovolgere le mie opinioni? La risposta è NO!
Troppa carne al fuoco e poca sostanza. Nei sei numeri che compongono la miniserie vediamo la trasformazione del protagonista e l’eroe incontrare e affrontare ben quattro avversari, ognuno dei quali con la sua buona dose di segreti, e per segreti intendo che sti personaggi arrivano dal nulla, dicono cose incomprensibili per il lettore (che nelle intenzioni degli autori dovrebbe essere incuriosito da tali misteri ma che nei fatti non succede) e se ne vanno. L’unica cosa chiara è che Ash è in qualche modo collegato con uno dei villain, l’Attore.
Troppi personaggi, troppi misteri. Il troppo stroppia. E quello che manca è un protagonista carismatico; quando il protagonista si trasforma in Ash, almeno in questa prima miniserie, non parla, e insomma ci troviamo di fronte ad un personaggio privo di carattere. Sappiamo che Ashley Quinn ha dei sensi di colpa ed è un buon pompiere che non ha paura di rischiare la vita per salvare quella altrui, ma di Ash non si sa nulla, certo è eroico… e poi? Nella storia breve contenuta nel nr 0 Ashley controlla Ash e può parlare ma è troppo poco per poter giudicare, anche se pare il classico eroe che fa il simpatico.
Il numero 0 tuttavia spiega come Ashley abbia ricevuto i poteri, e tra viaggi temporali, un futuro post apocalittico ed esperimenti genetici, la storia non è neppure malaccio, peccato che non riesca a salvare il resto.
Sinceramente non riesco proprio a capire cosa trovarono in Quesada e Palmiotti all’epoca alla Marvel, da consentirgli il lancio della linea Marvel Knights. Fortunatamente Quesada ha trovato una sua dimensione nel mondo dei fumetti diventando un personaggio di punta alla Marvel, guidandola in uno dei suoi periodi migliori e capace anche di sfornare opere come Devil: Father.
Che salto in dietro nel tempo! Pensavo di essere uno dei pochi avere questo fumetto nella propria collezione, ma mi trovi perfettamente d’accordo, Quesada ha fatto il botto con la linea Marvel Knight, questo era disegnato ed inchiostrato bene ma comunque un discreto casino di trama 😉 Cheers!
La mia curiosità mi spinge spesso verso queste chicche, ho anche Painkiller Jane (di cui però non ricordo una mazza)
L’ha ribloggato su OMNIVERSOe ha commentato:
Mentre noi ci riposiamo (#tipiacerebbe) inauguriamo il periodo di recupero estivo di vecchi articoli con Ash di Joe Quesada e Jimmy Palmiotti per la defunta Event Comics. L’articolo al link qua sotto. Buon divertimento.
Per fortuna il lavoro di Quesada sui Mavel Knight è di ben altra caratura. Anch’io ricordo Ash come un fumetto praticamente vuoto, quasi un esercizio di stile.
E Painkiller Jane non era poi tanto meglio, ma il crossover con Punisher era divertente
Vorrei poter dire che ricordo Ash in un certo modo… ma non so nemmeno chi sia 😛
Però trovo interessante l’argomento della costruzione della storia per accumulo di misteri: la trovo una strategia deleteria, quando un autore non sembra conoscere la soluzione di quei misteri. Vedi Lost (e poi muori… di fastidio).
L’accumulo repentino di personaggi, poi, è un vizio che sta prendendi piede un po’ in molte storie (manga compresi): è come trovarsi a una festa piena di gente e in cui non conosci nessuno, a fine serata non ricorderai manco un nome
-_-
Manga tipo… One Piece? Quasi 90 volumi e ancora più misteri di prima?
Per quanto riguarda Ash infondo si parla di pochissimi episodi, tre spillato italiani, quattro con il numero zero, fosse proseguita la serie ci si poteva anche passare oltre ma rimanendo una miniserie isolata purtroppo no.